LA CUCINA ITALIANA 1930

Pag. 8 L A C U C I N 'A I T A L I A N S j N. 10 • 15 Ottobre 1930 i c c o i a L osta A. F. - Trieste. — Veramente, la Sua do- manda è piuttosto d natiura medica. Tut- tavia, po i ché c'entrano le paste alimentari e po i ché essa prende spunto del nostro articolo « La cucina per speciali regimi » , ci sentiamo in dovere di risponderle : Anche le persone che tendono all 'obesità possono (s' intende, senza e- sagerazioni) mangiare minestre di pasta, pur- ché tale pasta sia glutinata e iperglutinata, quale, ad esempio, propr io per gli obesi, u r i cemi c i, gottosi e dispeptici in genere, para la Ditta Buitoni di Sansepolcro. nominati prodotti contengono un'alta percen- tuale di Glutine e conseguentemente una per- centuale mo l to scarsa di Idrati di Carbonio. Mentre questi ul t imi, senza potersi trasformare i:i grassi, servono quantitativamente al fabbi- sogno calor i co del l ' organismo ed alla sua ne- cessaria alcal inizzazione, la preziosa proteina del grano fornisce ai tessuti in stato di con- t inuo deterioramento un materiale di ripara- zione plastico ed energet ico e si sostituisce a! valore del la carne, con i valntaggio anzi d i non provocare f enomeni di intensificazione de- rivati dai prodotti di trasformazione organica del le nucleo-albumine. L. B. - Como. — L' enorme numero dei no- - tri abbonati ( che, fra l 'altro, essendo in mag- gioranza di sesso f emmini l e, hanno speciale predi lez ione per la corrispondenza epistolare) non permette assolutamente di evadere « con immediatezza » tutte le richieste che giornal- mente ci pervengono. Non mancheremo però ci'i accontentare anch'i Lei, sperando che l'inse- gnamento richiestoci non sia di carattere ur- gentissimo. G. R. - Nelson (Nuova Zelanda). — E' ve- ramente conf or tevo le per il nostro giornale i l constatare come la viva propaganda dei suoi fedeli lettori procuri sempre nuovi abbonati, anche dalle più lontane regioni. Metteremo subito irt corso gli abbonamenti da Lei procu- rati, Quanto alle altre domande di carattere industriale e commerc iale, Le r i spondiamo a ¡ar te. C. F. - Chicago (U. S. A.). — L' abbonamento annuo al giornale « La Cucina Italiana » costa per Chicago, come per tutto l 'estero, L. 10 ( dieci ). E, naturalmente, nei prezzo sono com- prese l speese d speidi z i one del giornale stesso. A. P. G. - Milano. — La migl i ore Rivista di lavori donneschi, adatta per famigl ie perchè cont iene anche altre rubr i che assai interessan- ti , è senza alcun dubb io « Ma n i di Fata », cha si pubbl i ca aMi lano, ed ha già prospero- sa vita da circa sette anni. Ella potrà chiederne l ' abbonamento scriven- do a quella Ammini strazione (Via Dante, 16). G. S. - Ala (Trento). — Per i do l ci col lie- vito di birra daremo apposita ricetta nel pros- simo numero, e così accontenteremo, oltre a Lei, parecchie altre abbonate che ci hanno ri- volta la stessa domanda. Ma tali richieste so- no giunte quando per i nulmero attuale era stata già predisposta tutta la parte dolciaria. Un'abbonata calabrese - Napoli. — Credeva- mo anche noi che per conservare qualche gior- no le mozzarel le bastasse l 'acqua fresca. ( Pe r ò : anziché tenerle immerse nel l i quido, lascian- dole sotto la docc ia continuata del rubinetto, come si suol fare per il burro). Do po la Sua domanda, però, assumeremo speciali informa- zioni , non sapendo se vi possa essere .qualche sistema migl i ore. 1/'. C. - Ozìerì (Sassari).. — Ottima la Sua r\< etta per le melanzane. Quanto all '« inciden- te » che ci narra, vogl