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giano, facendo M"et·vare come ne sia cons1gliabi1P.
dove la mano d 'opera
lo
permette, l'adozione, poi–
chè con esso si possono
ra~gitmgere
persino
gli
ottocento quintali di pl'Odotto per ettaro.
Da)Jp
proYe fatte c dai dati raccolti è senza dubbio ac–
cert.:'lto che con questo metodo si è ottenuta una
media produzione di 500 q
l.
pet· ettaro.
Le piante generalmente si mettono a 40 cm.
sulla fila c
lo
filo a 70 cm.
fn1
loro. Quando le piante
hanno omesso un grappolo di fiori sul fusto pl'inci–
pale o appaiono all'ascella delle foglie dei fusti se–
condari, fra qnesti si
scc.~lic
il
più vigoroso che si
conset·va assieme al fusto principale: tutti
~l
i
al
t
l'i
o colle unghtc o collo fol'bici si recidono.
J
due
fusti si ttllungano cd emettono all'ascella delle
foglie gettate, che tutte si recidono in modo da
avere due soli fusti copet·ti di foglie e di fiori.
Quando hanno raggiunto nn' altezza tale da non
poters1 più regge1·e si tende in mezzo ad ogni due
file all'altezza di m. 2
il
filo di ferro ponendo
i
pali a m.
10
di distanza. .\d ogni pianta si uni::ce
una canna che viene legata al filo di ferro colln
sua estremità. ,
'i
sef{uita quindi a scacchiare le
'lettate ascellari c so la pianta diventa tt·oppo
alta c sot·pas::Et
il
sostegno, si cima.
Questo sistema richiede maggier mano d'opera
pct· la scacchiatum (in complesso 50 giornate per
ettaro) e t'i
t
h
i
ede l'impiego
dci
oo.nne (30-35000