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Nel
1890
nel vecchio Mulino di Sant'Uiderlco veuiva
i11sta/lata
ww
piccola centralina che sfnlttava la forza motlice
delle acque del Canale Comune (ASAMPS- VAGHI).
Chiusa l'Espo izione, e forse proprio in virttt
dell'Esposizione,
il
nuovo sistema di illuminazione
trovava consensi, così che sul finire del 1887 ini-
ziava la prima distribuzione di energia elettrica ai
privati nella zona compresa tra via Cavour, Piazza
Garibaldi, via Garibaldi e via Melloni con un cen-
tinaio di lampade collocate fra
il
Casino di Lettura,
la farmacia Romani (poi Pirani, in via Cavour, 15)
il Caffé Cavour e l'Hotel Croce Bianca in Piazza
della teccata (colpito dalle bombe nel 1944, ora
scomparso): in tutto quattro coraggiosi utenti.
Con l'aumentare delle richieste di energia elettri-
ca da parte dei privati ed in vista della realizza-
zione di un impianto più potente per la produ-
zione di energia, con atto 27 dicembre 1888 veni-
va costituita la SPE - Società Parmense di
Elettricità, con capitale di 150.000 lire.
Dopo vari tudi e progetti veniva allestita
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l'Officina del Ve covado utilizzando l'antico muli-
no ituato nell'omonimo vicolo posto al centro
della città, e quindi in località adatta per una con-
veniente di tribuzione dell'energia.
Le caldaie e le motrici a vapore con le relative
macchine elettriche costituivano due gruppi della
potenza di 125 cavalli ciascuno per l'illuminazio-
ne elettrica privata mentre due gruppi da 50
cavalli ciascuno erano previsti per l'illuminazione
elettrica pubblica.
La
nuova officina, che sfruttava
le acque del Canale Maggiore per la produzione
di elettricità, ultimata nell'ottpbre 1889, veniva
inaugurata
il
14 gennaio 1890 con l'intervento
delle maggiori Autorità cittadine: dal indaco
enatore Giovanni Mariotti (1850-1935), al Rettore
8.103
Piazza della Steccata
con l'Hotel Croce Bianca
impreziosito dalla facciata
lilxmy
realizzata nel 1904 dal-
l'architetto Moderanno Chia-
ve/li in collaborazione con
l'ing. Guido A/berle/li
ì11
una
carlolina spedita nel
1912. In
primo piano sul muro della
casa di destra
1m
lampione a
braccio della nuova
i/lu
mina-
zione eletlrlca, installata a par-
tire dal novembre del
1890
11elle principali vie del centro
cittadino (CFIO
-
GAL).
dell'Università Professar Pietro Pigorini (1833-
1891), al Presidente della Società Elettrica Aw.
Giovanni Lusignani (1832-1914). In quell'occasio-
ne
•L'ing. Si/va e l'ing Cauro
[direttore dei lavori
di impianto della strumentazione elettrica] - ricor-
da
il
cronista della
Gazzetta
-
mettono in movi-
mento l'officina: ecco che la folgore imprigionata
ba illuminato il locale; gli egregi ingegneri
mostrano ai presenti conte si possa fare il cambio
dei molorl e delle dinamo senza che la luce oscil-
li
neppure; mostrano
i
delicati e precisi apparec-
chi di misura...
*.
Da quella data avrebbe avuto
inizio la rapida diffusione dell'illuminazione elet-
trica privata in città.
Anche l'illuminazione pubblica era intanto ogget-
to di diversi esperimenti. Nel maggio 1889, in
seguito ad un accordo con il Comune di Parma,
era stato installato in maniera "volante" un
impianto misto di lampade ad arco voltaico e ad
incandescenza in Piazza Garibaldi, Piazza del
Duomo, via Cavour, Mazzini, Vittorio Emanuele
(oggi Repubblica) fino all'altezza di via XXII
Luglio e via Farini fino all'altezza di borgo Palmia.
La
precarietà dell'impianto, alimentato da una
locomobile posta nel cortile del Palazzo del
Governo (poi Prefettura, abbattuto alla fine della
guerra, po to a ridosso della Pilotta) che aziona-
va mediante cinghia una dinamo, aveva dato esiti
incerti alla sperimentazione. Migliorati gli impian-
8.103
ti, l'esperimento sarebbe stato ripetuto con pieno
successo l'anno seguente e, allestita una nuova
officina nel mulino di Sant'Ulderico, la sera dell'8
8.102
novembre 1890 Parma poteva inaugurare, in anti-
cipo sulle altre città dell'Emilia, con 35 lampade
ad arco, la prima rete di illuminazione elettrica,
seppur limitata alle vie e alle piazze principali del
centro, tra l'ammirazione dei cittadini ed
il
plauso
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8.104
aperta
segna
scattat
8.105
povero