PAR0559686_0001_d.pdf - page 193

8.12
8.11
/IJracclctiO del Naviglio Navigabile che si diparte dalla cillà
verso Colomo e, da qui, al Po in uno studio di Cio. Pietro
Draf.:hi. Per questa via giunsero nel corso del
Xlfl
secolo i bloc-
cbi di marmo rosa veronese per la costruzione del Ballislero
(ASPR, Mappe e Disegni,
30, 20- GRE).
8.12
Edelbeno Dalla ,\'ave, Tracciato dell'acquedolto cbe dal
Palazzo Comunale, per strada San Micbele, L'a sino al Palazzo
del.llarcbese J.ampugnani redalto
il
21
luglio
1722.
Sei disegno
so11o ben t•lsìbi/1 le connessioni dei "bocchelli" pricati allc1
tubatura prlnclpc1le e la loro pottata, rappreselllala gmjìca-
mente nella "stella" disegnata nella pa11e superiore (ASPI?,
Mappe e Disegni
30. 30- GRE).
serbatoi fondamentali per la distribuzione dell'ac-
qua in città, un tratto di strada (con ogni probabi-
lità l'attuale strada della Repubblica) tra
il
Foro
(l'<ltluale Piazza Garibaldi) ed una porta, che a sua
volta, fu riccamente ornata con marmi, statue, con-
dunure in piombo e fontane.
Il lento e progressivo abbandono delle infrastrut-
ture urbane e rurali, provocatO dalla crisi econo-
mica e sociale evidente già nel tardo impero, por-
tarono agli inizi dell'epoca altomedievale alla
necessità di dotare nuovamente la città di un
approvvigionamento idrico.
Una nuova condotta di acqua, così come
il
restau-
ro di un acquedotto preesistente
è
attribuita a
Teodorico, re goto, che ricostruì e restaurò duran-
te
il
suo regno anche vasti trani degli acquedotti
di Ravenna, Verona, Aquileia
e
Roma.
Anche se I'Affò, nel Settecento, attribuisce a
Teodorico la costruzione
·di acquedotti guidati a
farci copia di acque limpide e salubri, (...) guar-
date e difese da lunghi tratti di volte, e in varie
parti dire/le da phì condotti•,
ci pare più esatto -
ricordando anche gli interventi eseguiti dal Re
goto in altre città - parlare di ripristino di struttu-
re idrauliche più antiche.
Infatti, nel passo di una lettera, riportata da
Cassiodoro,
il
re Atalarico, nipote di Teodorico,
rivolgendosi a Genesio, ricorda come
-il signore
nostro avo, per amore nei confronti della L'Ostra
ci/là, hafatto ristrutturare, con la generosità degna
d 'un Re, un acquedotto d'antica costruzione•.
I canali <<di Teodorico)):
il Maggiore e il Comune
Come s'è deno le acque di Malandriano sin dai
primi tempi dell'Impero Romano giungevano a
Parma ad alimentare fontane in apposite condot-
te; in seguito, per l'interramento o la distruzione
di queste, risulta che le acque stesse
"corressero
nel Canale Malandriani. più volte citato negli
antichi statuti".
opinione deli'Affò che, sotto
il
regno di
Teodorico, venissero condotti a valle
i
più antichi
canali e cioè il Maggiore. che spiccasi dal torren-
te Parma sui monti al di sopra di Lesignano e l'al-
tro dello
il
Comune'',
che, formatosi in sponda
sinistra della Parma a Sud di Langhirano, auiguo
alla bocca del canale di San Michele, scorreva
verso la Badia di Torrechiara, Panocchia, Vigatto
e Alberi per poi attraversare
il
corso del torrente
in un condotto sotterraneo e riemergere a
Mariano sulla riva destra del torrente per raggiun-
gere dopo circa tre chilometri la città. Oggi l'anti-
ca galleria, franata o interrata, non
è
pitl funzio-
8.13
8.13 -14 Un
frammento della
condullura deli'Acquedollo
Farnesicmo composta da due
lllbi accoppiati in terrttcolla,
fasciali da
llllCl
solida massa
di calcestruzzo.
w1
tempo
conse1vato in un cor1i/e del
MonctStero di San Paolo, già
sede deii'A.I!PS, e oggi colloca-
to nell'area dell'Acquedotto di
Marano
(AGG -GOG).
8.14
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