tesi scaffardi silvia - page 11

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Un’analisi più ampia della rappresentazione consente di rilevare un’ulteriore anomalia,
che si riscontra nel numero di arcate del lato orientale del chiostro grande. Nonostante
non sussista più un riscontro diretto, dal momento che il chiostro maggiore è stato demo-
lito quaranta anni fa e non è stato possibile reperire documentazione, anche fotografica,
del chiostro stesso, l’Atlante Sardi lo raffigura con cinque arcate sul lato est, mentre
l’”Icnografia” ne aumenta il numero a sei.
Considerando attendibile l’informazione desunta dall’Atlante Sardi, si può ipotizzare
che l’”Icnografia” tragga modello da altre cartografie (forse la stessa pianta del Sanseve-
rini) e disegni di dettaglio in brutta copia non conservati, preoccupandosi principalmente
di registrare la presenza di proprietà privata in un edificio già all’epoca appartenente al
Patrimonio dello Stato.
Il chiostro piccolo, inoltre, non reca tracce visibili di interventi di ristrutturazione che
possano averne alterato il numero di arcate; ancora più assurda è l’ipotesi di due rico-
struzioni successive del chiostro tra Seicento e Settecento, alla luce di numerose obiezio-
ni. Se avvenne una riedificazione di questo spazio come si desume dalla cartografia
Fig. 5 – Archivio Storico Comunale di Parma,
Atlante Sardi
, 1767, copia anastatica.
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