ia farci sapere dove con- servò Del resto, per il caso speciale che La inte- „ ¡ a a ( ] a j t i Personaggi ufficiali quale indicato la nostra « Delia » dovrebbe, com'El la con- ressa ( l ' ami co diabetico da invitare apranzo) 1 n e j termini del concorso, non suol essere pre- siglia, accentuare la campagna contro certe Ella già saprà , senza bi sogno di nostri consigl i, p a r a t o , né lo potrebbe, che da effettivi « cor- ineducazioni, « a l mo do stesso —• così Lei che vanno escluse da quel pasto tutte le so- j t | o l l s ¿ l eu » : s j a n o essi di grandi case priva- dice —del come s dài pubbl icità a nonl stanze contenenti zucchero e, tra queste, gli ' £ e , siano essi di primari alberghi. sputare e non bestemmiare » . Potrebbe forse amidacei. Ma, piuttosto che parlare di esclusio- j 30) [.,.; vorrebbe che le ricette dei do l ci farlo intanto la Compagnia del le Vetture-Ri- ni, ecco — ad esempio — un pranzetto per ; s u ] „ os t ro giornale fossero sempre redatte da storante, con cartelli stampati, che sarebbero diabet i co: Minestra d straicciatelle d ' uovo - qualche grande credenziere? Aparte che que- senza dubb io più utili di certe reclame e av- Pesce ( di qualunque qualità e cotto in qual- s t o desiderio è in aperto contrasto con la pre- vertenze, di cui l Cearrozze Ristorante non sia modo) — Verdura: purché siano escluse cedente critica (e per il pranzo di cerimonia ' sono prive. si trattava, almeno, di una volta tanto!) non Al le Sue speciali domande r i sponderemo ai- manca nella nostra rubrica, di tanto in tanto, tra volta. la firma di qualche rinomato dol c ière. Ma è N. G. F. - Viareggio. — Ma che! Lei cerca _ oppor tuno frammischiare a tali ricette anche — come di cono i Francesi — « midi à quatorze •re, pre- vi tel lo o po l l o, con insalata verde. Per frutta, 1 quel le che chiameremo « di cucina vissuta », heures » . Si contenti così. Del resto, una volta '. I sun- ; arance (che la poca quantità i glucosio è ,-ioé do l ci famigl iari, di faci le riuscita. Ciò for- o l'altra, tratteremo pure quel del icato argo- neutralizzata dall 'essere un sub-acido), ovve- m a a n z ; , a detta di tutti, una del le più prege- mento nella Rubr i ca della Massaia, ro mele colte, e, meg l io ancora, noc i. Super- v o | j caratteristiche del nostro giornale, diffe- M. M. • Milano. — No , n o : la Sua non è fino aggiungere che i calffè deve essere ser- 1 10 xiziato così dai soliti ricettari compl icati « grafogastronomania » ! Una forte erudizione 1 e difficili. e una creazione geniale, senza lo scritto, non Abbonalo 11370 - Napoli. — Ha ragione ed potrebbero, in nessun campo, venir divulgate, invitiamo subito il redattore del « Mercato ali- Così, pure in materia gastronomica. Continui montare » a rendere tale rubrica più intere», pure a scriverci, anche se la Sua penna, come carote, barbabietole, pisel li e simi l i, per l a ragione anzidetta del lo zucchero. Andranno bene invece, ad esempio, melanzane, pomodo- ri, cornetti, ecc. — Ar r os t o: prefer ibi lmente di vi lo amaro, ovvero c on saccarina i lnuogo de l lo zucchero, e che non vanno offerti vino e l iquori. I. B. • Cardano al Campo. •— Per la euci- natura del conigl io veda la ricetta contenuta sante: nel senso che bisogna porre in evidenza dice per modestia, « n on è d ' o r o » . sintetica quali generi hanno subito ribasso, M. E. • Roma. — Quanto Ella ci ha inviato quali rialzo, ed altre notizie analoghe. formerà oggetto di speciale nostro esame og- Per ciò che si riferisce ai consigli