nante ed
il
canale sbocca direttamente nell'ah·eo
del torrente e da questi riparte sull'opposta spon-
da datrincile di Porporano.
8.10
La paternità della cosu·uzione del canale Comune
è
attribuita anche dagli altri swrici locali a
Teodorico - che ne avrebbe fatto l'elemento por-
tante della rete idraulica cittadina eli forza motri-
ce, sotterranea per la maggior parte del suo corso
per motivi strategici - anche se non esistono
prove archeologiche o documentarie a sostegno
della tesi. Notizia indiretta dell'esistenza del cana-
$
•
'
8.15
8. 16
8. 17
•
•
8.18
8.15-16
Due torrette
di
ispezione lungo la condttttura
delf'Acquedotlo Fameslano ancora esislenli lungo la tJ/a
é/i
Trauersetolo (AGC- GOG).
8.1 7-18
Pian/e e s/udi setlecenleschi re/a/lvi al/'acquedollo cit-
tadino: in alto, Livello della Fontana di Panna falla nel l
761
(ASPR. Mappe e Disegni 30,
31
-
GRE) e, sotto, Pla11imetria dei
ueccbi acquedotti dt Parma, del 3 ottobre
1716
(ASPR, Mappe e
Disegni 30, 27- CRE).
le si ha da un documento del 10 maggio 879 nel
quale
Karloman.nus rex
dona ad
Ada/be11us, pre-
sbiter et
cappellanus Vuibodi
il
mulino Regio, che
veniva azionato ad acqua, costruito davanti alla
porta della città a meridione. cavi archeologici
condotti nel 1993
in
su·acla della Repubblica
hanno portato alla luce un tratto sotterraneo di
canale, tuttavia risalente ad epoca più recente,
probabilmente dovuto a rifacimenti o manuten-
zioni. Ancora l'Affò sosteneva che sono l'alveo
del canale esistevano
i
resti della struttura del
condotto teodoriciano, sepolto dall'innalzamento
elci suolo cittadino.
I canali cittadini in epoca
medievale
La
città medievale era attraversata da un gran
numero di corsi d'acqua, canali e fo si di varia
importanza e grandezza che anelavano a intreccia-
re una fitta rete di percorsi che a loro volta si inter-
secavano con le strade e le piazze. I corsi d'acqua
corrente erano indispensabili per numerosissimi
usi: alimentazione del fossato che circondava le
mura; forza motrice per mulini e gualcherie e altri
processi produttivi (si pensi ai conciatori, ai calto-
lari, ai tintori); smaltimento dei rifiuti privati e di
moltissime arrività, (beccai, ane della lana, ....);
irrigazione eli orti, campi e vigneti intramurali.
Bocchelli, paratie, steccà.ti e cotesseri consentiva-
no ai vari opifici e utilizzatori di prelevare l'acqua
dai canali per il funzionamento delle singole mac-
chine o per l'irrigazione degli orti.
Per avere a disposizione una _sufficiente quantità
di acqua
il
Comune si era preoccupato di costrui-
re, nel corso del XII e XIII secolo, lunghi canali
che partendo dalle sponde del torrente Parma,
arrivavano
in
città distribuendo la preziosa acqua
in tutta una serie di condotti secondari che aura-
ver avano i vari quartieri.
ell'Oitretorrente,
il
canale Cinghio, che entrava
nell'abitato a porta San Francesco (oggi Barriera
Bixio), oltce ad una fonderia, una conceria e le
seterie, muoveva tre mulini (tra i quali quello di
San Domenico) prima di attraversare il Parco
Ducale (dove sono emersi i resti archeologici di
opere idrauliche durante i la-vori di restauro del
· 2000-2001) e unirsi al canale Galasso, a Nord-
Qyest del nucleo urbano; a partire dal XVI seco-
lo
il
canale Naviglio Taro, dopo aver attraversato
Collecchiello, Vicofertile e Valera, giungeva in ciLtà
193