LA CUCINA ITALIANA 1933

P a g . 8 LA CUCINA ITALIANA N. 5 - 15 Maggio i S f f l A! PICCOLA POSTA Ammiraglia p. c . (Villasanta). — Grazie del Suo grazie. Noi non sape- vamo, dando il verdetto che Le ha fatto piacere, di optare per la tesi del «Cuoco di bordo» anziché Per quella del suo contradditore di Trieste, con- fessiamo che siamo lieti di averle po- tuto procurare una piccola soddisfa- zione... sia pure di natura così diversa da quelle altissime cui la S- V- è abi- tuata, C. S. (Dozza Imolese). — Lo dicia mo a Lei perchè serva dì memento a tutte le altre abbonate che gentìlmen- ci procurano ricette di cucina: Questo giornale non fa del'Accademia ga- stronomica. Esso vuole rappresentare una vera utilità pratica per le donne di casa, le cuciniere, ì cuochi ecc. ted a tale concetto ispiratore deve il suo grandioso successo, la sua strepitosa diffusione). Occorre, pertanto, che ogni numero contenga prescrizioni di piatti « reahzzabilì » in quel dato me- se. La Sua lotta di rape ed il suo Bu- dino di marroni non possono, eviden- temente, venir cucinati nel mese di maggio e. quel che è peggio, neppure a breve scadenza. Bisognerebbe aspet- tar l'inverno 1933-34. Ecco perchè, mentre La ringraziamo dell'invio, non pubblichiamo ora quei- le due ricette. ' Avete capito tutte? E ye lo ricor- derete?: Cibi di stagione! All'abbonato i. p. i. _ Libri che insegnino a «saper vivere» ve ne s ono molti. Secondo noi, però, tutti presen- tano qualche lacuna, e qualcuno che poteva dirsi fra i migliori è oramai superato poiché, anche in materia di galateo, vi è una parte caduca che cambia col cambiar dei tempi. Se così non fosse, infatti, quale galateo mi- gliore di quello di Monsignor Della Casa e di quello di Melchiorre Gioja? Se vuole alcune indicazioni al riguar- do, eccole: Jolanda - «Eva Regina.» — Matilde Serao - «Saper vivere» — Anna Ver- tua Gentile - «Come devo comportar- mi» — Emilia Nevers - «Galateo del- la borghesia». Non possiamo tralasciare di sugge- rirle anche due recenti pubblicazioni che hanno avuto una « buona stam- pa»: quella della nota scrittrice e con- ferenziera contessa Elena Morozzo della Rocca e il simpatico volume del- la contessa Vanna Piccini: «Per te donna - come si vive oggi». Ci guardiamo bene dal suggerirle titoli di galatei stranieri, quantunque gli snobisti affermino che il «record» in materia è dato dagli «Up-to-date» inglesi. Ciò premesso, chiediamo s'Ella era già abbonata a questo giornale negli anni 1930-1931. Dal numero di feb- braio 1930 al febbraio 1931 la rubrica della «Massaia Moderna» trattò appun- to gli argomenti che La interessano: Come offrire un tè, gli inviti a pran- zo e simili. Naturalmente data l'indo- le del nostro giornale, 11 galateo che qui fu trattato non poteva essere che «galateo della tavola». E tra poco, anzi, sotto questo titolo, uscirà un ele- gante volume edito dall'Istituto Edi- toriale -Italiano e facente parte della Biblioteca di Gastronomia. * * * E. D. T. (Como). — Siamo sensibili alla prova di fiducia che Ella confer- ma alla nositra direzione sottoponen- doci l'importante quesito sollevato dal giornale di Torino sulle eventuali dannose conseguenze che potrebbero derivare allo stomaco dall'uso degli utensìli di cucina, in alluminio. Per altro ci sorprende alquanto che un lettore assiduo del nostro giornale, come dimostra di essere Lei, ci chie- da la nostra opinione su tale argo- mento. Non lesse il numero di marzo di quest'anno? A costo di annoiare qualche vecchio abbonato (che, per altro, per non sentire ripetizioni, potrà saltare a piè pari il pezzetto che se- gue) riportiamo qui la nostra opinio- ne, non soltanto sull'alluminio, ma sul metallo in genere in cucina: « I cicli storici, i famosi ritorni di Giambattista Vico, si verificano in tutto e (la constatazione non sembri irriverente) anche in cucina. Iniatti, è finita ormai la passione del ferro smaltato, alluminio, niche- lio, zinco per pentole, padelle, casse- ruole, tegami; e si ritorna ai coccio. (Sopratutto consigliabili le piròfile, specialmente per gli umidi ed i cro- stati). Si ritorna pure ai begli utensili di rame lucente; ma questi ultimi, più per abbellire le pareti, di una cucina, che non per l'uso pratico, poiché, non ostante tutte le raccomandazioni che si sogliono fare a cuochi e cuciniere, troppo facile e troppo pericoloso è il formarsi del velenosissimo verderame. Comunque, volevamo stabilire il tra- monta dei recipienti di ferro smal- tato, alluminio, eoe.; due tipi che era- no diretta conseguenza della aboli- zione dei fornelli a carbone e dei ca- mini a legna». Umberto Notari, su questo tema, fa dire al suo immortale cuoco Nando: «Le pentole, le casseruole, gli stam- pi ed ogni altro recipiente in ferro smaltato, in