utili, e- gestivo. Comunque: grazie. . strane! alla cucina, questi non mancano nel ! M. R. - Pesaro. — Un buon l ievito per dol- presto una parte agli intermezzi, e po i,ché | nostro giornale, come Ella stessa r i conosce. Ne r i? Lievi to Alsaziano. Ma, perchè non si cre- il soffiato di cacio e latte va appunto servito ; vorrebbe di più. Ma vi deve essere una propor- da che citiamo questo, in quanto nostro in- come « e n t r eme t s» (ad esempio fra i pelsce zione fra quanto f orma lo scopo del giornale serzionista, aggiungiamo subito il nome di un nel precedente numero. Le r i sponderemo per l ' erigano. E. R. C. - Lodi. — Simpatica la Sua confi- denza del p i c c o lo « fiasco » ! Dedi cheremo e l 'arrosto), troverà allora la ricetta che dera. Noi dobb i amo — e c iò serva anche per altri richiedenti — cercar d darie uni for- mità omogenea al giornale, e c i oè le ricette non vanno messe in «P i c c o la Po s t a ». D'al- tra parte, spesso c arriivano domande spe- stesso e gii accessori di integrazione. altro ottimo l i evi to: Royal Bakiag Powde f. Grazie per gli elogi che rivolge alla speciale Ci rincresce di non poter segnalare, accanto rubrica del galateo. Ma non s' illuda ch'essa a questi due ottimi prodott i, un similare ti- duri sempre. E' galateo della tavola •. connesso po italiano. strettamente al l ' indole del per i odi co. j O. T. - Sermide. — Il premi o, dunque, l 'ha G. R. C, - Jspra (Varese). — Ci permettiamo alquanto delusa? Moltissimi altri abbonat i, in- < iiiche, troppo tardi, c i oè quando sono già ; rimandarla a quanto abbiamo detto nella « Pie- vece, ne sono rimasti assai contenti e ce ne pronte Te speciali rubr i che: minestre, carni, ' cola Po s t a» di questo numero all 'abbonata ringraziano, forse anche perchè. .. «a cavai do- verdure, ecc. • 1 E. R. C. di Lodi. 1 nato non si guarda in bocca » . Vox clamans U. M. - Rimini. —Non c semi bra pos - ! E. P. Bergamo. — E di quanto sopra pren- deserto, la sua. Comunque, si rammenti del sibile che in una città come Rimini non s dei atto pure la S. V. prezzo d ' abbonamento ! Sarebbe come se II trovino buoni grissini dai fornai. La cor,- Abbonala 11699 • Panna e I. S. - Torino. ~ Corriere della Sera mandasse a ogni abbonato sigl iamo di non compl i care t roppo l vaita Valga anche per Lo ro la risposta precedente. u n regalo di 6 d l i re! domestica. Non è più i telmpo del pane ; B. B. - Roma. — Ra f ano: è una pianta la Egeria • Roma. — La Sua lettera, in me- si ed ai corrispondenti di giornali che hanno sospeso le pubblicazioni. 3. E' stato disposto dalla pubblica assistenza un apposito servizio per ogni eventualità di brindisi mortali. 4. I commensali sono pregati di de- porre in anticamera bastoni, ombrelli e opinioni politiche. L'ho detto — scriveva Jarro —: Le medicine sono, per il più, esiziali allo stomaco: le eccellenti sono quelle, che non fanno nè bene né male: contengono materie innocue e senza valore (altro che per il farmacista) battezzate con no- mi pomposi. Il meglio di esse è sovente la bottiglia, o l'etichetta. La vera Farmacia è nella Cucina; il sapersi nutrire è saper combattere le malattie. Conoscerete, forse, l'aneddoto di que] medico, che visita sei malati. Il giorno dopo ritorna: domanda notizie. Gli si risponde: — cinque sono morti. — Ma — egli soggiunge — avevo la- sciato ricette per sei. — Il sesto non ha voluto prendere la medicina. PICCOLI AVV i q [ J T i n LE VERE CAFFETTIERE brevettate « Aqui la»», « Ad e l e » , tascabili pei caccia, sport, ecc., portano impres i; la parola Adele