ROSSETTI - Dello scalco - 1584 copia

IfUejfi ingegnifieriti , & infecondi,fòriito cortfidcrmdo, che fé le co fé, che io con lungofludio, & molta peregrinatone ho imparate intorno alnobiliffimo vfficio dello Scalco, riefcono di tanto vtile , & di tanta riputatane, quantofis a,a coloro, che lefanno beriifàre,& per lo cotrario di tanto incommodo, Si poco honorem chiunque ben non le intende ,fia molto debito mio,ctielle fiveggano,a honore & gloria di "Dio , che ni hafitto gratta d intenderle.& beneficio degli huomini,che m'hanno ageuolata la flrada di esercitarle. fonfeffo , che auefla miafatica, non è una dellefette arti liberali ; ma ella e venpero di tanta importanza,chefèn^a quellojctiè iljuofog- getto,nonfipuò nèviuere,nè benviuerc ,• & è tuìtauia tale, che quantogli huomini Conpiùgrandi',tanto maggiore e il be neficiojche ne riceuono : &per dirla inpocheparole,ella e ve ramente cofa da Trencipi . Se benperòpuò etiandio a perso- naggi ,&gentil huomini d ognifor'te ; cofiper feruir altrui, comeper effer daltrui fruiti,infinitamente giouare . Aia co- tnunque ellafia,non e sì picchia herba,ò sì negletto virgulto, eh'infuajìagione non frondeggi ; &fecondo la [feriefuà non fruttifichi: & dopo ciò ricordeuole delbenefichi che dalla ter- ra ha riceuuto,alla terra congrati/sima ricognitione, non ren da il feme. Bajìa a me di non efjer ingrato in quella vocation ne che 'Dio triha data y ògrande,òpiccola ctiella fia,& di mo fìrar al mondo,che iononfon vijfuto otiojo, col tefìimonio di quejìe',qualunque ellefifiano ,da me raccoltefatiche. Le qua- li,douendo iopublicare, ^iadamaSerenifima,non credo gia,chefia neceffarh,che da me s adducano le cagioni, che mi loanno moffo a dedicarle olì AlteT^a vo/ìra. Percioche non ì alcuno hoggimai, che nonfappia,cheper tantica & naturale mia deuotioneverfodi lei , perla feruitk eheffercito in corte fita

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