Il nuovo complesso, costato all'epoca
105
milioni
e finanziato con le sole quote di ammortamento,
ospitava l'Ufficio Tecnico Misure, i magazzini dei
mareriali, le autorimesse, le officine, gli uffici del
crvizio Eletrricità e alloggi di servizio.
La nazionalizzazione dell'energia
elettrica e la nascita dell 'AMPS
Intanto, nel
1962
il
Parlamento italiano, dopo un
articolato dibattito, approvava la legge di nazio-
nalizzazione dell'energia elettrica, dando vita
all'E EL, Ente
1
azionale per l'Energia Elettrica,
ente pubblico sotto il controllo del Ministero
dell'Industria, che assorbirà le varie Aziende pro-
dunrici di elettricità esistenti in Italia.
Erano state considerazioni di ordine politico e
·ociale e l'idea che la produzione dell'energia elet-
trica fosse un servizio di carattere pubblico, oltre
che un elemento determinante ai fmi dello svilup-
po economico del Paese, a spingere il Governo ita-
liano a costituire, come già in Francia e in
Inghilterra, un ente pubblico di monopolio - con
esclusione delle Municipalizzate - nonostante la
comprensibile opposizione dei vecchi gruppi elet-
8.113
8. 113
Una t•eduta generale
delle apJXu·ecchiature elettriche
installate presso l'officina di
San Paolo nel 1933
8.114
Motore Dieselperdinamo
da 500 Ku·h collocato all'inter-
no della chiesa di San Paolo in
grado di trasformare l'energia
meccanica in energia elettrica
in unti immagine del 1933
(ASAMPS - VAGHI).
8.115
EJrbetto Carboni, Annun-
cio pubblicitario per l'Azienda
Elelltica Comunale di Panna.
Litografia. 1933 (CP- GAL).
8.114
8.115
trico-fìnanziari quali SIP. Edison, ADE, lE e altri,
i cui impianti e
beni
furono trasfe1iti all'E
fEL.
' pariva, così, anche la ocietà Emiliana Esercizi
Elettrici ( EEE) che, con gli impianti dell'Appennino
aveva rifornito di energia l'Azienda Elettrica fin dal
1907.
Ora i rappo11i erano necessariamente tm
I'ENEL e la Municipalizzara, che nel giugno del
1965,
con l'assunzione della raccolta dei rifiuti urba-
ni aveva assunto la denominazione di Al\ilP
Azienda Municipalizzara Pubblici Servizi.
Con l'emanazione della legge di nazionalizza-
zione, ai comuni si ponevano due alternative:
chiedere il passaggio ali'ENEL delle proprie
aziende elettriche oppure ottenere la concessio-
ne di esercizio.
Il Comune di Parma
il
19
gennaio
1964
aveva
chie ·to aii'ENEL la concessione per continuare,
tramite la propria Municipalizzara, tale attività nel-
l'ambito del ten·itorio comunale. In seguito a tale
richiesta, con decreto
30
luglio
1969
il
Ministero
dell'Industria autorizzava l'E EL ad adonare i
provvedimenti di sua competenza in ordine alla
domanda. ella seduta del
19
maggio
1971
il
Consiglio Comunale di Panna approvava all'una-
nimità il te to del capitolatO d'oneri presentato al
Comune dall'ENEL.
finalmente nel dicembre
1971
veniva sottOscritta
la concessione - una delle poche in essere all'e-
poca - che suddivideva
il
territOrio se1viro dal-
l'AMP in tre aree: il centro storico, la prima peri-
feria e un'area urbana allargata. Nella prima zona
la potenza concessa era illimitata
fin
dal
1936.
ella seconda zona la potenza di
30
Kwh veniva
portata a
150;
nella terza zona, fino a quel
momenco servita dall'E fEL, la potenza veniva
concessa fino a
150
Kwh.
Fra le opere di maggior rilievo realizzate
dall'Azienda negli anni ettanta si colloca la
co truzione di una nuova stazione di ricevimento
e tra formazione dell'energia elettrica a
132
KV,
già iporizzara nei primi anni essanta, ed entmta
in funzione in via Toscana nel giugno
1976.
La
8.120
sua realizzazione si era resa necessaria in quanto
la potenza messa a disposizione dell'AMP
dall'E EL fissava un limite massimo nel punto di
consegna in viale dei Mille, ormai insufficiente
per soddisfare le esigenze della
città.
La nuova
razione, mentre soddisfava inderogabili esigenze
tecnologiche e amministrative, consentiva, paral-
lelamente, di ridurre i rischi di interruzione di for-
nitura dell'energia elettrica per gravi guasti o lavo-
ri di manutenzione.
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