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I
NTRODUZIONE
La chiesa di Sant’Uldarico presenta un palinsesto di testimonianze architettoniche
sostanzialmente millenarie. Per ottenere una analisi il più esaustiva possibile, rispetto allo scarso
numero e all’elevata frammentarietà dei documenti rinvenuti, si è proceduto comparando gli
scritti e le planimetrie storiche con quello che a tutt’oggi si vede nell’edificio. Perché non c’è
fonte più certa della manifestazione dei segni del tempo su un edificio: il monumento è testimone
di se stesso e della sua storia. A volte questi segni sono evidenti (si pensi, in questo caso, alla
netta differenza di tessitura muraria tra la cella campanaria e la parte bassa della torre) a volte un
po’ meno. Per poter vedere i segni “nascosti” è necessario mettere insieme tutte le informazioni.
Si sono infatti confrontati i documenti d’archivio con le planimetrie storiche rinvenute e infine
con ciò che si vede oggi nell’edificio. Infine si sono ricostruite le antiche conformazioni
dell’edificio tramite il ridisegno delle planimetrie, delle sezioni, dei prospetti, proponendo
talvolta le ipotesi di alcuni elementi e mettendoli a confronto con edifici simili. Tutte le ipotesi
sono state avanzate analizzando criticamente i documenti rinvenuti e le ricostruzioni proposte.
Tutto ciò per stabilire un prima e un dopo nella fase costruttiva, individuando in tal modo i fattori
di discontinuità strutturale legati alla scansione temporale degli interventi nel corpo del singolo
edificio, per cogliere conseguentemente i punti di potenziale tensione strutturale e vulnerabilità
sismica che al suo interno sussistono.
Si sono analizzate e confrontate le planimetrie storiche rinvenute:
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Mappa di Parma di Smeraldo Smeraldi, 1592-1601
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Atlante Sardi, 1767
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Planimetria del complesso di Sant’Uldarico di Giuseppe Cocconcelli, 1811
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Pianta del Convento di Sant’Uldarico, Abbati, 1816
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Planimetria di Vincenzo Vincenzi, 1832
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Planimetria del 1845