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8.1 C
RITERI PROGETTUALI
In questo capitolo vengono trattati gli interventi di consolidamento come risultato di tutte le analisi
svolte sino ad ora, l’obiettivo è quello di evitare opere superflue, favorendo quindi il criterio del
minimo intervento ricercando la compatibilità meccanico – strutturale. In questo modo la
concezione strutturale dell’edificio rimane inalterata, integrandola limitatamente alla capacità di
risposta alle azioni rispetto le quali la chiesa è risultata vulnerabile.
Le metodologie e le tecniche di intervento per il restauro e il consolidamento degli edifici in
muratura devono porsi in una logica che, pur tenendo adeguatamente conto delle aspettative in
merito ai problemi della sicurezza, risulti compatibile con la tutela di questo patrimonio storico e
architettonico. Gli eventi sismici degli ultimi anni hanno portato ad avere sempre minori certezze
sulla reale efficacia di quegli interventi di consolidamento che trasformano la fabbrica muraria in
un ibrido a comportamento misto tra quello della muratura storica e quello degli elementi in c.a. .
Liquidata così l’idea semplicistica che cordoli in breccia, solai in laterocemento, iniezioni e
intonaci armati possano di per sé rendere sicuro un edificio in muratura, si è compreso come gli
interventi non possano prescindere, oggi, da una puntuale conoscenza del linguaggio costruttivo e
dell’effettivo comportamento strutturale degli edifici stessi. I tecnici moderni conoscono poco il
comportamento degli edifici storici in muratura. Questa non conoscenza porta spesso a
sovradimensionare gli interventi di consolidamento per paura di non raggiungere dei coefficienti di
sicurezza adeguati. E’ per tale ragione che alterare sostanzialmente il comportamento di un
edificio esistente, che ha superato in qualche modo eventi sismici passati, a volte violenti, può
risultare estremamente rischioso, in quanto potremmo non essere più in grado di prevedere il
nuovo comportamento dell’edificio modificato.
Le metodologie e le tecniche di intervento proposte sono il risultato di una corretta e approfondita
analisi relativa alle carenze e alle situazioni di vulnerabilità specifiche del manufatto. Tutte le
informazioni raccolte sono state indirizzate a individuare possibili stati patologici e formulare
ipotesi sulla probabilità che questi stati si manifestino in futuro, ad esempio in presenza di
un’azione sismica. Il calcolo vero e proprio assume, in questo contesto, un ruolo secondario e
finisce per rappresentare solo uno strumento operativo nella fase finale, successivo quindi alla
comprensione e alla schematizzazione del comportamento effettivo della costruzione in muratura.
A Sant’Uldarico sono previste tre categorie di intervento volti a ridurre le vulnerabilità residue:
-
miglioramento delle coperture,
-
miglioramento del comportamento nel piano delle pareti con l’inserimento di cordoli,
-
miglioramento sismico della torre campanaria.