Tesi Cini unita con tavole compressa - page 97

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Osservando il grafico ad una scala più ravvicinata si possono apprezzare meglio le variazioni di
spostamento.
Nell’arco di 24 mesi la differenza di ampiezza è di 0,15 mm, sempre in chiusura. Si notano delle
piccolissime oscillazioni dovute presumibilmente alla variazione igrometrica del terreno di
fondazione più che dalla dilatazione termica della parete, che comunque si mantengono entro
limiti molto bassi. Alcuni sbalzi (nell’ordine di 0,05 mm) permettono di capire che anche in
questo caso gli eventi sismici hanno contribuito in chiusura.
5.7 S
UBSIDENZA
(
CENNI
)
Avendo accennato più volte al cedimento differenziale del terreno, si può approfondire brevemente
il tema della subsidenza. La subsidenza rappresenta il progressivo abbassamento del piano
campagna dovuto alla compattazione dei materiali. Può essere di due tipi:
-
Naturale: i sedimenti sono molto porosi e tendono a comprimersi, riducendosi di volume e
quindi abbassarsi se hanno sopra un carico;
-
Indotta: l'uomo estrae acqua, petrolio o gas dal terreno diminuendo la pressione dei fluidi
interstiziali residui, causando un assestamento del terreno.
Lo sprofondamento verticale in parte è dovuto a riequilibrio isostatico che avviene nell’arco di
decine di migliaia di anni, come risultante dello sprofondamento del bacino nell’area di pianura e
del sollevamento delle zone montane a seguito dei processi erosivi e dell’ultima deglaciazione.
Ragionando a scala temporale più ridotta, l’abbassamento subisce un’accelerazione per
l’estrazione dei fluidi trattenuti nei sedimenti, come idrocarburi e acqua, e per gli interventi di
bonifica idraulica, che tendono a prosciugare suolo e sottosuolo. Nelle aree di media e alta pianura,
in cui avveniva un crescente aumento di emungimenti idrici, il fenomeno è stato segnalato già
dagli anni ’50. I movimenti verticali del suolo sono evidenziati dal confronto fra livellazioni
topografiche di precisione eseguite in tempi successivi sugli stessi capisaldi. Le misure successive
sugli stessi capisaldi mostrano un incremento della velocità del fenomeno, che sarebbe connesso
con una maggiore incidenza della componente antropica. L’accelerazione coincide
cronologicamente con lo sfruttamento intensivo del sottosuolo della pianura con l’aumento degli
emungimenti di acque dolci sia per scopi civili, sia industriali, sia agricoli. A Parma, come in altre
città emiliane, gli edifici del centro storico, già prima degli anni ’80, avvertivano i dissesti. A
causa degli indizi che segnalavano la probabile subsidenza del suolo, l’Azienda Municipalizzata
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