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Carissimi, nelle figure delle badesse Cabrina e Petra; San Quintino alla famiglia Sanvitale;
San Paolo ai Bergonzi.
Per sua stessa vocazione l’abbazia di San Giovanni Evangelista, fin dalle origini affe-
rente alla congregazione padovana di Santa Giustina, restò invece estranea ad ogni con-
nessione troppo salda con il potere locale, al punto da porsi al di sopra di vincoli troppo
marcati con la cultura del territorio, verso un rinnovamento del pensiero architettonico più
vicino alla sintassi rinascimentale che non alle preesistenze locali.
In questo contesto si colloca la volontà espressa nel 1440 dalla badessa Sandrina
Cantelli di aprire nel monastero un cortile, trasformato negli anni successivi in chiostro
dalla badessa Petra Carissimi, fino all’aprile del 1505 (secondo il rogito del notaio Raine-
ri), anno in cui i lavori risultano ultimati.
La documentazione relativa ai mutamenti architettonici del complesso monastico di
Sant’Uldarico è carente in quanto vicissitudini storiche hanno arrecato la perdita dei ma-
noscritti conservati nella Sala delle Scritture presente nel monastero, distrutta da un in-
cendio. Attraverso la
Storia di Parma
di I. Affò la fondazione della chiesa è datata intorno
all’anno Mille
1
, in relazione alla morte dello stesso Uldarico, vescovo di Augusta, avvenuta
nel 973, e alla sua canonizzazione (la prima papale) nel 993.
Dal 1255 si testimonia la presenza di un ospizio adiacente la chiesa, mentre la torre
campanaria, che è definita da Giovanni Copertini «la costruzione più antica»
2
del com-
plesso, appartiene probabilmente a questi anni nella sua parte inferiore.
Nel 1404 Ottobuono Terzi e le sue truppe saccheggiarono e distrussero parzialmente il
complesso, che solo nei secoli XIV e XV fu ricostruito nelle parti danneggiate – soprattutto
la chiesa –, forse grazie a Petra Carissimi, nominata badessa nel 1453. Già nel 1440, tut-
tavia, la badessa Sandrina Cantelli aprì un cortile nella zona orientale del monastero, suc-
cessivamente trasformato in chiostro da Petra Carissimi.
Nel 1762 l’architetto Gaetano Ghidetti ricostruì dal nuovo la chiesa per renderla ri-
spondente a rinnovate esigenze di culto, dotandola di una nuova facciata.
1
Il sac. A. Schiavi riporta due antiche citazioni. La prima, datata 1005-1015: «juxta Ecclesiam San-
cti Odelrici cum molendino uno». La seconda del marzo 1015: «Monasterio S. Olderici Confessoris
foris civitate Parmae». Cfr. SCHIAVI don A. 1925, pag. 429.
2
COPERTINI G. 1926, pag. 236.