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2.3 P
LANIMETRIA DEL COMPLESSO DI
S
ANT
’U
LDARICO DI
G
IUSEPPE
C
OCCONCELLI
, 1811
Presso gli Archivi Nazionali di Parigi è conservato un documento risalente al 18 giugno 1811
redatto da Giuseppe Cocconcelli
4
. L’architetto ha ridisegnato le planimetrie di 20 conventi
soppressi della città di Parma, descrivendo brevemente lo stato di conservazione di ogni
complesso ed eventualmente proponendo un uso alternativo dei locali vista la soppressione degli
ordini monastici.
Cocconcelli ha altresì fatto una stima approssimativa del valore di ogni convento nell’eventualità
che il governo avesse l’intenzione di venderne qualcuno.
Sant’Uldarico viene descritta così:
«
Il convento di Sant’Ulderico è posto a un [illeggibile] principale della città, ma quasi
all’estremità. [ costruito abbastanza bene, ha un giardino dove passa una canadella di acqua
corrente. La chiesa è buona, e fino ad oggi è stata conservata bene ed è in esercizio. Ha altresì
una fontana che si alimenta da una tubazione principale della città
»
Questa descrizione non è molto esaustiva, anche se si capisce che la costruzione non evidenzia
problemi di stabilità o di altra natura, come invece vengono descritti, ad esempio, nel convento
del Carmine
5
. Alla descrizione è allegata una planimetria, molto dettagliata rispetto alla scala di
rappresentazione, con l’indicazione della destinazione d’uso dei vari locali al piano terra, primo
piano e piani superiori. Osservando appunto la planimetria, e confrontandola con quella di altri
conventi la prima cosa che si ha l’occasione di rimarcare è la divisione in “eglise interieure” ed
“eglise exterieure”; ovvero chiesa interna e chiesa esterna. La chiesa interna (poi ridotta
nell’attuale sagrestia) veniva usata esclusivamente dalle monache benedettine. Infatti l’antico
ingresso affacciava appunto sul cortile interno del convento e non era collegato alla strada
pubblica. L’altare aveva la parete di fondo in comune con l’altare della “eglise exterieure”
(indicato chiaramente sulla planimetria del Sardi, la quale veniva frequentata dagli abitanti della
zona, che come ingresso principale utilizzavano quello posto sulla facciata. Mentre sul lato di
Borgo Felino c’è un’apertura nel muro che si presume fosse un ingresso secondario, indicato
anche dal Sardi (1767) ma non dal Vincenzi (1832).
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ANF, N/IV/Taro/1
Pl. des couvents supprimés de Parme
. Atlas de 41 feuilles dont 20 pl. Sign. Joseph Cocconcelli,
architecte de la commune de Parme, 1811.
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Il convento del Carmine viene descritto dal Cocconcelli come umido e in pessime condizioni, dovute anche dal
fatto che il torrente Parma scorreva a pochi metri dalle pareti della chiesa «un tres mauvais batiment, bas, humide,
irregulier».