Tesi Cini unita con tavole compressa - page 15

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badesse, venissero sepolte nella cripta vista la capienza abbastanza ridotta (24 posti) e visto che le
suore presenti nel convento, al 1716, erano 26.
25
Nella visita pastorale del 1843 si menzionano ancora i sepolcri, ma si apprende solo che hanno
delle lapidi sepolcrali in marmo e sono chiusi a calce.
26
Dopo la soppressione degli ordini monastici, il convento venne adibito a caserma per le truppe
austriache, una conferma la troviamo nel decreto di Maria Luigia del 1832 nel quale si
concede
in uso al comune il complesso per continuar a servire di quartiere alle truppe austriache di
guarnigione in questa città
.”
27
Sempre nel 1832 ci fu un violento sisma e furono lamentati gravi danni alla chiesa.
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Infatti in un
documento conservato presso l’Archivio di Stato di Parma si legge: “Qualche centinaia di camini
caddero nelle strade, i palazzi delle Presidenze, dell’Università, la Caserma dei Dragoni, furono
danneggiati, siccome le Chiese della Steccata, dell’Annunziata, di S. Matia, S. Croce, S. Tiburzio,
Sant’Uldarico, San Rocco, San Vitale, San Quintino”
29
. Purtroppo non si conosce l’entità dei
danni subiti.
Durante gli scavi fatti dal 1844 al 1846 si scoprì che nel piazzale antistante la chiesa, sorgeva un
teatro romano. Mentre si costruiva la galleria sotterranea, destinata a raccogliere i tubi principali
delle fontane della zona, alla profondità di circa quattro metri, si trovarono alcuni scaglioni
semicircolari che invitarono ad allargare gli scavi, i quali condotti da una commissione all’uopo
incaricata da Maria Luigia, mostrarono le rovine del teatro dedicato a Lucio Mummio. Pare che la
sua costruzione fosse avvenuta tra la morte di Cesare e il governo di Augusto, la sua forma
esterna non esce dalle regole stabilite da Vitruvio. L’interno dei due semicerchi, dai quali erano
racchiuse le gradinate, aveva 23 metri di diametro e quasi il triplo all’esterno. Le scoperte fatte
consentirono così la ricostruzione della pianta di questo teatro che pare sia stato distrutto nel IV
secolo dai barbari che invasero l’Italia. Esso abbracciava anche parte della vecchia canonica che
pertanto venne demolita come dimostrano i documenti conservati nell’Archivio di Stato:
Pianta
figurativa di una parte del già Convento di Sant Uldarico di Parma, la quale potrebbe
convenientemente servire di canonica della chiesa di S. Uldarico, in sostituzione dell’attuale
canonica, che per ragione degli scavi si dovrà demolire.
30
25
D
ALCÒ
F.,
Un monastero femminile parmense: Sant’Uldarico,
in
Uno storico e un territorio: Vito Fumagalli e
l’Emilia occidentale nel Medioevo
, a cura di Roberto Greci e Daniela Romagnoli, Bologna 2005, pp. 175-186
26
ASD, Fondo Sant’Uldarico, Visita pastorale del 23/04/1843
27
ASPR, Patrimonio dello Stato, Mazzo 117, Convento di Sant’Uldarico –Decreto di Maria Luigia del 24/10//1832
28
ASD , Fondo Sant’Uldarico, Relazione tecnica, Arch. Paolo Conforti, 20/06/1984
29
Omnis 7, Terremoti storici in Italia, rimanda a: ASPR, cenni descrittivi del terremoto di Parma del marzo 1832 con
importanti osservazioni intente a tranquillizzare gli animi, 1832.
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ASPR, Patrimonio dello Stato, Mazzo 117, Convento di Sant’Uldarico – Scavi del teatro, Planimetria del 1845
1...,5,6,7,8,9,10,11,12,13,14 16,17,18,19,20,21,22,23,24,25,...
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