depositata a senso di legge. LIEVITO PER FAMIGLIA. Dieci ì J ste, con ricettario, Lire sei, per as oli gno. Farmacia Frcnza, Rovereto. j MIELE PURISSIMO centrifugato carni j pione L. 2,50 franco tenuta Bella-,i- sta, Viale Cadorna, 73 - Firenze (121) ! AMPIA PELLICCIA MURMEL, otiim?) stato, vendo novecento. Milano, Vi; | _ Donatello, 1, in mattinata. TUTTE LE NOSTi»E lE7'j TRICI POSSONO COLLA BORARE A «LA CUCIN7 ITALIANA »! INVIANDC SCRITTI E RICETTE ALI, ' DIREZIONE DEL GIOR NALE — VÌA MONTE NA « POLEONE, 45 - MILANO da farsi in casa:- a che rito ad argomenti pratici, ne tratta uno così riscontro. La tavola alle si viva cui radice si mangia cruda, detta più connine- in campagna, dove manchino i fornai. ¡mente ramolacc io. Cresc ione: è un' erba ac- altamente del icato e con tanta nobi ltà — Questo nostro concetto espr imemmo già al- ì quatica, ottima in insalata, assai rinfrescante, ^he non è possibi le conf ondere la risposta a tre volte a propos i to di certi dolci compl ica- 1 Cura lo scorbuto. I t e i c o n , a Iet r e d » P l c c o | a P o s t a - ti, e per i quali la spesa, i falstidio, ecc., i S. C. - Mantova. - Il famoso cuoco del Re Intanto le mandi amo il commosso grazie di di farli da sé, sono assai superiori al distra- di Francia, che si suicidò - come Ella giù- D e L i > e U m b e r t 0 N o t a n ' ' R i c e v e r a Personale bo di acquistarli. ; «lamenta ricorda — . p e r un incidente di cu- ì. P. - Cremona. — Era sempl icemente no- cina, si chiamava Vatel. , j :;tro dovere mandarle i prlomesso dono. Sod- j Pubbl i cheremo prossimamente la magnifica disfatti che la pasta Bui toni (non Gaby, co-1 lettera di M.me de Sévigné, in cui si narra _ - . - ì t f * C f r / T me erroneamente scrive) e l eol ive farcite ; appunto ciò che Ella desidera sapere da n ò i j JL—J(J L Ci t O l ' i l ¿ l l l-t & I CI abbiano incontrato tutto i Sluo gradimento, La traduzione di tale lettera sarà prezioso do- j O La ringraziamo della cortese propaganda che u o ohs una del le più illustri penne d' Italia ci I ci promette. ' j lia scritto voler offrire alla «Cucina Italiana». J£ CONTADINO AVARO: '/. E. - Fuorigroita (Napoli). —La con- Che cosa vuol di p i ù? fazione del Kef ir bisogna che sia- fatta da uu M. P. il. • Cavalese di Trento. — Scusi se competente, " e non è possibi le in casa. Ren- non abbiamo potuto provvedere subito alia de servigi notevoli in alcune dispepsie, nel le spedizione del vo lume di « Ap i c io », i qluale enteriti infettive e quando si presentano for- è momentaneamente esaurito. Si sta però ora ine di auto-intossicazione. I Ke!f ir debo le è .procedendo ad una ristampa, e, non appena lassativo; i folrte produce ' invece l 'effetto pronte ie pr ime copi e, sarà nostra cura far- eontrario. Uso: Agitarlo bene prima d u- igliene immediato invio. .-.rio., Se ne prende una o due bottigliette al P R. - Trento. Grazie, grazissmie Ma scusi, dottore, come ho potuto resistere per quaranta giorni di malat- tia senza mangiare? — Vi ba nutrito la febbre. — Oh! guarda! E, dica dottore, non ( si potrebbe dare un po' di febbre a que- per . sti due miei garzoni che mangiano quan- to un avvocato e mi costano un occhio? g i o rno; per esempio al mattino, in luogo del q-jar.to scrive alia Si gii ora « Dei ia » ! thè. In casi diversi bisogna stare alle pre- A. S. V. - Poggibonsi (Siena). — Mo l to gen- scrizioni del medi co. Del resto il Youghrt che ti le! Per questa volta pubbl i chiamo la Sua ri- si trova in commer c io (rivolgersi alla S. A. cetta. Verrà il momento per quella del poeta Latte Condensato - Via V. Mont i. 21 - Mi- ; toscano. lano) ha i mledes imo scopo del Kef ir. j G. M. - Mariano (Imperia). — Ott imo lo sci- JV. S. - Udine.