nichelio, in zinco o in alluminio sono un'insidia permanente tesa all'apparato gustativo e digestivo di Vostra Signoria, della sua famiglia e dei suoi ospiti. Io sono per l'umile argilla incontaminata ed incontamina- bile: per la semplice e buona terra- glia . ohe mantiene le idonee calorie e custodisce devotamente i sapori e i profumi concessi dalla onnipotenza suprema alle sostanze destinate alla vita dell'uomo. L'argilla è una Vesta, le; forse l'ultima delle Vestali; mai potrei sacrificarla alla irreligiosità ed alla grettezza di questo secolo di me- tallo al cromo». Ella chiede: «Lo smalto? » andreb- be bene se si potessero cambiare con- tinuamente tutti quel recipienti nel quali lo smalto si intacca e si scrosta; tali scorie sono ancor più dannose del- l'alluminio! E allora? Coccio, coccio ci vorrebbe! Se non che anche su questo punto non si può essere assolutisti, cliè 11 coccio — utile, necessario, indispensa- bile nelle antiche cucine a carbone — non sempre si presta per i fornelli a gas o ad elettricità. Onde quella Direzione de La Cucina Italiana — che Ella definisce «sempre pronta ad interessarsi di tutto quanto è utile al- le famiglie e consigliabile alle buone massaie» — si pronuncia sull'impor- tante quesito in quel senso che prati- camente essa segue e fa applicare a cium propria: sistema mlitQ. Ed è su- «S! !; i Í perfiuo aggiungere che dalla intelli- genza di chi è preposto ai fornelli, de- riverà l'uso dei recipienti in terra cot- ta o pirofila ecc. per gli umidi, intin- goli, salse; mentre per i fritti non si potrà mal fare a meno della padella di ferro come, per gli arrosti, della graticola o dello spiedo; invece tutte le verdure andrebbero cotte a vapore (principio già da noi ripetuto) per non far disperdere nell'acqua i prin- cipi di maggior valore — specialmen- te le vitamine — contenute negli er- baggi. Ben poco, dunque, resta da cuocersi nel ferro smaltato o nell'alluminio. * # * M. 1'. (Orvieto). — «Delia» si com piace del piccolo malinteso che ha provocato la Sua graziosa lettera con la quale Ella è riuscita con la più sim- patica naturalezza a darci u na effica- ce e apprezzatissima autopresentazio-- ne. Ci pare quasi di essere penetrati nlla intimità della Sua cara vita di famiglia; e non soltanto accogliamo di buon grado, ricambiandoli fervida- mente, i Suoi gentili auguri, ma, con grande sincerità, Le dichiariamo che il Suo plauso («interprete della voce unanime di tutte le abbonate e del relativi mariti») è tra quelli che mag- giormente ci riuscirono grati; anche perchè dimostrano in Lei (dopo il no to malinteso) elevata superiorità. Do- ve invece ha torto (scusi, sa) è nella questione linguistica. Ma ci .torneremo un'altra volta, sia per non ingelosire le altre abbonate col dedicare a Lei troppa parte della presente rubrica sia perchè in questo stesso numero «Delia» è costretta a fare un pochino la saccente con la risposta all'abbo- nata T. G. di Brescia. A. B. A- (Roma). — infatti, la Sua osservazione è giusta e, per quanto possa sembrare che pecchiamo di im- modestia, non possiamo non ricono- scere che il modo col quale è stato ri- sposto al suo appello, di ricevere da altre abbonate i numeri che Le man- cavano, è realmente una prova — com'Ella ci scrive — non soltanto «della cortesia che emana da tante gentili signore verso una abbonata sconosciuta, ma anche delle suggestio- ni che esercitano la Piccola Posta e la rubrica della Massaia Moderna sulla Donna Italiana ». E' molto simpatico poi il fatto che tutto il Suo interesse per ricevere quei numeri arretrati ed esauriti fosse de- terminato dal desiderio di regalare la raccolta completa alla Sua adorata mmma. Sig.ra Lucia Genzardi, Parco Mar- gherita, Napoli. Sig.ra Ida Papis Formica. Incisa Scapaccino. Sig.ra Clotilde Bertarelll, via corri- doni, Milano. Sig.ra A. Ferretti, Corso Indipen- denza, Sora. Aggiungiamo 1 nostri ringraziamenti a quelli dell'Abbonata sig.ra Anna Bo- no Agugini per la premura da Loro gentilmente dimostrata nel risponde- re al noto appello. • * • Dott.ssa G. B. (Trieste). _ Tanto tanto carina la Sua lettera! Ha mille ragioni: i luminari della cucina, di solito, non danno sodisiazioni a chi deve seguire le' loro ricette perchè vanno troppo nel difficile, nel com- plicato e... nel costoso. Ci rendiamo perfettamente conto del Suo deside- rio di ricorrere a noi perchè — come graziosamente scrive — «nonostante le Sue due lauree, non sa fare la cre- ma Chantilly mentre, avendo sentito dire che la felicità coniugale sta nello stomaco del marito (pur non volendo ritenere che la Sua attuale felicità di sposina dipenda da ciò) Ella attende ansiosamente il nostro giornale perchè Le rappresenta il consiglio continuo, l'insegnamento