Il servizio poteva davvero considerarsi di primis-
simo livello: prevedeva l'energico lavaggio auto-
matizzato interno ed esterno dei recipienti
e
la
loro disinfezione con creolina ed
il
ritiro bisetti-
manale presso le abitazioni.
La
città contava allo-
ra 72.000 abitanti, distribuiti in 17.512 famiglie
concentrate in 3.920 fabbricati. la produzione
giornaliera di immondizia -composta per oltre il
90% di materiali organici - era calcolata dal capi-
tolato d 'appalto in 72 metri cubi, pari a 310 litri
annui per abitante (meno di un quinto rispetto
agli anni Ottanta del Novecento), con un costo -
enorme per l'epoca - di 810.000 lire annue, spro-
porzionato rispetto alle entrate effettive, anche se
comprendeva la pulizia delle strade, per l'occa-
sio ne migliorata grazie all'impiego di un'auto-
spazzatrice,
il
cui uso venne col tempo ridimen-
sionato per l'eccessiva polvere che sollevava.
La
nuova tntttura e la puntuale organizzazione
potevano essere considerate le migliori dell'epoca,
soprattutto da] punto
di
vista igenico-sanitario, tanto
che una trentina di comuni l'adottarono
in
Italia e
Parma la riconfermò ampliandola
e
migliorandola.
8.132
8.13 0-13 1 L'ampliata officina di viale Piacenza nel 7953, il
giom o dell'inaugurazione poco prima del taglio del nastro e In
ltlltl
immagine dall'alto dell'intero complesso (ASCPR - SPR).
8.132 fltter11o dell'officina di viale Piacenza durante la fase di
lavaggio e dsirzfezione dei bidoni negli anni Ci11quanta del
Not;ecento (ASCPR - SPR).
Dali )appalto privato al serviz io
pubblico
Passata la guerra
e
le sue emergenze, si andava
riorganizzando la vita civile. Il 4 agosto 1952
il
Comune di Parma stipulava una nuova conven-
zione ventennale con l'impresa dei Fratelli Aiolfì,
concedendo, con diritto di privativa, l'appalto
della raccolta
e
dello smalrimento dei rifiuti solidi
nell'area più centrale della zona urbana, com-
prendente una superficie di circa 850 ettari e una
popolazione di 96.000 abitanti.
La
sede continua-
va ad essere in viale Piacenza, pur rinnovata negli
8.13 1
edifici, negli impianti e nelle attrezzature nel 1953
8.130
ed
il
canone annuo era inizialmente fissato in 96
8.132
milioni a carico del Comune.
La
crescita del territorio urbanizzato e la riconfer-
mata aggregazione dei cinque comuni limitrofi,
il
vorticoso incremento dei rifiuti prodotti dai citta-
dini, dovuto in gran parte alla progressiva intro-
duzione delle "confezioni'' e al miglioramento
delle condizioni economiche, misero ben presto
in crisi l'appaltatore ed il suo servizio.
onostante l'impiego di tutti i mezzi disponibili
l'impresa non riusciva a soddisfare la
•notevole ed
imprevista crescita della popolazione verificatasi
in questi ultimi anni per il processo eli urbanesi-
mo tuttora in corso•.
I rifiuti raggiungevano dopo
la metà degli anni Cinquanta i 140.000 q .li annui
e ogni abitante ne produceva mediamente 1,6 litri
al giorno. I dati, frutto di una indagine ampia e
approfondita svolta dal Comune, potteranno alla
decisione di estendere la raccolta dei rifiuti e di
costituire un servizio comunale per le zone di
ampliamento urbano.
Al eli fuori del centro storico - sempre servito dalla
ditta Aiolfi - la raccolta verrà svolta direuamente
dal Comune e il suo sviluppo si andrà, via via ade-
guando all'espansione edilizia della città e alle esi-
genze della popolazione, giungendo, in alcuni
casi, a servire alcune frazioni. Il nuovo servizio
comunale in economia partiva
il
l ottobre 1958,
con l'impiego di bidoni tronco conici in metallo,
il
cui contenuto veniva travasato, dapprima su otto
8.133
motocarri affidati ad altrettanti operai, ed in segui-
to su grandi autocarri a compressione, che faceva-
8.135
no la loro prima apparizione a Parma nel 1962.
Ma
il
"ménage a due" non funzionò ed
il
forte
aumento dei rifiuti prodotti mdiviclualmente non
trovava una risposta adeguata da parte della
società appaltatrice che, piLt di una volta, risu ltò
236
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