la mancata corrispondenza fra capacità produttiva
e di swccaggio peserà negativamente sull'econo-
mia di esercizio dell'impianto, fmo agli anni
Cinquanta del
J
ovecento.
8.82
I
forni Klonne,
il
gasometro, le caldaie, gli appa-
recchi di depurazione erano di brevetto e produ-
zione tedeschi e vennero installati da operai spe-
cializzati tedeschi, mentre le strutture in muratura e
gli edifici eli servizio erano stati costruiti dalla Coop
Muratori
&
Affini e dalla Coop. Braccianti.
8.68-69
Fonderia del Pignone, Genova, Candelabri. Wograj1a,
XiX sec. (CP
-
GAL). Le colonne evidenziate a traueggio
SOl/O
state utilizza/e per l lampioni mon/ati sul Porue Caprazucca,
ancort1 presenll negli anni Cinquanla del Novecenlo (AFA
153-
AAIGJ e successivamenle modificati. e sul Pollle Verdi.
8.68
8.69
8.
70
Una immagine
pubblicitaria dellafon-
deria Cugini e Mislrali
dala/a al
1901
c011
1112
lampione in ghisa, pog-
gian/e su pilaslro in
pietra. 1icco di
fi·f!8J
e
moda11CIIure.
La
lucerna del lampio-
ne
è
idelllica a que/fa
mon/a/a sul Ponte
Caprazucca (AGG
-
GAL).
8.70
Iq.
CUGIKI
o
IISTR!LI
Ctarallli ltllllldle • ,..,,
p
A.B.lld:A
per lllumhlulon" clollrkn
a
tm-'·
I lavori, iniziati nel novembre 1911 sotto la dire-
zione degli ingegneri Domenico Ferrari, Pompeo
Bresadola e caglioni e del geom. Ferretti si
arebbero conclusi
il
5 ottobre 1912 (e non
il
l
0
luglio come da più parti riportato), con l'avvio
dell'impianto, dotato di attrezzature all'avanguar-
dia e capace di una produzione giornaliera di
15.000 metri cubi di gas, decisamente superiore
alle esigenze di allora.
TI complesso, raccolto all'interno eli un recinto
murario costituito da vari edifici a destinazione dif-
ferenziata, presentava
gli
"edifici - macchina" in
ferro necessari al processo produttivo:
i1
carro
8.83
ponte per
il
trasporto del carbone,
il
grande forno
8.89
per la cottura del combustibile e la produzione del
gas, il gasometro, dalla imponente campana meta!-
8.87
lica immersa in un bacino d'acqua e dalla cubatu-
ra flessibile, per lo stoccaggio del prodotto finale.
Dalla relazione di collaudo deiJ'intero impianto,
redatta clall'ingegner Onorino Fumagalli di Bolo-
gna ricaviamo una descrizione puntuale dell'Offi-
cina e della sua organizzazione interna. L'ossatura
dell'impianto
è
costituita da quattro corpi di fab-
brica principali. disposti in modo tale da circo-
scrivere interamente U perimetro interessato dal
complesso, sovrastato dalla ciminiera dei forni in
matloni a vista.
Il grande gasometro
Era però
il
gasometro a rappresentare sicuramen-
8.81
te la pa1te piLI caratteristica e distintiva del com-
plesso: la sua struttura metallica, a metà tra l'ope-
ra di ingegneria edile e la macchina e la sua par-
ticolare forma spaziale, con gli inconfondibili
anelli telescopici di espansione, avrebbero carat-
terizzato per lungo tempo
il
paesaggio urbano
con la sua ineludibile (e tlmtuante) presenza.
Il· gasometro installato nella nuova Officina -
come sottolinea Antonio Campigotto in un suo
specifico srudio sul manufatto - a differenza dei
precedenti, a campana semplice, era. denominato
··telescopico", in quanto le diverse patti che com-
ponevano la campana - le cosiddette "alzme" -
erano in grado di rientrare, quando
il
gasometro
era vuoto, l'una nell'altra, conie in un cannoc-
ch iale. Si trattava di un gasometro idraulico a tre
alza_te, capace di contenere quasi 10.000 metri
cubi di gas che la
August Klonne di
Dortmund, una delle piLI importanti nel campo
213