prezioso, l'indispensar bile», E noi, lieti di appagarla, Le diamo la ricetta della crema Chantilly (che sarebbe meglio chiamare all'ita- liana «panna montata») nella rubri- ca « I dolci» di questo stesso numero. * * * L. M. B., Vertova (Bergamo). — Ci sia permessa una dichiarazione di massima sul perchè non crediamo eva- dere la Sua domanda: Preghiamo di non interpretare come trascuratezza o scortesia da parte nostra tale rifiu- to, il quale deve servire, con la lettu- ra della presente risposta a Lei, per tutte le altre nostre abbonate che ci hanno scritto in casi analoghi: Salvo casi generici, nei quali diamo consigli di estetica come quando, in uno dei precedenti numeri abbiamo diviso la rubrica della «Massaia Mo- derna » in tre parti (In cucina - In guardaroba - Alla specchio) noi non possiamo iniziare il sistema di rispon- dere a tutti gli svariati casi di este- tica femminile, per i quali, ormai, ci sii scrive da ogni parte. Si verrebbe a snaturare l'indole del giornale che de- ve restare prevalentemente gastrono- mico. • * * G. M. (S. Paternano). — Nel nume- ro di marzo del corrente anno sono state pubblicate numerose ricette di- bigné e frittelle; nella ricorrenza ap- punto di S. Giuseppe. Non possiamo ripeterci. • * * R, G- C. (Maggianico di Lecco). — Per quanto riguarda le stoviglie, veda la risposta data all'Abbonato E. D. T. di Como in questo stesso numero, * * * ABBONATA 122889 (Milano). — Se Ella non ci facesse tanti elogi, con i quali in certo modo ci lega (come, in- fatti, restare insensibili a chi dichiara che il nostro giornale «rappresenta il più intelligente amico, che non deve mancare in nessuna famiglia »...). Le arriverebbe una buona tiratina d'orec- chi. Ma come? Dopo tutto quello che proprio il nostro giornale ha sostenu- to e sostiene contro tutte le parole e locuzioni esotiche, dobbiamo sentirci rivolgere da una delle più fedeli ab- bonate la seguente domanda; «Come si fanno les pommes de terre souf- flées-.? Saremo questa volta generosi, purché ci prometta di non ricadere più in simile colpa e Le diamo in questo numero l'attesa risposta. • * * E. G- (Brescia). — Ella è sorpresa che in un giornale di cucina la stessa persona che tratta la materia gastro- nomica si permetta (il «si permetta» è nostro, Lei non ci mortifica così apertamente) si permetta — diceva- mo — abbandonarsi ogni tanto al lus- rf del purismo letterario. Beh, comin- ceremo col da*» una piccola soddi- sfazione: La pe-sona che redige la Piccola Posta di questo nostro giorna- le, pur allettandosi, tra fornelli e casseruole, di parlare con le buone massaie, con i cuochi e, magari, con le domestiche, dei temi più pratici e più umili, è laureata in Belle Lettere (pieni voti assoluti con speciale altis- sima lode). E' pertanto meritevole d'indulgenza se, talvolta, discorrendo di cucina, le succede, quasi suo mal- grado di incappare in, qualche accen- no che ne rivela una cultura non esclusivamente gastronomica. Ciò premesso, dobbiamo esaminare ora — per rispondere alla frase: «El- la che vuol fare del purismo» — i vari capi d'accusa e permetterci la difesa. Guardi, però, gentil signora, che potrebbero essere incriminati anche i Suoi rilievi perchè, ad esempio, «del», Partitivo, è condannabile dai puristi; sì che, dal Suo pulpito, non si dovreb- be, all'atto di fare la predica contro le impurità, usare... del purismo im- puro. E veniamo alle sue crìtiche; 1) Perchè Le dà noia il « qual'è» con l'apostrofo? Nella lingua «parla- ta», romani » toscani non direbbero mai « quale é» per ragione eufonica; come non direbbero «la amica» e «lo oro». E dove più lingua «parlata» d'u- na Piccola Posta in un giornale di cucina? 2) Le ha dato pure ai nervi il no- stro inciso sulla difficoltà di tradurre la parola « gilet», «Panciotto» — ave- vamo scritto — è parola volgare. La sig.na E. G. di Brescia ci osserva: «Volgare parola? Lo dice Leb>. No: lo dice anche qualcun'altro e di noi as- sai più autorevole; per esempio l'Ac- cademico Alfredo Panzlni che, al ri- guardo, si esprime testualmente così; « Il vocabolo panciotto sembra poco elegante e più adatto ad indicare ì gilè del '700». E poiché lo stesso Pan- zini, in questa sua opinione, scrive: «I gilè del '700» e non già «I (lilets dei '700», c'insegna praticamente il modo dì tradurre, italianizzando, — come, appunto, hanno già fatto ì To- scani e i Romani — la parola stranie- ra. si dica: «gilè» (così come si usa oggi: «tassì»). Del resto è abbastanza naturale che quel vocabolo sia un po' francesizzato, data la sua origine: da Gille, perso- naggio comico del Teatro francese, che portava una veste senza maniche o, come pure è probabile, dal sarto Gille che per primo fu fabbricatore di gilè. 3) se ci è sfuggito dettaglio, come Lei