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8. 74
U11a cartolina di Piazza del Duomo spedita nel
1902
c011,
in evidenza, uno dei quauro piccoli lampioni a gas posti negli
angoli per l'illuminazione.
In
posizione pitì esterna, in primo
pia110, si nota uno dei quaffro lampioni dell'illuminazione elet-
llictl installata gin nelnOL!(!mbre 1890 nelleprincipali vie e piaz-
ze del cemro. Di lì a poco
i
lampioni a gas verranno eliminati
ma sulla pavimentaz ione a ciottoli ancor oggi si nota la loro
base quadrata in granito. Anche i lampioni nel secondo dopo-
guerra scomJXIriranno, sostituiti da pitì discretifari collocati sul
tetti.
(CF/O- GAL).
non far figurar malia pèrtga". Lo spegnirnento e
l'accensione dei fanali a gas avveniva puntucdis-
sima e la gente priva d'orologio regolava il tempo
su questa operazione. L'accensione avveniva un
po' prima nei mesi invernali e un po' dopo nei
mesi estivi. Poi ifanali vennero trasformati e inve-
ce del gas fu usata l'elettricità, e poi lentamente
sparirono perfar largo alle lampade collocate non
più ai lati delle strade ma al centro·.
Per vari anni ancora
il
gas per illuminazione avreb-
be re ·istiro
in
altJ·e
città,
come Bologna, Genova e
Livorno, e specialmente nelle vie secondarie nella
prima metà della notte, per sollevare i diagrammi
di con umo dell'energia elettrica.
Ma alla fìne
il
gas avrebbe ceduto completamen-
te il pa o all'elettricità neJnlluminazione pubbli-
ca, ma avrebbe, parallelamente acqui taro una
po izione preminente negli usi domestici e nel
ri caldamento.
Lo sviluppo dei consumi domestici
Così Lra il
1926
ed
il
1935,
parallelamente a
numerosi lavori di pavimentazione o di rifaci-
menti stradali, l'Azienda procedette al riordino,
alla manutenzione e allo sviluppo della rete di
distribuzione.
Il gas aveva ormai stabilmente fatto il suo ingres-
o nelle case e tanti servizi essenziali come la pre-
parazione dei cibi ed
il
riscaldamento, l'igiene
per onale e la cura degli indumenti erano facilita-
ti dal suo impiego. Gli apparecchi per la cucina,
stufe e fornelli, venivano ormai co truiti per
rispondere a diverse esigenze: la bollitura di carni
e legumi, la cottura alla griglia e quella progressi-
va e prolungata propria dei forni. Soluzioni rese
possibili da ugelli e bruciatori regolabili la cui
forma e posizione risultava funzionale all'uso.
Anche altri tipi di impiego, per
il
riscaldamento e
la produzione di acqua calda, andavano via via
occupando un posto sempre piC1 importante: si
diffondevano gli scalda-acqua "istantanei", nei
quali l'acqua circolava
in
una serpentina riscalda-
ta
per convezione tramite un bruciatore a gas,
apprezzati per la solida costruzione,
il
funziona-
mento affidabile, la facilità di collocazione.
Mentre gli caldabagno ··ad accumulo" consemi-
vano
il
riscaldamento di una riserva sempre pron-
ta per l'uso. Ormai nei salotti e nelle stanze delle
famiglie più abbienti i vecchi camineni a legna e
le fumose stufe a carbone cominciavano ad esse-
re sostituite da srufe e radiatori a gas eleganti nel-
l'aspetto, funzionali nel rendimento e meno
costosi nel consumo.
E proprio a quegli anni risalgono tre spettacolari
immagini fotografiche di ampie dimensioni, oggi
8.81
conservare presso l'Archivio Storico Comunale,
8.82
realizzate da Marcello Pisseri
(1883 - 1961)
in
8.83
occasione dell'Esposizione azionale dei Comuni
Italiani tenutasi a Vercelli nel
1924,
che rappre-
sentano l'Officina del Gas di via Lombardia al
massimo della sua capacità produttiva.
E' ancora guerra
1
el
1940,
con lo scoppio della econda Guerra
Mondiale, si protìlavano nuovamente i problemi
di approvvigionamento già sperimentati nel
1916-
18.
Il potere calorico del gas veniva allora ridotto,
portandolo da
4200
a
3500
calorie e il Ministero
adottava provvedimenti restrittivi per contenerne
il
consumo: dal
20
maggio
1941
veniva limitato
l'allacciamento di nuove utenze e progressiva-
mente abbassato
il
potere calorico del gas a
3.500
cal. dal
l
0
febbraio; a
3.400
dal 22 maggio e a
3.200 dal
1°
novembre.
216
