La condotta maestra e le derivazioni dovevano
essere costruite in tubi di ghisa. La concessione
aveva la durata di 99 anni, durame i quali
il
Comune non avrebbe potuto dare ad altri identi-
che condizioni. Trascorsi i 99 anni l'acquedotto
sarebbe passato in piena proprietà al Comune
senza alcun obbligo di corrispettivi a favore del
concessionario.
A distanza di un anno la Ditta Garrè presentava
un progetto, compilato dal perito agrimensore
Guido Albenelli
(1867-1938)
(che
fu
poi valente
ingegnere e Deputato al Parlamento) con
il
quale
ven iva scelta per la captazione dell'acqua,
il
baci-
no di Marano a Est
e
a Ovest della strada provin-
ciale per Traversetolo. La discussione e gli esami
del progetto furono lunghi e il termine contrat-
tuale per
il
completamento dell'acquedotto fu
prorogato prima al
31
dicembre
1895,
quindi al
1897,
infine al
1898.
Nel
1897
il
Consiglio
Comunale approvava
il
progetto esecutivo del-
l'acquedotto. In virtLJ del parere favorevole del
Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e del
Consiglio di Stato veniva emanato
il
decreto rea le
che dichiarava di pubblica utilità le acque sgor-
ganti nella zona di Marano.
Tale zona
è
caratterizzata a Livello geologico da
depositi argillosi
e
ghiaiosi e si allunga tra gli argi-
nali eli Marano e Monticelli, formatisi in epoca
antica quando
il
torrente Parma scorreva, non già
verso Nord, come ora, ma piegava a valle di
Lesignano verso Nord-Est per proseguire nella
stessa direzione fino ad immettere le sue acqua
nell'Enza. La sezione del terreno presenta un
primo strato superficiale argilloso, quindi un
importante banco di ghiaia e di grosso ciottolame
(il
paleoalveo della Parma) poggiante su di un
notevole strato di argilla grigiastra situata a circa 5
metri dal livello di campagna, strato contenente
qualche raro avanzo di molluschi risalenti al qua-
ternario.
Al
contatto dello strato di argilla con le
ghiaie sovrastanti scorre una ricca falda acquifera
proveniente dalle prime ondulazioni appennini-
che a Sud che si arricchisce da Ovest dal ton·ènte
Parma e defluisce lungo l'antico corso sotterraneo.
La
presenza di questa imponante falda era mani-
festata a quei tempi da diverse sorgenri che quasi
affioravano al piano di campagna e servivano da
tempo immemorabile all'irrigazione della zona.
Il progetto di costruzione del nuovo acquedotto,
dunque, avanzava, ma prima della scadenza del-
l'ultima proroga,
il
17
dicembre
1898
il
Garrè
cedeva con
il
consenso del Comune la concessio-
ne alla Società Casimiro Cremonesi
&
C. di Como,
della quale egli stesso faceva parte, già conces-
sionaria dell'Officina del Gas di Parma(> Volume
II, Capitolo
8,
p 220).
La Società Cremonesi, dopo aver ottenuto una
ulteriore proroga contrattuale fino al
31
dicembre
1899,
portava a termine l'acquedotto di Ma rano,
della pottata di circa
80
litri al minuto, progettato
e costruito sotto la direzione dell'ing. Guido
Albettelli, inaugurandolo
il
15
luglio
1900.
Era l'inizio della distribuzione di acqua potabile
con modalità pressoché identiche a quelle odier-
ne: impianto a pressione, distribuzione controllata
da contatori e pagata in base ai consumi effettivi,
rubinetti a chiudere le diramazioni domestiche.
All'inaugurazione venne data pa1ticolare enfasi e
alle Autorità e a tutti gli invitati venne distribuito
un opuscolo con la storia dell'acquedotto e delle
cartoline ricordo con due immagini fotografiche:
8.23
la galleria eli presa a Marano e la fontana del piaz-
8.24
zale della Stazione.
"Queste due illustrazioni,
prese da fotografie, erano pure ripetute sui car-
toncini del menù del pranzo inaugur-ale, usciti,
come le cartoline, dallo stabilimento Battei".
Dopo la solenne cerimonia tenutasi a Marano
nella mattinata, con visita agli impianti, discorsi ,
pranzo e brindisi augurali, il programma proseguì
nel pomeriggio per le vie e
i
borghi della
città
"adorni di bandiere, drappi, palloncini, lumi d 'o-
gni forma e colore, fiori, ritratti di Garibaldi,
Mazzini, Barbato, De Félice, Mariotti, e da gran-
di strisce con "W Albe11elii", "W Ma1·iotti ", "W
Garrè", "W l'Acquedotto",
... ".
Ricorda
il
cronista
della
Gazzetta: "Verso le
1
7
una ventina di
Società con bandiere si riunirono nelpiazzale del
Reinach e di là mossero, con a capo la banda cit-
tadina suonante l'inno di Garibaldi, nello
square
della Stazione, ove era rizzato un apposito palco
per gli invitati. Appena le Associazioni si dispose-
ro nel viale intorno al laghetto fu aperto il rubi-
·
netto della fontana e subito un getto d 'acqua
imponente s'innalzò a circa una ventina di metri.
Bellissimo l'effetto. Parlarono applauditissimi
l'ing. Giussani, il Prefetto, il Sindaco e l'ing.
Albertelli.
!...l
La banda cittadina, trascurando
l'ottimo suoprogramma, dovette suonare sino alla
sazietà l'inno di Garibaldi. {...} Dw-ante quasi
tutta la notte la gente faceva ressa
...
e affollava
i
·
ca.ffè e le osterie.
È
certo che per festeggiar·e l'ac-
qt.ta potabile...
si
è bevuto del gran vino!".
Dopo aJcuni anni eli esercizio l'acquedotto si
dimostrava però insufficiente ai bisogni crescenti
201