8.43 a-b Alllonio Cocconcelli.
Diseg110
difanale a petrolioper
/"illuminazione pubblica della
città
di Parma. Inchiostro su
carta,
10
dicembre
1806
(ASCPR,
1866,
b.
138, POliZIA
1,
f
1 lllwninazione-
SPR).
Nelparticolare
è
possibile LJ(!dere
la tecnologia elementare impie-
gata all'epoca.
8.43a
8.43 b
"venerando rescritto" (22 ottobre 1845) concedeva
al Comune di stipulare
il
contratto. Finalmente (31
onobre 1845)
il
Podestà, con atto del Comune,
poteva dare
in
appalto
·l'illuminazione a gas delle
stradeprincipali e quella ad olio delle rimanentiper
ilpe1iodo di anni quindici-.
Il 2 giugno del 1847 aveva luogo l'inaugurazione
della nuova illuminazione, come ricorda, con
tono stupito, il cronista della
Gazzetta: ·Mercoledì
sera, 2 corrente mese. ed anche ieri, dall'imbruni-
re all'ora che incominciava a splendere la luna,
tutta la gente vedevasi passeggiare affollata in
Piazza. lvi dappertutto era un chiarore grande;
chiaror che rendeva/epersonefacilmente ricono-
scibili, non sol per le vie, ma spesso anche dalle
.fi:11estre, riuscendo le facciate degli edifici straor-
dinariamente illuminate».
L'impianto di illuminazione delle strade era costituito
da
144
fanaJi a gas con fiamma a forma di ventaglio
che erano andati a so tituire 80 lampioni ad olio.
Ben 129 di quei fanali erano sostenuti da menso-
le a muro di un metro e mezzo di lunghezza
ornate da un lato dallo stemma del Comune e dal-
l'altro dalla cifra dell'anno in cui erano state col-
locate. Quindici, invece, erano elegami candelabri
dal basamento
in
pietra e dal fusto in ghisa, alti
complessivamente 4 metri, in stile con l'architet-
tura neoclassica deUe piazze dove erano stati col-
locati. Altri undici candelabri; pure sostenu[i da
basamenti in granìto rosa a tronco di cono, erano
stati collocati davanti al Palazzo Ducale.
Uno di questi lampioni, fortunatamente conserva-
tosi e oggi esposto al Museo Italiano della Ghisa
di Longiano (BO), ci consente di conoscerne la
raffinata esecuzione, con fregi a palmetti e a
decori firomorfi e l'inserimento entro due ovali -
come nelle mensole a muro - dello stemma, in
questo ca o ducale, e dell'anno di realizzazione:
il
1846.
La prima Officina del Gas a porta
San Barnaba
L'Officina del Gas era stata costruita fuori Porta
San Barnaba
(>
Volume I, Capitolo
l,
pp 45-47)
lungo la strada di Colorno, all'angolo delle attua-
8.62
8.65
8.64
li via Trento e viale Fratti in previsione della rea-
lizzazione della linea ferroviaria MLiano - Bologna
e
ci
è
documentata per la prima volta dalla carta
topografica disegnata dal Capitano Evangelista
8.46
8.44 Un superstite supporto
della catena che sorreggeva il
lampione ad olio collocato
sulla facciata della chiesa di
Santa Cristina. all'angolo con
via XXII
Il gancio, con
fermtllura regolabile, consen-
tiva di far scendere
il
fanale
per il rifornimento d'olio com-
bustibile e per l'accensione. Al
suo fia neo
è
ancora visibile la
targhetta in smalto che reca il
numero 11 attribuito per iden-
tificare
il
fanale (AGG- GAL).
206
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