- — La Signora « D e l i a » Lo r oppo di more, con le more d'i cespugl io, ed . . , 1 7 . j - risponde che il baciamano è, infatti, argomen- anche la marmellata. Si può regolare benissi -j v , l s l ° 10 c h e I n t a t t o b o l l i r e p m d i me z - to estraneo a «gla l ateo della t a v o l a» eppe- j s o come indicato per i lamponi. Z o r a . . . rò non se ne parlerà in questo giornale. Fu 1 L. S. - Palermo. — Le abbiamo fatto rispè- trattato dalla stessa redattrice nel quotidia- dire il numero di agosto e Le invieremo il li- no « L 'Ambros i ano » . Con lettera a parte, bro di Ap i c io per la Sua propaganda. Grazie quando Lei avrà sciolto l 'anonimo, c farie- anticipate per la grande quantità di ricette che . „ , . . . , ir.o premura inviarLe i brlano del l 'art icolo ci promette. Quel le elie, come Lei dice, faniiò [ tentino Kizzo, dell Opinione, venne elet- tili cantina? in dispensa? in quale re- che può interessarLa, I tonlo del la Sua lei- le massaie per la l oro pi ccola famigl ia, . s c i r r i ' t ò d e p u t a t o , f u d i s t r i b u i ta q u e s t a o r i g i - — Cameriere, ma quest'uovo è trop- po duro. Troppo duro? Impossibile! L'ho Ad un banchetto offerto dai colleghi resocontisti della Camera allorché Va- eipiente? a quale esposizione di punto cardi na i e ?) le c ipo l l ine che hanno preso la muf fa. Ebbe l 'avvertenza di aggiungere all 'aceto il sa- l e ? Finalmente: le chiuse con carta pergame- nata dopo averle coperte con o l i o? G. M. - Milano. — Dica alla Sua bambina che verrà anche il suo turno per la pubbl i ca- zione del la ricetta che c hai fatto mandare. II nostro giornale non ha scopo di solle- ticare la gola, bensì di risvegliare nella casa l 'amore alle cure domest iche a dlesco fami- gliare. Part icolarmente gradite ci r iescono pertanto ¡e ricette di bambine e fanciul le. Abbonata 23102 G. d'A. - Venezia. — Dia- bet i c i? Veramente entriamo nel campo me- di co. Ci riport iamo a quanto scr ivemmo nella Piccola Posta del 13 Maggio u. s.: « B u o n i ansigli sul vitto dei diabetici s hainno dal v . 'umetto del Mariani, edi to dal Val lardi Compend io di terapia razionale) apag. 99 e cruenti » . Ri chiamiamo pure la Sua attenzione l 'art icolo « La cucina pei- speciali r e g i m i » , pubbl i cato nel numero di Settembre u. s. Ordine del giorno : tera è così cortese e simpatico, che merita le più preziose perchè non dispendiose e as&i n a i e l i s ta da parte nostra una gradita eccez ione per Lei. pratiche. Per la ricetta del « f o i e gras » , védii R. M. - Napoli. — Anzitutto La preghiamo j quanto abbiamo in questa rubrica risposto afc . di non conf ondere nella stessa lettera in cui l 'abbonata E. R. C. di Lod i . j L C o n v a l i d a z i o ne d e l l ' a w . V a l e n t i - paria della « Cucina Italiaina » altri argo- j Rag, E. V. - Milano. — Abb i amo comunicato nienti che riguardano i Sulo abbonamento ai all 'ufficio abbonamenti i Sulo cambiato imi volumi della Società Anonima Notar i: si tratta rizzo. La Sua domanda non riguarda nè la ca- di gestione, uffici e personale affatto distinti cina nè cosa affine. Vi sono le apposit ~ e separati tra l oro. i per simili consigli. Gli effetti della cattiva cucina. Un medico aveva un pessimo cuoco. Era il suo miglior aiuto. Quando le malattie fruttavano poco, quando nel paese tutti godevano di una salute da affliggere (il medico) il nostro Esculapio, che faceva? Dava una festa, seguita da cena, alla quale invitava parecchie persone. Nello spazio di una quindicina di giorni la cattiva cucina aveva prodotto i suoi effetti. Diecine e diecine di per- sone eran malate. Il cuoco procurava lavoro al medico. Ecco che cosa ha detto del la pastina glutinata BUITON l'illustre clinico fcroj. Augu- sto Murra « Io uso sempre le pastina glutinata BUITONI , la. fo usare ai miei». U M B E R T Ò N O T A F i DIHETTORE - RESPONSABILE Officine della « Soc. An. Notari » (Istituto Editoriale Italiano) VOLETE CONSERVARVI SANI E GIOCONDI? Bevete lo squisito ed igienico Riarsala DELLA D I T T A ra 1 fu Lorenzo M A R S A LA (Sicilia) A RÏCHÎISTA SI SPEDISCE LISTINO GRATIS — • • » B. G. - Mirandola. l edi ci fanno piacere. E. P. - S. Ambrogio Olona. Rivisi Ha r i cevuto? Le sue Le rispedì;:- Riguardo a Suoii consigl i, rispondiamo a uno per uno : 1°) « Insegnare a cucinare le pietanze più rinomate e più gustose dei vari paesi d'Italia »: ' i no il numero smarrito, che a quest 'ora ci i l consigl io è tanto giusto che... fu preceduto guriamo Ella abbia già ricevuto, quando nacque questo giornale. Si legge in- Soc. Montecatini - Barletta — S. T. - Boio- fatti nel programma di esso : « Cucina folclo• gnu. — E anche a Lo r o. ristica ». Ma non si può far tutto in una voi- Zenoris. — Lei sfonda una porta aperta o 110 Rizzo, redattore dell'Opinione a de- putato del II collegio di Treviso. 2. Mozione dell'on. Timballo Mac- cheroni 3. Interpellanza intorno alla pesca della spigola alla maionese. 4. Discussione del disegno di legge sullo sviluppo della gelatina di cappone. 5. Comunicazioni della presidenza intorno ai gelati, caffè, liquori ed ai vi- 1 " — — —- ——-*• —»V * luvov.vv a JU\> I QlUllU liutU t/l7il LI w u1 1 ti ^ I • , . ta sola! I f olc l ore gastronomico comincerà di remo con maggiore eleganza: « L e i porti' n o n o s t a n te l a c r i s i e n o l o g i c a , nel l 'anno prossimo. • vasi a Samo e nottole ad Atene » . D' accordò, Norme per la discussione 1. E' proibito ogni segno d'indige- stione. . " | E' vietato l'ingresso ai suonatori, il b i as imo! Infatti un gran pranzo di cerimo- ! non vediamo veramente in qual mo do pratico a m b u l a n t i , a g l i a u t o r i d i b r i n d i s i i n 2°) Ha ragione, ma ha torto, nel ri l ievo che ! d'accordissimo in tutti i fulmini che Eila sia- i pranzi d cerimonia del nostro Concorso ! glia contro chi mette ii col tel lo in bocca, chi possono essere eseguiti soltanto da valenti per i rilsotto adopefa i culcchiaio, chi taglia cuochi. Ci o è: giusta la constatazione; errato ! il pesce col coltel lo cornine, et similia. Ma v e r - l / O m e mang i avano oman ì Senza aver la pretesa di dare all'ar- gomento, vasto in se stesso, una tratta- zione completa, ci limiteremo a qual- che notizia, attinta qua e là da classici latini. I primi Romani, che abitavano nei rozzi tuguri e nelle casette del Campi- doglio e sul Palatino, non conoscevano utensili di lusso e ricette speciali di piatti. Cucinavano nell'atrio che, cerne dice Servio, fu chiamato tale dal fumo che rendeva tetro l 'ambiente; vi ave- vano il letto, il Larario (cappelletta de- gli Dei Lari e degli Dei Penati, protet- tori della casa e della famiglia), le ta- volette da scrivere, il fuso, la conoc- chia, il focolare e la mensa. Quanto fu sobria emodesta la vita degli antichi Romani, altrettanto diven- tò lussuosa poi quando le ricchezze e la ; -andezza di Roma aumentarono a tal punto che si ebbe, come dice Tito