18
I metodi di rappresentazione quattrocenteschi sono differenziati per autore, basati su
approcci sperimentali distinti a seconda del rapporto instaurato dall’autore con il monu-
mento. In questa seconda fase, il disegno architettonico rinascimentale costituisce anco-
ra un promemoria per l’artista; il suo supporto è il taccuino, già impiegato in epoca me-
dievale come si desume dall’opera di Villard de Honnecourt.
Per primo Leon Battista Alberti scinde la disciplina del disegno d’architettura dalla pra-
tica pittorica, raccomandando alla rappresentazione architettonica dei manufatti esistenti
rigore e scientificità accentuati e perseguibili mediante un mezzo particolarmente ade-
guato, il «modello». Di queste rappresentazioni restano scarse testimonianze, tuttavia es-
se rifuggono dall’uso della prospettiva per metodi grafici più esatti.
Nel Cinquecento diviene frequente la produzione di tavole di particolari architettonici
considerati in sé, recanti misure e annotazioni; muta quindi la qualità degli elaborati, non
più schizzi improvvisati e generici ma disegni definitivi e particolareggiati, secondo norme
di rappresentazione già regolamentate dall’uso, nella pratica, delle proiezioni ortogonali.
Le tavole di dettagli architettonici costituiscono anche l’esito delle ricerche condotte
dalla trattatistica (Serlio, Vignola, Palladio), uno dei generi più fiorenti della cultura umani-
stica. Nonostante il disegno di dettaglio presente nei trattati rinascimentali sia ancora fina-
lizzato all’acquisizione di norme pratiche piuttosto che di una documentazione oggettiva,
con Raffaello Sanzio e con Baldassarre Peruzzi nasce la consapevole associazione di di-
segno e precisa misurazione diretta.
La più esplicita dichiarazione in tal senso è contenuta nella lettera di Raffaello a Papa
Leone X, che tratta delle modalità di rappresentazione degli edifici romani antichi. Raffael-
lo illustra un sistema di disegno dell’architettura in proiezione parallela composto di pian-
ta, alzato e spaccato.
L’acquisizione grafica delle architetture antiche diviene un’operazione che astrae
dall’informazione puramente percettiva e che richiede un’elaborazione mentale della rap-
presentazione. E’ dunque nel campo del rilievo e della riproduzione dei monumenti che si
evolve la pratica del disegno, non in ambito progettuale, di cui ci sono pervenute rare te-
stimonianze. L’uso del disegno a scopo di progettazione compare per la prima volta in
autonomia rispetto al disegno di rilievo solo con la fabbrica di San Pietro a Roma.
Sono le istanze illuministiche a conferire nuovi contenuti alla pratica del rilievo di detta-
glio per la rappresentazione dell’architettura.
Il Settecento trascrive le norme del disegno attraverso la nascita della “Géométrie De-
scriptive”, scienza introdotta dalle prime pubblicazioni (1794-1795) degli studi di Gaspard