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Dagli
ot.lncento
metri in su cominci<\
la
zona
tlel
faggio
as~ÌPilW
a
hctnlle, acero.
t,
i
gl
io.
Il
f'ìtgg-io
è
la
pianra. che
<lovdt
ri–
C<>l'tin•
il nostro .Appc·nnino:
è
E:>-..igente
quan–
to a suolo. che
richiech~
fresco.
buono.
ma.
~i
:-;\'ilnppa.
in
modo meraviglit -;o.
Il
p
ino si
h·eslrc pnò
mettersi
in
terreni
silicci ingrati.
qnali si trvvano in molti
pnnli delltL noslru.
media
montagna.
P ianto nuove
<1<1.
introdursi sono
l'abete
bié"tnco, che nn
tempo
coromn·a le
cime
<loi
nostri
Appennini.
Va piantato
al limite
:-,mp<'riorc
della
~ona
del faggio e asswnw
cHl
esso;
ha le
Htcsse esigenze.
Pure
all'
altc~za
del faggio '"'è
l'
abeto
rosso
e
il
pino
austriaco che
possono
pian·
tarsi : si ricordi pc
n'>
che a
mano terrcn
i
<·alc<ll'i
t•
pen·il> m•!
l'alto
A
ppf'nnino,
fot·
matu da terreni sciolti,
non
troverobbero
condizioni
adatte di
accre~cimeuto.
Il
terreno del nostro Appennino.
Pt>rehè
p•·t·
prueedt•re con
sicure:r,za
a
rimbo'lchimenll volendo inlrodurre
le
pian-
J