Li- vio, nella sua stessa grandezza la prin- cipale causa della rovina! Notizie degne di rilievo rimontano al periodo che segue le guerre puniche, quando i Romani cominciarono ad ave- re cucine e cuochi veri e propri sino a .aggiungere tale raffinatezza e buon gu- sto che insegnarono anche l'arte del cu- cinare. E veniamo ai pasti, di cui le persone colte e ragguardevoli osservavano scru- polosamente l'orario al contrario del popolo che si regolava dal sole. II primo cibo della giornata era lo ientacolo, come da noi la colazione, che rompeva il digiuno. Le occupazioni del- la giornata cominciavano molto presto per i Romani, specie per coloro che dovevano alzarsi al primo sorgere del- l'alba. Scrive Marziale: «Levatevi: già il panettiere vende lo spuntino mattinie- ro ai fanciulli e da ogni parte i galli cantano annunziando il nuovo giorno ». Questa colazione, che veniva consumata non più tardi dell'ora terza, cioè alle ore nove, consisteva in pane secco con- dito con sale, in frutta secca, r.pesso la sa l s i c c i a^ porco, Scordata da Mar. j I camerieri del tempo erano, secondo narra Cicerone, ragazzetti che serviva- idale e de Giovenale, condita con aova formaggio e zenzero che faceva buona vista e... gola mentre fumava sulla gra- ticola. In casa una calda minestra ba- stava per i rogazzi che tornavano da scuola, o « il cacio deU Etruria con l'impronta della Luna » (formaggio precisamente dei Luni molto squisito e in latte, e uova con pane. Alle volte 1 ricercato Jai Romani) o il pane secco aggiungevano datteri, mandorle, noci, uva passa, pesciolini salati, 'il miele delFImetto (nell'Attica) di cui i Romani erano ghiotti, tanto lodato da Virgilio e da Orazio. Consigliava Io stesso Mar- ziale: « Se vorrai fare uno spuntino frugale senza carne, questo ti viene dal gregge dei Vestini » popolo su! Mare Adriatico, noto per gli eccellenti for- maggi. Augusto amò il cibo modesto e per lo più comune: si cibava di pane secon- dario, di pesciolini minuti, cacio e fichi in qualsiasi tempo e luogo, se lo sto- maco le desiderasse. « Noi — disse in col companatico del giorno avanti. Que- to specialmente si addiceva olla salute: consigliato da Celso, scrittore e medico, perchè leggero e asciutto. La cena, i plasto principale della giornata, era per i Romani la fine del lavoro giornaliero. Cominciava alle 15 o alle 16, durava molto a lungo e por- geva all'uomo affaticato oltre il ristoro del corpo anche il sollievo dello spiri to : si teneyano — inter pocuia — utili no a tavola con la tunica alzata sui fianchi pronti a porgere l'acqua, a ti- rare il pane dai canestri, a dividere il companatico, ad arricchire la mensa di vivande e porgere i bicchieri. I com- mensali si coronavano la testa di rose, tracannavano sino all'ebbrezza, riempi- vano di voci il triclinio dorato; si ag- giungeva la danza, il suono delle tibie e il piacere dei mimi, come dice Tito Livio. Si levavano a notte inoltrata. E' rimasta proverbiale l maunifi- cenza meravigliosa dei banchetti dati da Lucullo e la smisurata ingordigia di Vitellio. Lucullo ,di gustò assai raffi- nato, con le immense ricchezze che ave- va radunate in Asia, imbandì quei ban- chetti detti da lui Luculliani e trasportò in Europa piante di frutta per promuo- verne la coltivazione; Vitellio, come nar- LA CASSA DI RISPARMIO RACCOGLIE IL DANARO DEL RISPARMIATORE, LO CUSTODISCE E LO AUMENTA. Deposeitat i vostri risparmi alfa assa di Risparmio delle Prov. Lombeard Fondata nel 1823 S E DE C E N T R A LE I N M I L A N O VIA MONTE DI PIETÀ N. 8 Depositi a risparmio al 1° gennoai 1 903 L. 3 . 