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Porre sei campate sui lati nord e sud sarebbe probabilmente risultato eccessivo e si sarebbe
inficiata l’armonia del prospetto che avrebbe presentato arcate troppo strette ed alte in
confronto anche con quelle, morbide e lunghe, dei lati adiacenti. Quattro aperture invece,
seppur ad arco a tutto sesto, particolare che avrebbe permesso di ottenere un’omogeneità
d’insieme, avrebbero sottolineato eccessivamente la forma rettangolare della corte. Il
numero cinque sembra dunque essere una sorta di “optimum” fra la prima e la seconda
possibilità presentate.
La scelta di porre cinque campate sui lati minori e sei su quelli maggiori potrebbe anche
discendere da un confronto con il Chiostro Grande del Monastero ; secondo Sardi, come
precedentemente visto, quest’ultimo presentava cinque campate a nord, cinque a sud e sei
ad est. Purtroppo non si sa se anch’esso presentasse archi gotici su certi lati alternati ad
archi a tutto sesto in altri.
Dall’osservazione della pianta riportata sull’Atlante Sardi si nota come tutte le campate
avessero forma quadrata. Nel Chiostro Piccolo a noi oggi rimasto, campate quadrate si
hanno solo in corrispondenza di archi a tutto sesto ; con archi acuti si sviluppano invece
campate rettangolari ( figura 5 ). Si presume quindi che il Chiostro Grande presentasse archi
a tutto sesto su tutto il perimetro e che l’introduzione dell’arco acuto sia stato in realtà un
espediente geometrico.
L’esistenza di archi gotici, di indubbio retaggio medievale, è un elemento di conferma per la
datazione tardo quattrocentesca del Chiostro preso in esame.
La presenza di archi di differente fattura potrebbe portare a pensare a diversi tempi di
esecuzione dei lavori. Questa ipotesi si trova tuttavia senza fondamenta se si prende in
considerazione l’apparato decorativo : si noti per prima cosa la continuità delle cornici
marcapiano in cotto ( figura 6 e figura 7 ), di carattere più protorinascimentale rispetto alle
altre decorazioni ; in secondo luogo si vuole sottolineare l’esistenza, tanto nei capitelli che
sorreggono le arcate gotiche, quanto in quelli da cui si sviluppano archi a tutto sesto, di uno
stemma riproducente un torello rampante : è questo il simbolo della famiglia Carissimi (
figura 8 ).