della città, sia per le aumentate richieste degli
utenti, che per la mancanza d'acqua che si riscon-
trava nell'estate. Per farvi fronte venne costruita
una galleria filtrante ad Ovest della strada provin-
8.25
ciale per Traversetolo (prolungata nel 1925), poi
8.26
nel 1918 fu costruita a monte della galleria prin-
cipale un'altra galleria (detta Del Bono) collegata
alla camera di carico con apposita condotta lunga
circa 2 chilometri. Le sorgenti sono protette da
una zona recintata di rispetto di circa 12 ettari
ricca eli vegetazione arborea entro cui sorge l'edi-
8.27
ficio di controllo che reca tuttora la scritta
8.28
"Acquedotto di Pa1ma".
La galleria principale, dalle misure minime di
2,50x1,50 del primo tratto, raggiunge un'altezza di
m. 3,60 ed una larghezza di 4,50 assumendo le
dimensioni di un vero e proprio serbawio e con-
tiene anche la camera eli carico in cui vengono
convogliate le acque provenienti dalla galleria
Ovest e dalJa Del Bono, dimensionalmente più
modeste. Il fondo della galleria si trova a circa 6
metri dal piano di campagna.
La
portata di tutte e
tre le gallerie raggiungeva i 120 litri al minuto nei
periodi di morbida per scendere a soli 30 litri nel
periodo esti vo.
L'acquedotto a gravità di Marano, collegato con la
città mediante una condotta di ghisa di 450 mm. eli
diametro per
il
primo tratto e eli 400 mm. per il
secondo tratto, sopperì bene alle necessità cittadine
sino acl alcuni anni dopo la prima guerra mondiale.
La Società Cremonesi gestì l'acquedotto fino al 30
settembre 1925, avendo
il
Comune deliberato eli
acquisirne la proprietà e l 'esercizio e di assumer-
ne la gestione diretta
·'in economia ".
La
"dorsale" de ll'Acquedotto e
il
"fungo" di
v ia Solari
A partire dal 1930, con l'aumento della popola-
zione e dei consumi idrici,
il
Comune doveue
ricorrere ad altri impianti per la captazione delle
acque, perforati in vari punti del centro cittadino
e della periferia. allacciandoli alla rete
dell'Acquedotto Cittadino. arebbero così sorte
altre srazioni di pompaggio
e
solle,·amenco in via
Firenze (due pozzi, 1930), via olari (1930), via
Traversetolo, via Lombardia, via Montanara
( 1953), Cornocchio (1954), piazza Ghiaia 0 962),
an Pancrazio (1962), Parco Ducale 0963, in
sostituzione eli due pozzi già esistenti ubicati negli
Orti della Misericordja, dietro l'Ospedale vecchio,
e dismessi per consentire la costruzione di via
Kenndy), viale Tanara (1963), via Bizzozero
0963). via Fleming (1964), via Mancova 096-J),
piazzale an Bartolomeo, via Baganza.
La peculiarità di questi pozzi
è
tale che consente
di immettere direttamente nella rete idrica l'acqua
estratta, senza
il
passaggio in vasche di decanta-
zione, grazie all'assoluta mancanza di sabbia,
almeno finché non ci si avvicina alla massima
portata consentita dalla falda.
Di particolare rilievo risultano i due pozzi di via
Firenze. Perforati in località Mulini Bassi proprio
nel 1930, con una trivellazione eli oltre 100 metri
di profondità avevano fornito acque limpide e
particolarmente copiose (oltre 100 litri al minuto)
che venivano pompate
in
superficie e immesse in
una lunga condotta - costituita da tubi di ghisa
centrifugata di 450 mm di diametro forniti dalla
Ditta Franchi e Gregorini e fusi nelle officine di
ant'Eustachio, pres o Brescia - che percorrendo
via Trento, viale Bottego, viale Toschi, piazza
Ghiaia. superava
il
ponte eli Mezzo per giungere,
con un tubo da 400 mm steso lungo via Bix io al
serbatoio di via olari.
Co truito tra
il
1929 ed
il
1930 su progetto del
8.32
valente ingegnere e impresario edile Ugo Pescatori
8.30
(189?-1972), autore, fra l'altro anche clell'acqueclot-
8.3Ja
to di Colorno, nella sOttile area triangolare compre-
8.3l b
sa tra via olari
e
viale della Villetta venne ufficial-
mente inaugurato
il
28 ottobre 1930 alla presenza
del vice Prefetto Eolo Rebua (1878-1959) e del
Vescovo, mons. Guido Maria Confotti (1865-1931) e
8.34
fino ai primi anni Cinquanta del Novecento domi-
nava incontrastato
il
panorama deii'Oitretorrente
8.35
con
i
suoi 38 metri e 40 eli altezza.
La sua funzione era - e rimane - duplice: mante-
nere costante la pressione dell'acqua nella rete
idrica cittadina e svolgere una azione "di com-
penso". Poiché l'acqua viene accumulata in un
erbatoio eretto a trenta metri dal livello stradale,
questa riceve una pressione co tante pari a circa
tre atmosfere, valore che consente di rifornire
anche gli edifici più alti (purché non superiori al
erbatoio stesso). Contemporaneamente l'acqua
che si trova nel serbatoio va ad integrare quella
proveniente dai pozzi negli orari di maggior
richiesta e si accumula nuovamente la notte,
quando
è
minore
il
consumo .
La porra di accesso, posta alla base del cilindro eli
12 metri di diametro ed un tempo sbarrata da un
grazioso cancello in ferro battuto recante lo stem-
ma comunale, immette all'interno della costruzio-
ne, caratterizzata dalle costolarure dei dieci pila-
stri in cememo armato che ne costituiscono lo
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