8 3 4 . 0 0 0 . 0 0 Fondi di riserva . . . . L. 270.000.000,— Erogazioni in' beneficenza » 265.500.000,— e scientifiche conversazioni; sonatori di cetra e di flauto eseguivano scelti ! ra Svetonio, trascorreva la vita tra cola programmi musicali, ballerini e danza- j zioni, pranzi e cene ed era così avvez- z i c i , celebri quelli di Alessandria, buf- 1 z ato al vomito che non gli bastavano i una sua epistola —- gustiamo pane e dat- ! foni e cretini rallegravano i commensali. 1 cibi. Rimase famosa la cena datagli dal teri nel carro durante il viaggio; nella ; In seguito, dopo le vittorie riportate sui fratello, per la quale furono preparati lettiga di ritorno a casa dalla reggia, ! popoli d'Oriente, s'irirrbJscorci !" Ro - ' due mila pesci scelti e sette mila uc- pane con pochi acini d i uva d u r a c c i n a . ma i corrotti costumi perdendo . iche celli. Egli poi, volendo fare tuia cena (Corrisponde alla nostra uva da tavola). Il pranzo — dice lo scrittore Festo — era il secondo pasto che veniva consu- mato, all'ora quinta, cioè alle 11, per- chè era diffìcile protrarre la fame sino all'ora della cena, alle 15. Si mangiava quel tanto che bastasse per calmare lo stomaco, in mezzo alle occupazioni del- la giornata, con la massima frugalità: talvolta cibi caldi, ma spesso rifreddi e avanzi della sera. Il popolino affollava le piccole osterie dove si riversava affa- mato, contento di trovarvi per ristoro cibi vili; come peperoni, ceci abbru- stoliti, castagne bollite, pescolini salati, cardi crudi, bietole condite con molto a- la moderazione nei cibi. Non si sedeva- ancora più lauta, portò sullo scudo ro- no più, come facevano i loro padri, su tondo di Minerva, d'immensa grandez- lunghe panche intorno alla mensa per za, che serviva da piatto, fegati di pesce consumare cene frugali, ma si sdraia- j scuro, cervellini di fagiani e di pavone, vano nel convivio preparato con molta ! lingue di fenicotteri e latte di murene. larghezza, sontuosità e giocondità. Mar ziale dice : « La nona ora c'invita a sdraiarci sui solfici divani ». Erano so- liti ricoprire con pelli di capretto, e tappeti dipinti i tre letti disposti in- torno alla mensa, donde venne il nome di triclinio che si disse poi la stessa Ciò che poi in tutti i pasti interessa- va, ai Romani, erano sopratutto due ' piatti: buon umore e giocondità. — PROF. CAMILLO VERDE. ECOFIX yy [ARCA MONDIALE FORNO DI CLASSE 100 anni di esperiènza é ai sala da pranzo. Su questi letti o divani j studi hanno fatto della pasti- non v'erano meno di tre persene nè più ria glutinata BUITONI uno di nove. « Non sia il numero dei com-, 7 j -f , • / - i , , _ , • degli alimenti più apprezzati mensali minore di quello delle Grazie glio e pepe. Caratteristica pietanza era o maggiore di quello delle Muse » . nel mon do. 3 Gran Premi - 5 Me d . d ' o r Splendidi atìe&tati PRATICITÀ ECONOMIA E S T E T I C A I G I E NE D I V E R S E VIVANDE SU UNA FIAMMA ARROSTI - LEGUMI - GRATIN5 FRUTTA - FOCACCE ecc. riescono perfetti, pit\ Beffi, più aromatici, pili sostanziosi. TIPO SPLENDIDO |>er /j per.s. per 6 pers, per ta pers. 1 . 116 L. 147 L. 230 T I P O P O P O L A R E per j pers. per 6 pers. per 13 peri. L. 68 L. 93 L. 160 Completi eli tegami, pinza, ricettano ed isttiSiOni F R A N C O D E S T I N A Z I O N E - P i a z za Be r t a r e l l i, 4 - M I L A N O Più di 20 . 000 famiglie italiane usano i i fornello RECGFIX mattina e sera e fanno le loro torte in casa

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