numero di ponti e pomicelli, alcuni in muratura,
la maggior pane in legno, così che l'abitato si pre-
senrava, grosso modo, come appare ancor oggi
Venezia.
el 1765 Giuseppe Cocconcelli, a corredo del
Compendio del corso di tutti li Canali, Canadelle,
Condo/li e scoli sotterranei della città di Parma
disegnava la
Pianta dimostrativa di Canali e
Canadelle
che attraversavano - già in buona parte
nel souosuolo - U territorio della città (ASCPR,
Arch. Comune antico, n. 2031).
Ancora nell'Ottocento restava traccia di questa
rete di canali, che, creando angoli di rara sugge-
stione, ispirarono i pennelli di alcuni attisti locali
8.22
8.23
8.24
8.22 Un ..contatore.. settecentesco a tre camere reafizz(lfo in
piombo i11 uso per la regolazione dei consumi presso i bocchelli
dell'acquedotto famesiano. In realtà, più che misurare l'acqua
consumata,
il
dispositivo serviva a garall/ire
Llll
qualllitativo
d 'acqua costante a tutti gli utenti e a dosare la quantità d 'acqua
corrente
-
no11 venivano impiegati m bine/li
-
chepoteva essere
Lllilizzata dal privato, a/traverso fori /arati e apem.tre le cui
dimensioni eremo regolate da disposizioni e regolamenti mlnu-·
ziosi (ASAJI1PS- GAL).
8.23
Dopo
anni di studi e di progetti il 15 luglio 1900 venft;a
inaugurato il nuovo Acquedotto della cilfà di Parma. La cartolf-
lla commemorativa dell'avvenimento presenta le immagini del/et
fontana aperta come sfogo della pressione in Pittzzale della
Stazione e della galleria di captazione di Marano (CF/O
-
GAL).
prima della definitiva scomparsa: Luigi Marchesi
(1827-1862)
rappresenta
il
Naviglio di Porta an
Barnaba incuneato
tra
le case, prima della sua
copertUra, con una lavandaia al lavoro; un dipin-
w
di Adelchi Venrurini (1843-1902), anch'es o
conservato alla Galleria azionale, mostra lo sboc-
co oltre le mura del aviglio, mentre Giuseppe
Alinovi
(1811-1848),
in una tela in collezione pri-
vata, rirrae borgo del Naviglio con
il
canale, in
patte copetto, in cui si specchiano le case ed il
muraglione delle carceri di San francesco.
Oggi tutta questa sapiente opera d i canalizzazio-
ne urbana, anche se continua ad esistere,
è
scom-
parsa ai nostri occhi essendo stata cope1ta, ma, a
distanza di secoli, permangono a rammentarcela
numerosi toponimi cittadini legati allo scorrere
delle acque, quali appunto borgo del Naviglio,
vicolo dei Mulini, borgo del Canale, borgo delle
Asse, borgo della Canadella, i Mulini Bassi, ....
L'unica memoria che ci rimanga di impianti idrici
- escludendo i più sopra menzionati canali del
Comune - precedenti l'acquedotto farnesiano,
è
la Fonte Valoria, che aveva dato nome all'omoni-
mo borgo che si apre a ord dell'attuale via della
Repubblica, probabile struttura superstite dell'an-
tico acquedotto di età imperiale, rinomata per le
acque copiose che ne scaturivano.
Tuttavia in epoca successiva una tale ricchezza
d'acque andò via via diminuendo, forse per il rial-
zamento del suolo o
il
progressivo intasamento
delle condotte, e la fonte,' citata nei documenti del
Comune nel
1472
e nel
1480,
viene documentata
per l'u ltima volta nel 1502, per poi scomparire.
L'acquedotto f arnesiano
L'approvvigionamento idrico della città realizzato
in epoca medievale, rimase pressoché immurato
fino al Cinquecento. Con l'avvento della dinastia
Farnese alla guida del Ducato, si ponevano final-
mente le premesse per la costruzione di un nuovo
acquedotto pubblico.
In seguito aUa tragica fme di Pier Luigi Farnese
0503-1547), primo duca di Parma, il figlio Ottavio
(1525-1586), dopo le complesse vicende per la
successione, entrò
in
città sulla fine del febbraio
'1550, scendendo da Torrechiara, e il 2 luglio suc-
ce.ssivo facevano pure l'ingresso a Parma la mo-
glie Margherita d'Austria .con
il
figlio Alessandro
provenienti da Roma.
195