LA CUCINA ITALIANA 1932

vxrais BJO Li B HfA o i oanj jaj -AAB i i p s e p j -gjg 68981 "Mangi ai mei spender meno,, IlNALE CUCINA CASALINGA DI GASTRONOMIA PER LE ALTA CUCINA • CUCINA CONVIVIALE - CUCINA FOLCLORISTA FAMIGLIE E PER I BUONGUSTAI S O C I E T À ' N. 5 — ANNO IV A N O N I MA • 15 Maggio 1932 C U C 1 N A P K « STOMACHI DEBOÜ • CUCINA ALBERGHIERA . ARTE DELLA N O T A R I (Istituto Editoriale Italiano) - M I L A N O - V i a M o n t e N a p o l e o n e , 4 5 0 < - - W I : i V l j M E K U C E N T - 5 0 ~ ABBONAMENTO ANNUO L. 5 - ESTERO L. 10 - INSERZIONI: L. 4 AL MILLIMETRO TAVOLA - RICETTARI ggezza alimentare Cucina Naturista • Crudivorismo « II naturismo in lutti i paesi del mondo è una cosa seria, e tale deve essere an- che in Italia ». MUSSOLINI L'argomento è di attualità piena — e perchè lo si crede farina del sacco di questo secolo e perchè il Capo del Governo lo impone col suo « discorso ai Medici » e perchè tutti tendono alla semplificazione della tavola, e finalmen- te perchè è fonte di economia dome- stica —. Avendo le tasche vuote andiamo in giro o col capo chino verso la terra o con gli occhi verso il cielo — Verde di sotto nuvole di aopra: ci si ac- corge di quello che avevamo dimenti- cato per badare troppo alle cose futili e vane : la Natura —. La salute in questo momento è così preziosa, che più nessuno si permette il hi s3o della indigestione — all'infuori di j quella di Natale, di Pasqua e delle po- che festività che il calendario del 1932 Registra ancora —- Ci, sono persino far- macisti che falliscono! — Allora l'unico pericolo del naturi- smo sarà quello di andare sotto a l'au- tomobile, camminando al modo che ha «piegato lei?... •—Neanche per sogno! Il naturista di- venta così veloce nel passo, così agile nel movimento, è così poco impacciato da;/!,' abiti, che sgattàiola come un le- protto e non c'è più barba di autiere che riesca a tirarlo sotto. Vi assicuro che se diventate naturisti v^ ' - ' l . i .3 casa con le. vostre ossa intatte, ti lieto ad onta di tutto, perchè attra- verso quello clie vi dirò in seguito co- stui si è liberato delle scorie che lo ap- pesantivano materialmente e moralmen- te e si è impadronito della serenità che è il più prezioso dono che noi possia- mo fare a noi stessi e agli altri, s/ — Per l'onomastico è un po' poco! — È sempre meglio che perdere l 'om- * >rr -llo... mi lasci finire. Solamente con una cucina sobria, sa- na, semplice noi possiamo trattenere la salute se l'abbiamo, ricuperarla se gli abitai gastronomici ce l'hanno tolta. — Prima imparerà a mangiare na- turisticamente, poi si denuderà... pazien- ta, oh! in fatto di nudismo sperate po- co, perchè sarà sempre molto relativo Ma stiamo in tèma: Per trattare Fargomentoi cucina dal lato veramente naturistico oggi io vi Parlerò del « crudivorismo » al quale tutti dobbiamo inchinarci perchè è nella s Ua modestia il vero gran signore della cucina, quello che non si veste di or- Pelli, ma vi porta, nella più squisita semplicità, il grande dono delle vita- "tine. Alla opposizione di taluni, che mi ob- bietteranno come il mangiare verdure Cìude, ad esempio, non sia di tutti gli stomachi, io risponderò che non è di tut- ti i denti forse — ma ci sono fior di den- tiere e se ognuno quando fa strappare ini dente se lo facesse subito rimettere, f i starebbe assai meglio lui e noi. Quando i denti sono al loro posto (se Veri meglio, se falsi viene il momento ini cui se ne accorgono più gli altri di *toi stessi) ognuno può permettersi il lusso di masticarsi le verdure crude che 'iitti del reato amiamo assai. Non vie- >ie l'acquolina pensando ai rossi rapa- ri eli i infocati, ai cetrioli trasparenti, al- le tenere lattughe, ai variopinti pepero- ni e a tutta la gamma di verdure che l'orto offre alla delizia del nostro pala- to e a quella della nostra vista? Primo (onsiglio quindi: tener pre- mute la masticazione elemento indi- spensabile per la buona digestione, at- traverso la insalivazione dei cibi sia cru- che cotti. Madre Natura, teneramente provvida Ve rso i suoi figli che si dispongono ad ''scoltare la sua voce arcana, fa sì che il Mostro apparato digerente alla sola vista ''ei cibi e col concorso dell'acquolina di «Hi vi parlavo, vi aiuti e vi stimoli al S'adito lavoro de] mangiare. . Se noi, da avidi quali siamo, ingorgi- ' 'amo tutto in fretta, perchè ci pare di Smistare di più — la colpa non è sua. K' nostra, thè ci priviamo così facen- ° delia grande soddisfazione gustativa l e la masticazione integrale ci offre. Provate: prendete un pezzetto di pa- ne, voi piccola belva bionda dalle un- ghie troppo rosse, divoratelo — avete sentito il sapore? — No. — Ed ora a voi, cannibale che la guardate con occhi voraci — masticate bene un pezzo di pane, con calma... Co- sì, ancora un po'... deglutite, o me lo dite che buon saporino ha? E così è per tutto il resto: MASTI- CARE E' LA CHIAVE DELLA SALU- TE ATTRAVERSO IL NATURISMO E VERSO IL CRUDIVORISMO. La masticazione facilita la deglutizio- ne o inghiottimento e, riducendo il ci- bo in particelle minuscole, ne rende possibile il contatto perfette con i sac- chi digestivi — giacché tutti i cibi ten- dono a diventare egualmente digeribili quando sono ridotti ad uno stesso grado di sminuzzamento; la masticazione pro- muove il flusso salivale e la conseguen- te insalivazione del cibo — aumenta il passaggio di saliva alcalina nello stoma- co — agisce per riflesso sullo stomaco — stimola il cuore e la circolazione ge- nerale — mantiene in efficienza tutti i muscoli della masticazione e conserva sani i denti. Questo è il brevissimo sunto di ciò che Orazio Fletcher predica e scrive ri- guardo la masticazione integrale. In tutti i paesi del mondo la parola « fleccerismo » ormai consacrata rende innumerevoli benefìci — fin dal 1908 i giornali pubblicavano articoli su l'argo- mento. — I più grandi longevi sono tìee- ceriani. Edison faceva sapere a tutto il mondo <;he bisognava mangiare meno e, masticare di più. Perdonate se mi sono dilungata, ma se io non vi parlo della masticazione prima del crudivorismo, voi ingurgitate come ho fatto io alle prime volte le verdure crude, fate indigestione e poi ve la pigliate con me. Parlandovi ora di crudivorismo io so- no nel secondo tempo della cucina naturista — non importa — mi pare più logico, più naturale il parlarvi pri- ma delle insalatine che delle minestre. Se voi fate precedere il vostro pasto da una buona insalata verde, fresca, ben lavata, ben condita con olio e limone, T e l e f o n o N . 7 0 - 3 5 7 ESCE IL QUINDICI DI OGNI MESE bene col naturismo, intanto, non si cata compiacente visione di quello che piangerà più: sempre allegri, la sere- nità circolerà nelle nostre vene irrora- te da un sangue puro tome quello de- gli agnellini, avrete le carni fresche e rosate, vi ritroverete flessibili come giunchi, insomma vi potrete conside- rare l'ideale perfetto per il... canni- bale. Ed ora basta di chiacchiere, passia- mo al solito. Vi darò qualche ricetta. Talune vi faranno sorridere di incre- dulità — naturisti si nasce!... ma si può anche diventarlo attraverso la pa- sulle prime può sembrare originale — E poi, provare per credere — Madre Natura non chiede di più ai suoi figli e per un poco di docilità dona tanta salute, tanta serenità, tanta superiorità e tanta forza da farci amare la vita — non è poco. G I N A Z A N O T T I R U S C O N I . . t Diamo nella pagina dei Buongustai il grup- po di. ricette « Crudivoriste » con le quali la ¿elisile Auli'ice ha accompagnato il suo bril- lante articolo. -— N. d< R. sale e poco pepe (o senza), voi pulite v o s t l ' ° stomaco, lo preparate così alla digestione; del resto attraverso l'accura- ta masticazione di cui vi parlai — sa- ziate la vostra (anche la mia!) voracità con un atto di imperio morale, e la vo- stra fame con delle sane boccate pre- liminari. Così facendo voi mangerete meno, gu- sterete di più, vi sazierete e digerirete meglio e finirete per p e n a a r e c h e i o sono un ruminante! Avrete però tutto il tempo per mutare parere... Gli inglesi e gli americani da anni fanno precedere i loro pasti dal grape- fruit per preparare lo stomaco alla buo- na