nota, siamo pronti a chiederne scusa ai vari Rigutini, Fanfani, Mei- zi, Petrocchi e, sopratutto, all'Acca- demia della Crusca, poiché, anche senza il lusso di una laurea, sapeva- mo anche noi, fin dalle scuole elemen- tari che dettaglio può essere consi- derato come un neologismo ed è pre- feribile particolare. Ma che proprio debbano capitare i Quanto alla mostarda di frutta, leg- ga nella rubrica della «Dispensa» la prescrizione che ne dà il celebre Ca. pocuoco Mario Marinoni dì Milano. * * « F. L. (Maratea Porto). — Per la conservazione dei piselli, veda quanto rispondiamo all'abbonato E. T. di Monte Urano in questo stesso numero Per quella dei fagiolini, saremo pre- cisi al prossimo numero. * * * E. W. C. (Padova). — Ci dediche- remo di nuovo alle spedalità di cuci- na ebraica. Senza dubbio ivi avranno meritato posto le Sue ottime ricette del genere. * • • Dottor G. A. (San Lazzaro Albero- ni). — Avrà potuto constatare la no- stra oggettività con la quale ci siamo rinfoderata la piccola critica che Le avevamo mossa per la Sua domanda. Infatti, in seguito a quanto ci scrisse l'abbonata M. G- P. di Montepulciano, noi, doverosamente, pubblicammo la ricetta per preparare il caviale in ca- sa e ciò Le sarà riuscito di meritata soddisfazione. • » • E. T. (Monte Urano). — Grazie del- la ricetta che vedrà pubblicata. Quan- to alla conservazione dei piselli. La invitiamo a rileggere la nostra ricet- ta, pubblicata nella rubrica della «di- spensa» nel numero di novembre 1930 e cioè: «Sgranare 1 piselli, poi riempire le bottiglie (lasciando vuoto il collo di esse), poi turare ben? e legare il tu- racciolo. Si copre il fondo di una cal- daia con dei canovacci, indi si di- spongono ben beine le bottiglie co- prendole con un altro canovaccio, piuttosto grosso, bagnato. Si aggiunge poi acqua in modo che copra tutte le bottiglie, si accende il fuoco e gì la- scia bollire adagio adagio per un'ora e mezzo, poi si lascia raffreddare». Altri trattati di gastronomia a noi noti non danno diversa prescrizione. E poiché, noi, in persona, non li ab- biamo mai conservati, non possiamo che riferirci a quanto ci insegna la teoria, e «girargliela» con l'augurio che in un più accurato esperimento 11 sistema generalmente insegnato possa riuscire anche a Lei. R. C. S. (Roma). — Come mal, El- la che abita a Roma, dove l'UPIM ha uno dei suoi ventidue magazzini — (come a Bari, Catania, Firenze, Mes- sina, Palermo, Padova. Piacenza, Ve- rona ecc.) — non li ha visitati? Ciò Le chiediamo, perchè, allora, non si troverebbe in imbarazzo sul come sa^ per arredare una cucina con pochissi- ma spesa: l'UPIM vende tutti gli ar- ticoli casalinghi, che possono servire alla massaia, a prezzi non solo mode- sti, ma tali che, messi a confronto con quelli correnti per gli stessi gene- ri, sembrano addirittura inverosimili. Per esempio: una casseruola di allu- minio, tre lire; un tegame a manichi, dello stesso metallo, due lire; un co- lapasta a pìedn e maniglie e una pen- tola bombata, sempre nello stesso me- tallo, lire cinque ecc.. Provi. E l'UPIM ci dica grazie per questo po' po' di réclame! Delia L E G E N T I L I A B B O N A T E che ricì.ieono variazioni di indirizzo sono pregate di aggiungere sempre la vecchia fascetta di spedizione e Lire Una in francobolli. Per eventuali reclami unire possibilmente la fascetta e specificare data, numero e importo preciso del vaglia o del C[C. Ameich veecchi e neuov RISOTTO E MINESTRONE Iat e aac e a g n voe r s l i ds u Fra qualche giorno partiranno da Milano due autofurgoni appositamen- te attrezzati per compiere un giro di propaganda nell'Italia Meridionale e in Sicilia a favore del riso. Alla buona e candida massaia questa potrà pare- re, magari una esagerazione. V i se sapesse quanta importanza ha la risi- coltura per la nostra Nazione, e quale parte rappresenti nella nostra econo- mìa, la meraviglia sarebbe fuori posto e il provvedimento preso dall'Ente che il Governo Fascista ha ereato in dife- sa di questa speciale branca dell'agri- coltura sarebbe giustificato. I due furgoni sono provvisti di cu- cine e faranno quindi una propagan- da « pratica ». In ogni comune, gran- de e piccolo, si installeranno sulla piaz- za principale e ammànniranno « ri- sotti» e dimostreranno praticamente come sia gustoso e nutritivo questo alimento. La cattiva fama del riso dipende, oltre die dal cattivo ricordo di milio- ni di persone che l'ebbero offerto nei- I L Ä N O convégn o a l i r a i ® È l i W iuouqiiq Ululimi " Mangiar meglio, spender meno M Locale di antica fama — fine trattamento familiare — personal- mente diretto dal Proprietario Via Amatore Sciesa 8-10. (Prop. BINDI CESARE). tutte a noi?! L'altra volta fu un Co- lonnello a, levare altissime strida