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uso parlato si trasformò lentamente, attraverso i secoli, nei volgari parlati neolatini
ovveronei dialetti neolatini e da questi si svilupparono le lingue nazionali. In
particolare in Italia dal dialetto fiorentino, dal fiorentinodelle persone colte,
attraverso i secoli si sviluppò la lingua italiana.
I dialetti sonodunque fratelli dell’italiano
perché come l’italiano sono figli del latino e non figli,magari deformi, dell’italiano
(anche se non si puònegare che nel dialetto esistono le storpiature dell’italiano).
Eppure, nonostante queste indubbie affinità linguistiche, lingua e dialettonel
vocabolario italianohannoun significato ben diverso. Nessunopotrà dire che
l’italiano è un
dialetto
e che (salvo che inoccasioni promozionali come questa) il
parmigiano è una
lingua
. Quel che distingue nettamente l’ unodall’ altra a ben vedere
non dipende da considerazioni linguistichema extralinguistiche. Nel linguaggio
comune
lingua
e
dialetto
, si collocano sudue piani diversi. Unopiù importante l’altro
meno.
Il dialetto èparlatodaunnumerodi persone inferiore
Il dialetto è una varietà linguistica parlata da unnumero di persone inferiore rispetto a
quella degli utenti di una lingua e che gode diminor prestigio sociale rispetto alla
lingua. Il dialetto è statoper secoli la lingua dei poveri. Nessunopotrà poi negare che
l’importanza letteraria dell’ italiano è di gran lunga superiore a quella del parmigiano
come a quella di unqualunque altrodialetto
Tutte queste considerazioni (sostanzialmente extralinguistiche), ci portano insomma a
collocare senz’altro il dialetto su di unpiano di inferiorità rispetto alla lingua. Il
parmigiano, ahimè, valemeno dell’italiano.
Il valore del dialetto
Le cose però cambiano radicalmente se si considera che permolti di noi il dialetto è
stato la prima lingua che è stata ascoltata in famiglia e ancor più è stata la prima
lingua dei nostri padri e dei nostri nonni ed è legato ai più cari ricordi della nostra
infanzia. Il dialetto ha per noi ha un valore affettivo di gran lunga superiore
all’italiano. Ascoltarlo ci scalda il cuore. Quello stranomododi parlare il dialetto è il
nostro e solo il nostro, diversoda quellodi tutti gli altri abitanti della terra. Piùdel
colore degli occhi e dei capelli, piùdelmododi vestire a di parlare esprime la nostra
più specifica identità e soprattutto la sua curvamelodica, la sua cadenza, il suo
accento inconfondibile rappresentano una sorta di linguisticoDNA.
Una sortadi cartadi identità
Ed è naturale perciòper noi parmigiani non piùgiovanissimi innalzarlodi grado e
dire che il dialettoparmigiano è una lingua. Si capisce allora perché benemerite
istituzioni come la FamijaPramzàn, ParmaaNostra, laConsulta per il dialetto
parmigiano, Compagnie teatrali ecc., scrittori e, soprattutto, studiosi, facciano di tutto
per non dimenticarlo e valorizzarlo in unmomentodella nostra storia, non soltanto
nazionalema anche europea, in cui fatalmente, se non contrastato, ci porterebbe ad
abbandonarne l’uso e con esso forse anche il ricordo.