digestione. Consentitemi una piccola dissertazio- ne sul crudivorismo (le ricette arriva- no dopo) a titolo di chiarimento 8U [ Jj e . nefiói che arreca al nostro organismo senza coniare quelli che arreca alla ta- sca per la semplificazione che porta nel nostro « ménage »• Il regime a base di vegetali e di frut- ti crudi è dunque l'apportatore di vita- mine, tanto necessarie a l'organismo u- niano, (per lo meno tutti i medici in questo momento lo predicano!) La cottura, alterando attraverso le combinazioni chimiche che determina i cibi, li priva di questo elemento ar- cano ma necessario. Essa è stata definita un errore alimentare stimolato dalla brama di conquistare impressioni gusta- tive più piacevoli, più variate, dando così la stura alle sapienti manifestazio- ni cucinarie, le quali se ci donano pia- ceri effimeri punto disprezzabili (avete proprio ragione!) ci lasciano ricordi du- raturi di triboli profondi (uricemia, ar- teriosclerosi, gotta e tutta la livida gam- ma che affligge troppo per tempo la no- stra breve esistenza). Pensate che la media della vita uma- na dovrebbe essere su per giù vicina al secolo, mentre tutti noi ci sforziamo col tenore errato di dimezzarla addirittura. O Dio, siamo tutti persuasi che la terra è ia valle di lagrime, ma infine ci si piange abbastanza volontieri. No? eb- Statistiche recenti affermano, pur- troppo, che l'Italia è fra le grandi e medie nazioni europee quella che con- suma minor quantità di latte per per- sona : troppi sono coloro non ancora persuasi che questo è veramente l'ali- mento fondamentale della vita, giacché es3o ci accoglie nel momento nel quale apriamo gli occhi e ci accompagna poi per tutto il nostro cammino. Pochi san- no che il latte ci dà tutti gli elementi fondamentalmente necessari i per la no- stra vita e consente ogni fatica di l a . voro agli adulti, come accresce o con- solida lo sviluppo muscolare e sche- letrico nei bimbi e nei giovani. Come formaggio, come burro, co- me dolci — sempre ed in ogni giorno — esso entra nei cibi e là dove esso compare porta la vita! E se non può ri- tenersi come il rimedio per tutti i inali, pure è fra gii alimenti l'unico che possa considerarsi giustamente completo e per di più conveniente dal lato econo- mico; per queste considerazioni dovreb- be essere presente sempre in ogni ; ra- zione alimentare, tanto del giovane che dell'adulto, così pe r l 'uomo come pel- la donna. Esso vale nell'alimentazione del bam- bino più di ogni altro prodotto artifi- ciale che nel più perfetto laboratorio biochimico lo scienziato più illustre ab- bia pazientemente studiato e prepara- to; sia esso pasteurizzato e razional- mente bollito, il latte mantiene inte- gralmente il suo valore nutritivo; e per- chè riccamente completo esso deve es- sere largamente impiegato nel vitto di ogni giorno dei bimbi, anche dopo lo svezzamento dal seno materno. Queste, in brevissimo riassunto, solio le idee esposte da S. E. l'accademico Bot- tazzi, eminente fisiologo, al congresso nazionale del latte che si è appena chiu- so e che fu tenuto a Milano al Castel- lo Sforzesco. Igienista, professore di fisiologia al- l'Università di Napoli, S. E. Bottazzi ha portato nel Congresso del latte la pa- rola dello scienziato a favore della nuova battaglia. Il congresso, se ha messo in evidenza — con numerose relazioni e comunica- zioni — l'imponente massa di interessi legati alla produzione del latte in Ita- lia (si pensi che a ben sette miliardi si calcola il movimento economico an- nuo che si collega colla produzione, col commercio e coU'industria dei lat- ticini).. ha però anche voluto richiamare l'attenzióne di tutti gli italiani su i dan- nosi pregiudizi i che si sono venuti creando intorno a questo preziosissimo prodotto che ben si può definire un pro- dotto tipico della Nazione italiana. I ^a pasteurizzazione, Era perciò naturale che da un con- gresso nel quale i medici erano nume- rosissimi dovesse venir fuori coraggiosa- mente la affermazione che dalle Centra- li, purché siano arredate e funzionino razionalmente, si ottiene un prodotto che è