per- chè gli era parso (e gli dimostrammo che aveva torto) si fosse incorsi in qualche inesattezza linguistica parlan- do di ricette gastronomiche. Oggi ri- ceviamo i rilievi letterari di una colta abbonata... Ma, dunque, vi abbiamo abituati, proprio così male che, con queste straccie cinque lire annue di abbonamento a un giornale la cui ma- teria (e per le firme e per varietà, indipendentemente dalla parte che forma l'oggetto principale, giustifiche- rebbe un prezzo almeno decuplo) vi credete in diritto di stare con l'arco teso anche in questioni di letteratura e al punto da farci carico se, fra cin- quanta o sessanta capi di corrispon- denza di Pìccola Posta, ci scappa un dettagli invece di un particolari?! In quanti libri veramente di letteratura e che vanno per la maggiore non si rileva qualche analoga syista? Si vede proprio che alla signora Ele- na Gaddi di Brescia, noi non siamo punto simpatici. Chi sa perchè? m * <• A. J, - Capocuoco (Mestre). — Non abbiamo mancato di comunicare al- l'Autore di fiando, e la Cucina tutto l'entusiasmo ch'Ella dimostra quale interprete, come scrive, della Sua classo Nella parte pratica che presto ci assumeremo, per il trionfo della proposta del dottor Mantovani, terre- mo conto della Sua giusta raccoman- dazione In merito alla cattedra di ga- stronomia. * * . . ABBONATA DI MAIDA di Catanza- ro). — Ella non crederà, certo, che ci vogliamo appropriare del francobollo da 50 centesimi se, invece che per posta ordinaria, Le rispondiamo su questo foglio. Non possiamo stabilire il precedente di una corrispondenza con i più dei duecentomila abbonati al nostro giornale su tutti i quesiti che possono interessarli personalmen- te. La Piccola Posta rientra negli ob- blighi, diremo così, redazionali, mentre le epistole ordinarie richiedono un ap- posito personale per corrispondenza d'ufficio- Inoltre la Piccola Posta ha uno spa- zio limitato e non sì può rispondere a più che alcune decine dì capi di corri- spondenza. Invece, col sistema delle lettere a parte si potrebbe arrivare ad iperbolici quantitativi di lettere e car- toline da spedirsi ogni giorno, sì da dover scritturare magari altri speciali impiegati. Venendo alla sostanza della Sua ri- chiesta Le risponderemo nel prossimo numero * il - A. A. (Roma). —• Senza aspettare d'inserire nella apposita rubrica fol- clorista, la ricetta dei carciofi a lla Ro- mana, ci affrettiamo a pubblicarla in questo stesso numero perchè è proprio adesso la stagione dei carciofi. La sua richiesta, da noi appagata, darà sod- disfazione — siamo certi — a tutti i lettori. . . . • / . J le trincee e nelle caserme in deplore- voli condizioni di cottura e di condi- mento e nei quali anche ossi il pen- e ro del riso si accompagna all'imma- gine di una poltiglia immangiabile che finiva al di là delle trincee e nel- le bigonce dei rifiuti, anche dagli er- rori grossolani di tecnica culinaria. In molti esercizi pubblici si preferisce li- mitare l'offerta del riso perchè non si sa cucinarlo bene. I f u r g o n i vogliono dimostrare, invece, come un piatto di risotto, preparato con cura, sì, ma con una cura semplice e sollecita, sia ima pietanza saporita e di ottimo gusto. Alla Fiera di Milano dove gli auto- furgoni dell'Ente Risi hanno iniziato il loro esperimento è accaduto un fe- nomeno singolare. Pure i lombardi so- no definiti « mangiatori di riso » ! Con i risotti, gli autofurgoni preparavano anche gli altri cibi a base di riso, co- me «arancine» — riso imbottito di carne —; supplì — riso filato con for- maggio —; «frittelle», «gelati», an- che questi a base di riso. Tutti pe* una lira. Una Fiera anche se è 11 più grande mercato d'Europa, come è quella di Milano, ha un carattere spiccatamente popolaresco e festaiolo. Ebbene, avessi visto, lettore! Che spettacolo! C'era- no gli sfrontati che, senz'altro, sce- glievano il risotto: ai parmigiano, al ragout, alla milanese, al pomodoro. C'erano le «mezze coscienze» che -i indirizzavano alle « arancine » o ai «supplì» o alle «frittelle», c'erano pudichi, gli estetizzanti che si avvia- vano al gelato. Al gelato con un mo- to dì sorpresa; «Come, un gelato col riso? Ed è possibile? Proviamo! », K saggiavano e trovavano eccellente. Ormai s'era al banco degli assaggi. « E questi cosa sono? »- Una venditri- ce illustrava. « Sempre a base di riso, signora. C'è della carne, dell'uovo, del formaggio». «Proviamo». E si assag- giava anche qui. Poi, infine, il risotto. Una progressione di contentezza, dì allegria, di soddisfazione! Così che accadeva che quelli che, a- vevano Iniziato col gelato facevano un pranzo all'Inverso fra la meraviglia dì quelli che 1 pranzo davano una suc- successione regolare. Operai, addetti agli «stands», im- piegati, belle figliole, coppie