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8. 109 Goliardo Padom.
Progello per una cabma di
trasformazione elellrica. Tec-
nica mista. 1930. L'opera, che
risente dell'imperante gusto
Déco.
è
11
na interessante testi-
monianza dell'allenzione de-
gli artisti alla definizione di
un linguaggio archifellonico
adatto anche alle realizzaz io-
ni industriali e tecnologiche
(da Parma, 1933, n. l -GAL).
di 145 Kwh da utilizzarsi nel suburbio Farini, Nino
Bixio e Vittorio Emanuele•.
Grazie alla sua realizza-
zione, nel
1923
l'illuminazione elettrica veniva
e resa nelle zone suburbane a ud della città.
empre nel
1923
veniva affidata all'architetto
!\loderanno Chiavelli
(1869-1962),
Capo sezione
dell'Ufficio Tecnico comunale, la progettazione
della nuova facciata degli uffici della ocietà
Elenrica, nel frattempo ampliarisi, sempre nell'e-
dificio dell'ex Convento di San Paolo, prospeuan-
8. 104
te su via Melloni. All'anonima quinta muraria
traforata da alcune diseguali aperture esterne pra-
ticate in maniera disordinata e contingente e in
parte tappezzata da plance della pubblica affis-
8.112
sione, si veniva così a sostituire una facciata eli
gusto eclettico, ben delineata da un'ampia fascia
marcapiano, e resa simmeu·ica dalla costruzione
di un ampio portale di accesso sormontato da un
balcone con finestratura conclusa da un timpano.
Ai lati si aprivano tre finestre per parre, chiuse da
architravi a rilievo e delimitate da fasce angolari a
bugnato, esteso a rivestire l 'intero piano terreno,
su cui affacciavano tre ampie vetrine di forma ret-
tangolare per lato. Mensoloni di gusto ionico
scandivano il cornicione sortotetto, movimentan-
do in modo armonioso l'edificio, che conserva
ancor oggi quell'aspetto.
Anche la centrale di San Paolo era stata ampliata,
8. 106
utilizzando un vasto salone interno di cui ci
8. 107
rimangono due rare cartoline postali, e dotata eli
macchinari più moderni. el
1930
poteva contare
su apparecchiature dedicate a ricevere e trasfor-
mare l'energia elettrica fornita all'Azienda Elettrica
Comunale dalla S.E.E.E. e su macchinari utili per
assicurare la continuità e la regolarità del servizio.
Per meglio alimentare gli impianti pii:1 lontani
erano di sussidio tre centrali di minore potenza,
situate nel suburbio della città, che utilizzavano le
acque del Canale aviglio Taro, del Canale
Maggiore e del Canale Comune, ma che erano
anche munite di appositi macchinari di riserva per
i mesi eli magra in cui l'acqua era prelevata per
l'irrigazione delle campagne.
empre nel
1930,
presso la centrale del Castelletto
veniva installata la prima cabina per l 'illuminazio-
ne pubblica in serie a coiTente alternata attrezzata
con tre trasformatori autoregolarori, uno per ognu-
no elci tre circuiti predisposti per l'illuminazione
della zona suburbana compresa tra il torrente
Panna e la Via Emilia Est e Via Mantova. Un quar-
to trasformatore di riserva era in grado eli garantire
il servizio in caso eli guasti o manutenzioni.
el biennio successivo venivano introdotti i
medesimi criteri anche alla centralina dei
Molini Bassi
(1931)
e quindi nel
1932
alla cabi-
na eli Barriera D'Azeglio, ospitata nell'antica
Porta anta Croce
(>
Volume I, Capitolo l, pp
42-4
1),
innovando in tal modo in maniera rora-
le l'impianto di illuminazione nelle zone subur-
bane.
·in meno di tre anni fu trasformato l'in-
tero impianto della illuminazione pubblica del
suburbio e di parte delle vie cittadine adiacen-
ti, da corrente continua in derivazione
Cl
cor-
rente alternata in serie».
La trasformazione a corrente
alternata del servizio
E proprio in virtù dei risultati incoraggianti offerti
dalle nuove tecnologie, si faceva strada l'opportu-
nità tecnica ed economica di utilizzare la corren-
te alternata anche per l'illuminazione privata e
per la forza motrice delle industrie.
Così nel
1931
eveva inizio. sia pure timidamente,
la trasformazione della corrente. da continua in
alternata anche per la distribuzione ai privati. In
viale delle Rimembranze veniva co truita la prima
cabina eli trasformazione destinata a distribuire la
8. 1IO
corrente alternata a bassa tensione
(220/ 127
Volt)
ai privati. Cabina costruita in muratura e correda-
ta da due trasformatori abbassatori in olio dei
quali uno eli riserva.
Cons,tatati i buoni risultati dell'esperimento, nel
1933
venivano allestite con identica tecnologia le
cabine di trasformazione di strada Elevata e viale
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