sicuramente e perfettamente risa- nato da ogni germe di malattie infetti- ve che eventualmente fosse arrivato nel latte, durante il cammino che esso com- pie dal momento in cui esce dalla mam- mella fino al momento nel quale è con- segnato al consumatore. Lo aveva già di- mostrato, nel Congresso di Bari del 1931, il prof. Carlo Alberto Ragazzi —- ufficiale sanitario del 'Comune di Mi- lano — ma ora il Congresso ha dato oc- casione perchè altri igienisti possano convalidare l'affermazione del profes- sor Ragazzi con altre nuove ricerche. E' ben vero che talora il latte pasteu- rizzato si è presentato con un sapore differente da quello che ci offre il latte naturale crudo; ma il fatto, anche pel- la ragione che si è verificato transito- riamente e saltuariamente, non può de- molire i grandi vantaggi che la pasteu- rizzazione arreca al consumatore, il q u a . le riceve così un prodotto sano ma che, come ogni altro prodotto della biologia animale o vegetale, è esigente di cure nella conservazione, perchè per st stesso esso è facilmente deperibile. Una organizzazione più perfetta del la produzione e più consona alla delica- tezza del prodotto, potrà, condurre certa- mente, in un tempo non lungo, ad otte- nere un ulteriore miglioramento delle caratteristiche organolettiche di esso e- liminando anche quel sapore sgradevo- le che ha presentato talora il latte pa- steurizzato e che è una conseguenza — forse — del regime alimentare delle imu che. Oggi,. con prezzi che non rimunera- no convenientemente, l'agricoltore cer- ca di dare il latte in modo che — co- standogli il meno possibile — rispetti il regolamento d'igiene del municipio là dove questo impone un minimo di grasso e di residuo magro (albumina, ca- seina, ecc.). Domani, quando aumente- rà la richiesta perchè il popolo si sarà persuaso (he nessun altro alimento e- conomico è così completo come questo, 1 agricoltore avrà un maggiore interes- se a produrre meglio e potrà scartare dalla alimentazione animale quei man- gimi che possono arrecare al latte un sapore sgradevole, particolarmente mes- so in evidenza dai processi di risana- mento igienico che il latte subisce nel- le centrali. Anche questo è stato detto al Con- gresso Nazionale del Latte ed è stato promesso dai rappresentanti degli agri- coltori; dei quali è doveroso rilevare i gravi sacrifici che vanno compiendo quando cercano di perfezionarsi conse- gnando un prodotto sempre migliore, sacrifici che essi perseguono pur nello imperversare della crisi attuale gravis- sima di ogni produzione ed agraria in special modo. Ogni miglioramento otte- nuto, dunque, ogni perfezionamento an- cora da raggiungere sono costosi e per- ciò richiedono una maggiore valorizza- zione del prodotto da parte del consu- matore: questo è il nocciolo della que- stione. Altrimenti ogni sforzo, unilate- rale, è sterile di effetti ed il gioco non vale la candela. vorazione ed al commercio del latte e dei suoi derivati (burro, formaggio, Sorse, per questa voluta completezza dei lavori del congresso, la giornata del latte che si tenne alla Fiera di Milano il 27 Aprile e nella quale giornata pro- duttori di latte e dirigenti della centra- le di Milano, in concordia di intenti, hanno distribuito gratuitamente la pre- ziosa bevanda che, assaporala fresca, ha facilmente dimostrato anche a moltissi- mi diffidenti, come il latte sia altret- tanto gradevole quanto un bicchiere di acqua minerale o di birra, mentre ne è molto più nutritivo. Precauzioni essenziali Certo è che il latte — liquido biologi- co — è facilmente alterabile: non è una novità importata coll'entrata in funzione delle centrali; ma appunto perchè tutti sanno che si altera esso de- ve essere conservato con certe minime precauzioni essenziali. Fare che tali nor- me siano da tutti conosciute e mes- se in pratica rientra nei compiti de- lineati dal Congresso; fra le istruzio- ni una deve divenire rapidamente di u- so comune: il latte pasteurizzato, sano, perchè reso sterile colla pasteurizzazio- ne, non richiede la bollitura, esso è per- fettamente bevibile anche se