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Figura 2 – Ricostruzione assonometrica e pianta del Teatro “Lucio Mummio”
Certa è l’esistenza di un ambulacro a livello stradale, incerta è invece quella di un altro
esterno. Il piano dell’orchestra è più basso di circa un metro e mezzo rispetto al piano
stradale. Si ignora l’esistenza di un “ porticus post scaenam “ e non è inoltre risultata chiara
la funzione di alcune strutture rinvenute a nord del complesso.
La sua forma esterna, tuttavia, pare non uscire dalle regole stabilite da Vitruvio.
Per dare un’idea delle dimensioni e dell’importanza di questo Teatro, basti pensare che la
sua capacità veniva denunciata per 10.000 spettatori ; il perimetro era lungo 70 metri e la
scena occupava uno spazio di metri 52 X 5,10.
Rinvenimenti marmorei e dipinti fanno presumere ad una ricca decorazione delle gradinate
e soprattutto della scena. Secondo gli esperti del Museo Archeologico di Parma, tali
ritrovamenti figurativi, accompagnati da altri architettonici ed epigrafici, sarebbero databili
durante l’età augustea ( secolo I d.C. ).
La fortuna del Teatro finì allorquando i Barbari invasero la nostra pianura nel secolo IV
portando ovunque distruzione e sterminio.
Secondo alcune indagini storiche i due tronchi di colonna in marmo rosso veronese, uno
liscio e l’altro scannellato, che si trovano nel chiostro annesso alla Chiesa di Sant’Uldarico,
sarebbero stati estratti proprio dal sottostante Teatro romano.