LArco
di
San Lazzaro (1628)
Fuori Pona an Michele (poi Barriera Vittorio
Emanuele
>
Volume
r,
Capitolo
l
p 26) esisteva
un borgo
·chiamato volgarmente eli San Gilio o
Santo Egidio, a capo del quale eravi una porta
della Pegololla a cavalcioni della via Emilia•.
Questa porta fu rasa al suolo con tutto il Borgo
nel 1546 in occasione della •tagliata• voluta da
Pier Luigi Farne e 0503 -1547) per ragioni milita-
ri. In quella stessa zona, quasi un secolo dopo -
era
il
1628 - arebbe stato eretto un arco trionfale
per festeggiare il solenne ingresso in Parma di
6.1 7
Margherita de' Medici,
·novella sposa eli Odoardo
6.18
;.·arnese•.
6. 17
24
L'usanza di innalzare archi trionfali per glorificare
fmti o imprese degne di menzione vanta origini
remote. Fatta propria dal popolo romano che ne
disseminò
il
territorio dell'impero, venne ripresa
su quell'antico modello dallo spirito rinascimema-
le che concepiva
il
Signore come autorità da elo-
giare e celebrare per la sua munificenza e per la
sua grandezza. Raramente però gli artisti del
-xv
secolo ebbero occasione di costruirne eli duraturi,
ripiegando su strutture temporanee andate perdu-
te assieme alle decorazioni, a volte preziose, ese-
guite da pittori di talento. La situazione politica
italiana non consentiva di costruire
per l'eternità·
come avevano osato gli antichi romani.
Tra gli archi, tuttora conservati, realizzati in quel
periodo, figurano quello innalzato dal Laurana a
apoli in onore di Alfonso
I
d'Aragona nel 1443
e quello eletto delle calette, a Vicenza, eretto su
un disegno attribuito al Palladio.
·In
ordine di
tempo l'Arco di San Lazzaro si colloca nel pano-
6.18
6.1 7·18Margberita de'Medici e Odoardo, Farnese in due ritratfi del
XVII secolo (CP
-
GAL). Per accogliere il/oro corteo nuziale proue-
niente da Firenze ven11e appositamente proge/lato l'Arco di San
Lctzzctro, cbe costò alla ci/là 50.000 doppie d'oro nel
7628.