semplice- mente riscaldato — meglio se il riscal- damento è operato a bagno-maria. Così è necessario che si sappia che il latte teme la luce e, peggio, il riscalda- mento che subisce se esposto al sole. Con queste norme e colla massima pulizia dei recipienti nei quali va messo il latte si evitano i pericoli e non si addosserà al prodotto una colpa che esso non ha e che deve invece ricadere integralmente sulla ignoranza di chi lo adopera. Diminuiranno così le lamen- tele che sono infondate. Perchè in questo campo del miglioramento i- gienico del prodotto passi enormi sono già stali compiuti e giustamente al Congresso furono rilevati. Quanti secchi di acqua, e per di più sporca, so- no entrati giornalmente sotto il nome di latte quando non vigeva) l'attuale regolamento? Difficile è il calco- larlo e forse anche il pensarlo; bi- sognerebbe aver seguiti i famosi « me- nala« » nel loro cammino dalla stal- la al lattivendolo e bisognerebbe inter- rogare « in camera caritatis » i latti- vendoli di ogni città, per avere una ri- sposta che sarebbe ancor lontana dal vero, ma che metterebbe per sempre in evidenza la salutare severità attuale per la quale rilevare e colpire gli an- nacquatori è cosa facilissima, cosicché le frodi per annacquamento sono diven- tate praticamente impossibili. Oggi dunque anche per il latte è venuto il momento tanto auspicato della sua pie- na valorizzazione; per il latte e per tutti i suoi derivati che ne conservano tutta 1 importanza alimentare. Su ogni tavola il latte in una forma qualun- que sia sempre presente, perchè esso è la fonte vera della vita. Dott. GIACOMO NICOLINI. La massaia m o J dini resta tolta la causa di molti disordini e la necessità di punirli... ... Non dimenticate che i servi, sempre cu- riosi degli affari de' padroni, ne spiano gli andamenti, ne indovinano le affezioni, e spes- so sono gli organi, pei' cui il pubblico cono, sce le vostre debolezze ». er n a L'elogio della domestica Va l ore nutritivo del latte Anche in ciò F opera delle don- ne è veramente efficace. La loro fer- ina convinzione nella importanza essen- ziale di tale alimento, la loro illumina- ta azione di persuasione nelle famiglie creeranno un maggior consumo del lat- te; esse potranno trovare infinite altre forme di consumo di questo prodotto che la natura ci ha dato e che per no- stra fortuna ci ha messo a disposizione anche attraverso la funzione mammaria di animali (mucca, capra, bufala, ecc.). Quando tutte le nostre donne siano a conoscenza che ad un litro di latte cor- rispondono circa 400 grammi di carne o 250 gr. di prosciutto o 625 grammi di pollo od ancora .1150 grammi di mer- luzzo, allora il tornaconto economico ri- sulterà evidente, la ricerca di latte do- vrà essere maggiore e il produttore sarà ineluttabilmente spinto a produrre me- glio. Questi sono i compiti della propa- ganda, accennati pure essi nel Congres- so il quale non ha, nei suoi lavori, tra- scurato alcuno dei vasti problemi che si riconnettono alla produzione, alla la- ( Continuazione e fine) Vedansi numeri 15 Marzo e 15 Aprile. Diceva, dunque, Melchiorre Gioia al principio del secolo XIX: « Per naturale orgoglio, e principalmente ne' momenti di scontentezza e di rabbia, in- clina l'uomo a vilipendere e svillaneggiare chi sta sotlo di lui. Ma la riflessione unita a speciale bontà d'animo riesce ad opporsi a questo pendio e sa ritrovare scuse agli al- trui sbagli o nelle circostanze particolari del fatto, o ne' difetti generali inerenti alla na- tura umana. ...Alcuni padroni sono sì bizzarri e ritrosi e strani, che r.iuna cosa a loro modo si può fare, e sempre rispondono col mal vi-so che, clie lor si dica, e mai non ristanno dal garrire a' fanti loro e di sgridarli, e tengono in continua tribolazione tutta la brigata. ... Vilipendere i servi ad ogni istante, cac- ciarli di casa si) due piedi, non perdonare primi falli, pretendere perfezione ili gen- te non educata, sono segni infallibili di ani- mo villano; perciò gli accennati difetti si mostrano principalmente nelle persone, che si pregiano di nobiltà perchè uscirono