in avven- tura, collegi, pretini, tutti si rifocilla- vano ai banchi degli autofurgoni di propaganda dell'Ente Risi. Durante le ore della colazione e del pranzo quan- do alla folla che sciama per i viali della Città dei Traffici sì aggiungono anche le migliaia di commesse in ri- poso per il pasto, a quei banchi era un mareggiare di folI% alla conquista del risotto. Piazzate nella zona degli alimentari, le cucine dì propaganda avevano tra i clienti — non lo imma- ginereste fra mille — persino ì ven- ditori dì pasta asciutta, i camerieri dei bivacchi improvvisati. Nostalgia del risotto, si dirà, trattandosi di mi- lanesi! Ma a parte l'arguzia che di milanesi ve ne son pochi a Milano, non è sempre una bella vittoria e un bel successo? • * * Propagandare il consumo del rìso, anche nel Mezzogiorno, vuol dire oggi rendere un servizio all'economia del Paese perchè s| conserva alla nostra terra una coltivazione plurisecolare che ha redento migliala di ettari di suolo acquitrinoso dallo squallore del- l'abbandono; all'economia del Paese, perchè offre annualmente al nostro bracciantato — 500 mila persone — venti milioni dì giornate lavorative e trecento milioni di salari; all'econo- mia del Paese perchè alla risicoltura è legata la sorte di parecchie migliaia di aziende agricole che tutti gli anni alimentano col loro prodotto oltre mezzomigliaio di aziende industriali. Alla salute del popolo perchè -— come afferma il prof. Devoto — «le albu- mine del riso sono dotate dì un'alta valenza biologica e si possono consi- derare privilegiate perchè nei campo alimentare sono le più valide per le riparazioni a cui quotidianamente ha diritto l'organismo per coprire le in- cessanti usure della vita giornaliera e per gli impellenti bisogni della cre- scita ». Anche tralasciando gli argomenti e le osservazioni scientifiche facciano una rapida rassegna nella letteratu- ra. Il Marchese Spolverini al riso dedicò nel secolo XVIII un poema- di ottomila versi, il filologo Cherubini inserì una sua ricetta nel vocabolario milanese italiano, il D. R. Raiberti. quello dell'arie del convitare, insegna anche luì il suo piatto: il minestrone freddo. E poi Rossini, Pascoli, Blasco Ibafiez e cento altri, ora la lettera- tura sul riso dorme da qualche anno, e auguriamoci che il posto sia preso dai cuochi che, cucinando il riso con quell'arte che fa del nostri re della cu- cina 1 migliori del mondo, sanno farsi leggere e capire al posto dì certi poe- ti che non si leggono più. La cucina italiana — dimentichia- mo i tentativi del carneplastico futu- rista e le minestre di brodo di sole con le violette per verdura — è rima- sta, nei suoi elementi fondamentali. quella dei nastri padri. E' un bene. Il riso nel Nord è sempre l'alimento preferito per le minestre. Quelle mi- nestre sostanziose e sapide come il minestrone, oolorite e gustose come il risotto. Minestre che sono base In- tegrante del pranzo e ne contengono molte partì quasi In embrione tal che facevano esclamare al Raiberti già citato « sono come una brillante sinfonia che vi accenna e vi abbozza principali motivi che avranno più ampio sviluppo nello spartito». Facile è combinarsi con il pomo- doro — sovrano delle tre vitamine — come afferma il Devoto, col brodo, col parmigiano, col burro, non si com- prende perciò come nel Mezzogiorno il riso non si diffonda. Forse è diffi- cile rimuovere tradizioni alimentari profondamente radicate nel popolo. Ma un po' alla volta, quella del riso, è una battaglia che bisogna vincere anche nel Sud. Diciamo ai meridiona- li: «Mangiate un po' più di risotto» e rendiamo efficace quest'Invito con le dimostrazioni della scienza e la te- stimonianza dell'esperienza. Le abitu- dini inveterate e u gusto acquisito la- sceranno, così, un po' dì poeto anche al riso. La propaganda degli autofurgoni acquisterà certo delle reclute al «ri- sotto» e al «minestrone» e a tutti i mille piatti che la fantasia delle massaie potrà preparare. E sarà oltre una vittoria del ^usto anche una con- quista dell'economìa nazionale. Cesaf Abbonatevi a LA CUCINA ITALIANA Continua, imponente, il plebi- scito di simpatia verso questo no- stro giornale e non possiamo a me- no di sentirci pervasi dal più vivo compiacimento. Diamo oggi l'elenco di quelle ab- bonate gentili che hanno, voluto dimostrarci la loro amicizia, non soltanto con la loro adesione, ma procurandoci spontaneamente al- tri abbonamenti. Alle nuove amiche, agli abbona- ti nuovi, porgiamo il nostro cordia- le benvenuto nella nostra grande famiglia, con la certezza che... vor- ranno aiutarci a renderla ancora più grande. Alle amiche non nuove, alle af- fezionate propagandiste nostre, la espressione del nostro animo grato. * » » Un ringraziamento speciale