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trasportarono questa proporzione nella colonna. (…) Così avvenne che la colonna dorica
rappresentò negli edifici la proporzione, la forza e la bellezza del corpo virile. (…) In
seguito,
volendo edificare ( nella Ionia ) un tempio dedicato a Diana, ricercarono uno stile
espressivo nuovo : continuarono a usare il sistema di proporzionamento basato sulla pianta
del piede, ma fecero riferimento alla forma più slanciata della donna. (…) a destra e a
sinistra del capitello collocarono poi le volute pendenti come crespi cincinni di
capigliatura, e ornaron le fronti con cimase ed encarpi disposte a guisa di crini, e lungo il
fusto tutto lasciarono andare a basso listelli delle scanalature, come le pieghe di lunghe
vesti matronali. Così mutarono dalla figura umana l’invenzione delle colonne ma con due
differenze fondamentali : l’una colonna dall’uomo – nuda bellezza senza ornati - ; l’altra,
svelta, adorna ed armoniosa dalla donna”
(2)
.
(figura 1)
figura 1 – Francesco di Giorgio – testa con capitello – dal Codice Magliabecchiano, folio 33v
La nascita dell’ordine corinzio è invece leggermente diversa : si narra che l’architetto
Callimaco prese spunto da una tomba di una giovane donna di Corinto. La nutrice della
giovane depose sulla tomba un cesto colmo degli oggetti più cara alla ragazza durante la sua
vita, e vi pose sopra una lastra per proteggerli dalle intemperie. Una pianta d’acanto crebbe
alla base del cesto arrivando fino alla lastra di copertura, dove le foglie, toccandolo, si
ripiegarono. Callimaco trasformò questa composizione nel capitello corinzio prendendo
però il sistema di proporzioni dai precedenti ordini.