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La gran Torre
del Comune
(1246)
Come Parma Romana vantava i suoi monumenti
nel Teatro
(i
cui resti sono stati trovati sotto piaz-
zale Sant'Ulderico) e nell'Arena (zona del
Collegio Maria Luigia) la città medievale, fiera
della propria autonomia, aveva eretto, quale im-
bolo della propria libertà ed
in
gara con i centri
confinami, la gra nde Torre del Comune, antichis-
sima, ma per mo lti secoli limitata alla sola base
quadrata.
Quando si immagina la città medievale, pitl che
alle mura, alle cattedrali, al palazzo pubblico si
è
portati a pensare alle torri, anzi alla •selva di torri·
che doveva caratterizzarla.
La
spiegazione per
giustificare queste costruzioni - domestiche e bel-
licose a un tempo - potrebbe allora essere ricer-
cata nella mancanza di spazio che si aveva nella
città, attorno al Mille, racchiusa nella ristretta cer-
chia altomedievale. Ma col tempo avrebbe poi
finito con l'essere la materializzazione del biso-
gno di difesa nella lotta fra le famiglie aristocrati-
che che si conte ndevano
il
potere cittadino, sino
ad assumere il ruolo
eU
pura moda e manifesta-
zione di potere economico e di prestigio di sin-
gole famiglie o dell'intera comunità.
6. 1
16
Proprio in corrispondenza del pilastro d 'angolo
del Palazzo Comunale, ma arretrato di una trenti-
na di metri, ove tutt'ora si scorge un ampio arco
alla cui base
è
collocato l'Albo Pretorio, si innal-
zava fino al 1606 la Torre del Comune. imbolo
di forza, di nobiltà e di potere, la Torre civica era
divenuta elemento caratterizzante della iconogra-
fia cittadina, co
ì
come la descrivono numerose
piante e vedute del XV e del XVI secolo, svettan-
te com'e ra su tutti gli edifici cittadini.
La torre, iniziata nel 1246, venne completata con
la facciata verso la piazza nel 1262. Sorgeva su un
alto zoccolo in pietra a pianta quadrata e subì
numerose modifiche anche a causa di calamità e
di crolli succedutisi nel corso dei secoli.
Su quella ba e, nel secolo XIV era stata eretta una
costruzione in legname, cupoHno o lanternone,
per la campana del Comune. Di questa campana
già parla Fra' Salimbene nella sua
·Cronica•,
quan-
do riferisce che nella fonderia esistente nel Castello
presso il ponte Verde - che poi avrebbe dato
il
nome all'attuale strada delle Fonderie so1ta a ridos-
so dei bastioni dopo la trasformazione del Castello
operata da Onavio Farnese nel 1560
(>
Volume I,
Capitolo 3, p 108) - si tentò di fondere, nel 1285,
la campana destinata alla Torre del Palazzo del
Comune. Diciamo si tentò, perché, dopo lunghe
peripezie, sebbene la campana venjsse fusa da un
maestro Pisano appositamente chiamato,
.-il suo
sono non si udiva neppurper Parma•.
Ma le vicissitudini della Torre dovevano ancora
riempire le cronache: nel 1385 un fulmine ne
spezzò
il
fastigio di colmo e nel 1404, come
ricorda l'Angeli,
1acendosi feste et allegrezze
grandi di fuoco suso la Torre del Comune, s 'ac-
cese illanternone di quella, et arse, onde la cam-
pana cadde a terra·.
D'allora in poi la torre, priva di quel fastigio di
legname, rimase di nuovo limitata alla sola base
quadJata, come si può osservare nella pergame-
na, databile intorno al 1460, che riporta la
•Pianta
di Parma e del suo territorio•,
oggi conservata in
Archivio di tato.
6. 1 Particolare del Palazzo Comunale trai/o dalla "Pianta di
Parma e del sttOterritorio con parte di Borghigiano e Re!!,giano"
disegnata tra Il 1460 ed
il
1465 (ASPR - AIWG). Si nota la robu-
sta base quadrata della Torre del Comune, prima dei successivi
in11alzamenti.
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