Mezzadri_Impariamo il nostro dialetto - page 10

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L’ALFABETO
L’alfabetoparmigiano si componedi 22 lettere ( inclusa
j
) di cui 6vocali
( a,e,i,j,o,u )
LEVOCALI
La vocale
“a”
presenta due suoni:
“a”
aperta es. “mat” (matto), oppure
“ä”
conun
suono allungato tendente ad
“è”
(es.
“cärna”
-
carne,
“Pärma”
-
Parma).
La vocale
“e”
presenta due suoni: uno aperto come
“è
di “erba” (es.
“ernja”
-ernia),
l’altro chiuso come
“é”
di “chiesa” (es.
“pianén”
-
pianino).
Anche la vocale
“o”
presenta due suoni: aperto come
“ò”
di “fuoco” (es. “solit”-
solito),
e chiuso come
“ó”
di “torre” (es.
“pisón”
-piccione).
Per leggere con la giusta tonalità è importante osservare l’accento. Il professor
Capacchi, per semplificare, ha adottato la seguente regola generale.
La
“o”
con suono apertonon si accenta.La
“o”
con suono chiuso si accenta.
Aquesta regola generalemolto saggia perché consente di semplificare, amio
giudizio, può risultare utile fare qualche eccezione. Esempio: la parola
“rosso”
,
nell’italiano che si parla aParma, la
“o”
ha suono chiuso. In dialettoha suono aperto.
In casi come questo l’apposizione dell’accento aperto facilità il lettore. Così io
preferisco scrivere
ròss”.
Occorre anche considerare che il Capacchi scriveva le sue
regole oltre 40 anni fa quando i parlanti in dialetto erano sicuramente in numero più
elevato.
“i”
suona come in italiano.
“j”
suono semiconsonantico come in “ch
i
udere
“u”
suona come in italiano
La vocale
“u”
talvolta simuta in
“v”
Es.
avtón"
(autunno); "
avtista
" (autista);
Clavdia
(Claudia)
LECONSONANTI
b, d, f, p,r, t, u, v
si pronunciano comenell’italiano.
La «c» italiana,
davanti ad
«e»
e
«i»,
ha suono palatale sorda come nell’italiano
“cera” ,”cipria”
La
«c»
ha suonovelare sorda davanti ad
“a”, “o”, “
u
”,
; come nell’italiano “cane”,
collo”,“cubo”
La
«c»
italiana, davanti ad
«e»
e
«i»,
in inizio di parola, si è a volte trasformata in «s»
es.
s
ercär (cercare) es.
s
ivètta (civetta)
«ch»
in italiano, nel dialettodiventa
«c»
dolce: es.
céza
(chiesa)
«
ch»
in dialetto, nei finali di parola con c dura,mantiene il ch: es.
toch
(pezzo)
La
«c»
, indialetto, nei finali di parola con
«c»
dolce diventa:
«c’»
es
.
oc’
(occhio)
1,2,3,4,5,6,7,8,9 11,12,13,14,15,16,17,18,19,20,...72
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