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Il rilievo di dettaglio costituisce, oggi, una fonte di informazione indispensabile per in-
dagare le relazioni che le parti architettoniche stabiliscono con l’insieme. Le relazioni che
il rilievo porta a riscontrare appartengono a svariati settori disciplinari, prescindendo
quindi da una ricostruzione puramente archeologica. Da qui la necessità di intrecciare i
risultati del rilievo e la preminenza, nella documentazione dell’oggetto architettonico, del
rilevamento metrico e qualitativo.
Nella maggior parte delle sue applicazioni il rilievo di dettaglio è finalizzato al restauro.
Ciò non ha tuttavia impedito, in un passato anche recente, di porre in subordine il rilievo
alla prassi operativa del restauro, rinviando la misurazione dell’opera ad un momento se-
condario, in genere successivo all’intervento sull’oggetto architettonico.
Oggi è consueta la tendenza ad esaurire, prima del restauro, tutti i metodi di indagine
sull’opera; le operazioni di rilievo sono eseguite contemporaneamente alle ricerche che
attingono ad altri settori, quali le indagini storiche, nonché quelle di tipo scientifico con-
dotte sull’opera per analizzarne il degrado.
Il rilievo del dettaglio è preliminare a qualsiasi fase operativa e costituisce il più esau-
stivo strumento di documentazione dell’opera, anche qualora non dia adito ad interventi
di recupero.
P. Sanpaolesi individua due funzioni del rilievo di dettaglio, dalle quali di-
scende la sua importanza applicativa: esso costituisce un’occasione per indagare a fon-
do e portare alla luce elementi che rappresentano la peculiarità del monumento stesso; in
secondo luogo, il rilievo di dettaglio possiede la capacità di rendere noto ciò che nessuno
strumento può offrire alla conoscenza.
Poiché il caso del chiostro di Sant’Uldarico appartiene all’ambito del disegno della
scultura, il rilievo di dettaglio mira a restituire le qualità architettoniche dell’opera, che so-
no soprattutto qualità simboliche.
Esso assume dunque un valore aggiunto, la rappresentazione delle qualità plastiche
con cui l’autore ha plasmato lo spazio architettonico. All’idea di rilievo ottocentesca, che
riproduce il monumento nella sua esteriorità, trascurando la contestualizzazione e
l’aspetto strutturale e costruttivo, si aggiunge il contenuto configurativo geometrico, in cui
l’interpretazione diviene passaggio obbligato per il rilevatore. La rappresentazione dei
dettagli scultorei non deve essere esclusa dal rilievo del manufatto storico, in quanto rac-
chiude i valori spaziali che consentono di ricostruire l’«immaginario architettonico»
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. E’
questo, per M. R. Trincone, l’obiettivo primario del rilievo, specialmente se finalizzato al
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AA. VV. 2000, pag. 102.