Parma per l arte 2022

269 mani degli Scolopi, escludendo dal ruolo di paggio quanti non fosse- ro appartenenti a casate nobili suddite e residenti nel ducato. A riprova di ciò nel 1768 vennero approntati nella ormai ex Pagge- ria degli spazi per il Du Tillot, dove egli si trasferì con tutta la segre- teria, in concomitanza con i lavori di riadattamento del palazzo da lui occupato (l’odierno palazzo dei Ministeri su Strada Garibaldi angolo Via Bodoni), in vista del matrimonio del duca Ferdinando con Maria Amalia di Asburgo-Lorena, e in attesa della nuova importante sede per il palazzo Reale, che tuttavia non verrà mai realizzata. Sempre Giuseppe Cirillo ci informa che diversi e numerosi lavori vennero realizzati in questa occasione da diverse maestranze, fale- gnami- per l’ accomodamento di porte, finestre, armadi e cornici , la laccatura delle porte- vetrai, imbianchini, sotto il diretto controllo del Petitot, a cui spettava di vistare le relative note di pagamento. E nell’aprile del 1769 si lavorò alle carreggiate sotto il portone. 62 Il progetto di accorpamento era sorto già nei primi anni di governo del duca Filippo (Madrid 1720-Alessandria 1765), ma aveva trovato la ferma resistenza del rettore del Collegio dei Nobili, il Bajardi, che notava come fosse affatto necessario la totale separazione dei Sig. Paggi dai Sig. Collegiali per quei motivi medesimi pe’ quali al tempo dei Ser. mi Farnesi fu provveduto che non mai s’introducesse in collegio quel genio di maggiore libertà inseparabile da un tenore troppo diverso di vivere . 63 Certo è che la storiografia specialistica non ha mancato di eviden- ziare i limiti e le criticità delle scuole dei paggi, fin nel tardo Seicento, sia derivanti in alcuni casi dalla negligenza del principe a soddisfare anche i bisogni elementari dei giovani rampolli sia dall’organizza- zione stessa della struttura, che si traduceva in un clima talvolta di rilassatezza dei costumi, disordini, e scarsamente educativo. 64 Anche dopo il licenziamento del Du Tillot nel 1771, convittori e paggi continuarono a dividersi lo spazio nel Collegio, ad avere lo 61 E. RICCOMINI , I fasti, i lumi, le grazie. Pittori del Settecento parmense, Parma 1971, p. 59. 62 G. CIRILLO, Ennemond Alexandre Petitot , p. 185. 63 G. CAPASSO, Il Collegio nei Nobili di Parma : memorie storiche pubblicate nel terzo centenario dalla sua fondazione (28 ottobre 1901), Parma, 1901, pp. 171-172 64 Cfr.A.CONT, Servizio al principe ed educazione cavalleresca: i paggi nelle corti italiane del Seicento, parte II, in “Studi Seicenteschi”, LIII(2012), pp. 141-180.

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