recen- temente dal fango. La scontentezza abituale del padrone e i suoi eccessi di collera senza proporzionato motivo e senza distinzione di persone, i! co- stume di borbottare di tutto, tanto che non sia a nostro modo nè sole nè luna, e volete che sia amaro lo zucchero e dolce il sali, ingrassando ne' cavilli e nelle deputazioni, tolgono poco alle nostre lagnanze, ci assicurano il disprezzo della servitù e spesso l'odio, dal che poi nasce la trascuratezza ai doveri e la disposizione ai furti. Le cause di questa collera sono non di rado le più irragionevoli. E' stato detto cento volte che spesso la donna s'adira contro la donzella, perchè non è trop- po contenta della propria bellezza e vede sulle guancie appassir le rose; talora il naso venire despota, e perde l'amore. « ... lo staffil punisce «.Il gran delitto d'un capei bistorto». E questo sdegno brutale si manifesta anzi in quelle che si pregiano dì sensibilità, in quelle « ... : a cui «Del lor diletto passerin 1 la morte « Fe' rossi gli occhi e li gonfiò di pianto ». ... Ajtenetevi dai difetti che al Vostro servo. Ricordatevi che ' la qualità più generalmen- te stimata dagli uomini si è la bontà dell'a- nimo, allorché non degenera in debolezza. . ...L uomo solamente buono tende a dive- nire schiavo delle altrui voglie e perde la stima; l'uomo solamente fermo tende a di- venire despota, e perde l'amore. .„'. L'esatta distribuzione delle ore e dei ser- vigi previene i litigi de' servi le mancanze e l'ozio; quindi dalla natura stessa degli or- 1 Oggi sarebbe, piuttosto che per la malat- tia dell'uccellino, per quella del cane: sensibi- lità parodiata già, del resto, nella «vergine cuccia » del Parini. — N. d. D. rimproverate Voi direte che dal 1802 ad oggi le cose hanno invero mutato alquanto poi- ché, come scrive Jolanda, « non si trova più il fido personale di un , tempo I , e aggiùngerete che, se io cito il Gioja, voi potrete trovarvi in altrettanto elet- ta compagnia, riportando il volterria- no : « Le domestique n'e3t pas un hom- me » o il detto di Seneca: « Se vuoi contare i nemici conta i tuoi dome- stici » (domestici in senso lato, cioè dipendenti). Si sa: ogni questione può essere pro- spettata o tutta di qua o tutta di là, e in ogni dibattito è il caso di ricordare il famoso « taglio netto » manzoniano. Ma è altrettanto vero che talora v'ha chi guarda i quadri della vita come chi contemplasse un panorama o una persona col canocchiale alla rovescia o con occhiali affumicati in nero. Me- glio allora porgere il canocchiale dal- la parte che avvicina — per le virtù — o da quella che allontana — per i difetti — e offrire un paio di lenti con trasparenza rosata. L'ottimismo? Sì, l'ottimismo, o meglio la indul- genza. Perchè la indulgenza è : com- prensione. * * * Concludo: Vi sono domestiche bia- simevoli, impossibili, condannabilissi- me (rapaci, zuccone, disoneste, esigen- ti, ecc.) che giustificano pienamente il « cliché » contro cui io ho voluto rea- gire. Siamo d'accordo. , Ma non è men vero che vi sono al- tresì padrone seccanti, incapaci, ava- re, nervose, immorali, violente, con altrettanti eccetera. E qui, forse, siamo meno d'accordo. Ma è così. Ingiusto pertanto l'uso ormai inval- so, anzi l'abuso, di esaminare unica-. mente i tipi negativi delle domestiche, contro i quali si dovrebbero allora esa- minare anche i tipi negativi delle pa- drone. Che se poi ci mettiamo a considera- re invece solo le padrone brave, pa- zienti, generose... in tal caso dobbiamo ad esse porre di fronte la categoria del- le domestiche oneste, lavoratrici, intel- ligenti, affezionate, che non sono poi così rare, o lo sono tanto quanto le padrone perfette. Cosicché, fino a quando non sare- mo giunti a quel grado di perfeziona- mento sociale ch' io agogno — per cui ci faremo servire soltanto dai negri e dalla meccanica — impariamo a perfe- zionare la servitù... perfezionando noi stessi e sostituendo spesso al : « Mi sa servire?» i l : « La so comandare? ». Amiche abbonate, mi volete bene lo stesso ? DELIA.

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