ri- volgiamo pubblicamente a quegli abbonati, veramente benemeriti, che ci hanno procurato oltre 5 nuovi abbonati e cioè ai signori: cav. Lo Presti, di Marsala; sig. Do- rigo, di Castagnole; sig. Rossi di Terracina; dott. Fanzini di Rimi- ni; sig.na Podda, di Sodali; sig. Audino, di Savona; sig.ra Folloca, di Napoli; sig.ra Lisoni, di Peru- gia; sig.ra GìachinoEnrietti, di Lo- cana Canavese; sig.ra Garavaglia Gallazzi, di. Busto Arsizio; sig.ra Beretta, di Genova; sig.na Enriet- ti, di Locana Canavese. » * *. Hanno ugualmente procurato nuovi abbonati, le signore e i si- gnori; Gasare Milanesi, Lecco; Angelina Gor- rini Persico, Bergamo; Mecchia Tobia, Tolmezzo; Gen. Federico Ferri, Torino; Cogoli Teodosio, Verona; Margherita Mi- gnini Pallotta, Perugia; Mercedes Eusta- chi, S. Antioco; Santoni Antonio fu F.sco, Sorso; Amelia Bredo, Piove di Sacco; Tilde Abbate Crespi, Como; Gino Mug- giani, Milano; Emma Pedrizzetti, Arona; Signorina Teresina Petilli, Vistrorio Ca- navese; Costanza Carosio, Torino; Ulis- se Azìmonti, Busto Arsizio; Gianna Pla- tel, Cannerò (Novara) ; Gina Bellizzari, Brescia; Flora Battocchi, Tione di Tren- to; Maria Colombo, Ozieri; Maria Bossi, Milano; Zelinda Vassena, Arezzo; Silve- stri Gianna, Montecatini Terme; Votta Alberto, Borgone di Susa; Bina Fistarol. Schio; Feli Graziolo, Rapallo; Lina Mad- dalena,' Lecce de' Mkrsi; Fausta Pianzi, Monasterolo di Robecco d'Oglio; Ange- lina Gorrini Persico, Bergamo; .Rag. Car- lo Corti, Como; Emma ved. Viecusa, Ve- nezia; Gen. Roberto Calcagni, Voghera; Ines Straci, Bologna; Angiolina Berta- nì, Novara; Lina Confalonieri, Milano; Aldo Didan, Venezia; Carina Dellagiaco- ma, Trento; Angelina Mazzini, Veli etri ; Gioconda i.a Perla, Algeri; Emma Pela- gatti, Roma; Maria M-elr-11 i Faglia, Chia- ri; Giuseppina Bocca, Vigevano; Aogeta l'azzini, Valmadrera; Sciami Elisa, Sa- vona; Giovanni Pettineo, Petralia Sotta- na; Francesco Bocco, Napoli; Emma Magaldi, Boma; Gemma Novaria, Nova- ra; Irma Perriccinoli, S. Rocco a Pilli; Cesarina Rocco Moretti, Chiari; Mecchia Tobia, Tolmezzo; Peppina Colonna, Bo- logna; Aurelia De Bernardis, Chiavari; Alfredo Bianchi, Borgosesia; Idea Degan, Boma; Vigilia Trota, Milano; Carmen Lambo, Bologna; Raffaella Figari, Torino; Laura Giuliani, Biella Piazza; Maiorana, Galliate; Sorbi, Sestri Ponente; Linfozzi, Strambino; Bolognini, Genova; Cristiani, Pisa; Bertocchini, Livorno; Oldini, Mi- lano; Bruno, La Spezia; Bellini, Cremo- na; Mentasti-Berquier, Varese; Dorigo, Castagnole, Scalone, Pkzzo; Rossi, Ter- racina; Brandi, Milano; Ceroni, Padova; Fuselli, Genova-Pegli; Giovannini, Mi- lano; Illuminati, Fermo; Gallabresi, Co- rizia; Guelfi, Appiano Gentile; Figari, Torino; Raina-Buelli, Legnalo; Grosser, Venezia; Rossoni, Lodi; Capitaneo, Pale- se; Lucchini, Genova; Stefani, S. Dal- mazzo Tenda;. Cassilde Brandi, Milano; Giaele Ceroni, Padova; Teresa Lupi, Mi- lano; Mentasti Berguier, Varese; Umber- to Casali, Lucca; Giuseppe Perotti, S. Marzanotte d'Asti; dr. Giuseppe Panzini, Rimini; Delfina Ruggerini, Parma; Zor dan Raffaello, Carmignano di Brenta; Fanny 'fettoni Melchiori, Torino; Caru- so Antonino, Belpasso; Antonietta Onga- ro, Como; Elisa Tarameli! Conti, Ber- gamo Alta; Trasatti Isabella, Marina Palmense; Lina Gottardi, Mirandola; Lu- cia Tosolini, Poccesia; Michelina Frugis Tarantini, Polignano a Mare; Ninetta Podda, Sadali; Paola Carli, Livorno; An- dino Vincenzo, Savona; Turati Ersilia, Piancastagnaio ; Franco Barbieri, Tocra (Cirenaica); Giulia Lorenzini, Milano; Cap. A. Pesaro, Varese; Luparia Vetu- lia, Villanova Baltea; Bice De. Benedetti, Genova; Col. De Albertis, Torino; Giulia Baldani, Bologna; Antonio Tusacciu, Car- loforte; Amalia Burla, Borgosesia; Gian- na Faggioni KordigotJi, La Spezia; Maria Monteferrante, Roma; Adele Sigismondo, Bergamo; Syla Ghisetti Stramezzi, Cre- ma; Erminia Melchiori, Crespano sul Grappa; Anna Travaglini, Reggio Em.; Attilia Banzi, Canzo; Elena Gibelli, Mila- no; Maria Nigri Anita, Intra; Antonia Folloca, Napoli; Dr. Andrea Scotto, 0- deizo; Maria Monteggta ; Bianca Morano Foggiani, Vogogna Ossola; Rita Cestari, Bezzecca; Giulia Rossi Germano, Torino.; Adelia Lombaidozzi, Lama de' Peligni; Clara Dallo, Savona; Clara Dallo, f ira- versetelo (Parma); Alfredo Bianchi, Bor- gosesia (Vercelli) ; Mariani Elisa, Pia- stra (Macerata); Lina Tonella di Gio- vanni, Ponzone Cereie (Vercelli) ; Anna Brigatti, Piacenza; Maria Vedani, Varese; Alberto Glierardi, Castellana Gropparel- lo (Piacenza); Pia Gennari, Trento; Ca- uepa Emilia, Genova; Elena Polettini de Paolo, Galatone (Lecce) ; Emma Si- soni, Perugia; Olga Lampugnani, Nova- ra; And eia Gaudio, Varallo (Vercelli); Marta Buy, Roma ; Lovera Antonio, S. Lu- cia Tolmino (Gorizia) ; Giuseppina Melis, Sassari; Argentina Marchi, Reggio Emi- lia; Gino Abate, Torino; Marina Vebu- loni, Mortara; Antonio Selis, Albona; Tecla Caterini, Pisa; Carta Lea, Croce- mosso (Vercelli); Spozio Rosa Lmno; Berti Emma, Bologna; Florinda Simipn, Imer; Tobia Mecchia, Tolmezzo; Nmy Martinolo, Sassari; Laura Ponti, Milano; Domenico Centailieni. Stanghetta (Pado- va); Giuseppi Grisi Schettini, Trec- china (Potenza) ; Maria Giacchino Enriet- ti, Locana Canavese (Aosta); Reale Ma- ria, Casteggio (Pavia); Prof. A. Gal- dieri Nocera Inferiore; Mariannina Zuc- chi Moutereale (Aquila); Giulietta Me- non, Roncade (Treviso) ; Ripolli Salva- tore Taranto; Anna Damiano, Novate Mez'zola; Elvira Piazzalunga, ^ Pellegri- no (Bergamo) ; Matilde Ballanano Dio- nisi, Palermo; Elda Cimatti, Aquila; Li- na Trotti, Gallarate; Scevola Mariotti, Pesaro; Pia Barile, Rtivo di Puglia; Va- leria 'Gay, Bergamo; Pagan de Paganis Giorgio, Verona; Teclg, Caterini, Pisa; L<>- reta Sorrentino, Castellammare di Sta- bia; Caterina Polzinetti, Lanciano; Gio- vanni Zambelli, Albignasego; Lucia de Luca, Latiano — Pietro Roscini, Foligno; Alba Bonomo, Trieste; Adria Mascia, Tunisi; Nina Boschetti, Savona; Emma Libera, Mantova; Alnia Viale, Genova-Ri- varolo; T. Colómba, Torino; Pia Gaia- vaglia Gallazzi, Busto Arsizio; Albina Sappelsa, Perticara; Severino Putto, De- monte; Miceli Francesca, Lecce; Zani- belli Celestina, Casalmaggiore (Cremo- na); L. Piscel, Rovereto; Delia Beretta, Genova; Diana Salerni, Bologna; Maria Cappai Can, Borore (Nuoro) ; Ins. Erne- stina Garino, Palazzo S. Gervasio; Giu- seppe Rodi, Bergamo; Ida Contini Bian- dle, Gualdieri Emilia; Tilde Colli, Pia- cenza; Loreta Sorrentino, Castellammare Stabia; Letizia Capellini, Genova; Lina degli Eredi, Piccianello "; Claudia Janneì-i li, Catanzaro; Rag. Damiano Sartorio, finerolo; Giacobazzi Olga, Siena; Mad- dalena Ferrara, Melicuccà; Maria Guan- tieri, Verona; Rapetti Enrico, Monza; Giulia Azzaioli Pantoli, Lugo; Abdon Spadoni, Roncadelle; Clara Greggio, Sa- gliano Micca; Giuseppe Pietri, Milano; Nina Milla, Firenze; Isa Gelini Ghiglio- ne,- Bagnasco; Jelpo Carlo, Lecce; Tito Ricordi, Milano; Almena Neri, Terni; Maria Carsana, Terracina; Giuseppe Pie- tri, Milano; Agata La Mattina, Napoli; Botta Domenica, Genova; Giuseppe Ba- roni, Fiume; Etta Brunetti, Savona; Ri« na Angeli, Carrara; Maria Bertagnoni, Vicenza; Rina Bertolini, Mestre; Maria, Enrietti, Locana Canavese; Ernestina Of riani,- .Verona; Rossi Clelia, Torino; Ca- saroli Mario, Monza; Emma Picecco, Pa- dova; Elena Salimbeni, Firenze; Gtovan- nina Cescuttì, Bologna; Giuseppe Scotto, Istanbul; Angela Prosa, Sestri Levante; Anita di Costanzo, Pola; Serg. Angelo Usai, Cirene; Buffa Virginia, Agnedo (Trento); Bag. Luigi Balestra, Strambi- no; Berteletti Ermelinda, Serravalle Se- sia; Alice Calchi-Novati,- Milano; Anto- nina Rivoira, Bonorva; Prof. Elze Taca cani, Foligno. A tutti porgiamo ì nostri ringrct" ziamenti più vivi e devoti. L a casa per tutti E' la pubblicazione di una donna: La professoressa Anilina Pòlito Fan- tini ; quindi di una competente in ma. terla. Il volume (editore A Solmi « Milano - L. 10,50 per mal ia e li- re 12,50 per l'estero) consta di 218 pagine ih grande formato con circa 40 illustrazioni ed è, naturalmente, de- ¿ücato in modo speciale alle donne;] alle signorine che sognano il nido; al- te fidanzate per cui la casa è una, realtà d'amore e alile spose cih.e devo, no rendere più bella la loro dimora perchè sìa sempre più gradita ai ma- riti ed ai figli. Tutte vi possono trovare suggerì* «lenti realizzabiilissèmd per abbellire ia propria casa con buon gusto e re- lativamente con lieve dispendio. Direttore - Responsabile UMBERTO NOTARI ! Stabilimento tip. del «Giornale d'Italia» ROMA - Corso Umberto, Palazzo Sclarr» PICICOL AIVVIS UITIL Centesimi 70 la parola (Oltre tassa erariale dellT.80 %)' Richiamiamo in modo speciale l'at- tenzione dei nostri lettori su questa Rubrica degli Avvisi Economici. Con spesa lievissima si è sicuri di far co- noscere ad un pubblico estesissimo la propria richiesta, o la propria offerta, che verranno così certamente esau- dite. DOPOLAVORO CUCINIERI, "Via San Paolo 9, Milano. Ottimi Cuochi di- sponibili. Collocamento gratuito . CONSERVAZIONE UOVA: Usate so lo « Garantol » il miglior conservatore delle uova, venduto brevettato in tutto il mondo da oltre cinquanfan- ni. Diffidate dalle imitazioni. Do- mandate schiarimenti listino Depo- sitario M. Marteletu - Borgaro To- rinese. VINI DA PASTO, genuini, prezzi con. venientissimi, spedisce al consuma, tore in fustini o damigiane, il pro- duttore Dottor Michele Manfrìda, Macchia (Catania). Richiedere- li- stino. 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