Tesi Ziliotti completa - page 81

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precedentemente fatte considerazioni sulla necessità da parte del progettista di slanciare tali
lati per farli apparire meno disomogenei rispetto a quelli maggiori.
La colonna in cui si contano meno moduli è quella riutilizzata dall’antico teatro romano (
tavola 2 ), mentre le altre colonne analizzate sui lati est ed ovest ( tavole 1 e 7 ) hanno le
stesse proporzioni, nelle quali è possibile riscontrare l’ordine dorico.
Il problema però è il seguente : perché dimensionare secondo l’ordine dorico colonne in cui
viene scolpito un capitello di ordine composito ?
Probabilmente la ristrettezza del luogo non permetteva di modellare colonne composite (
che prevedono dai dieci ai dieci diametri e mezzo ), mentre la volontà figurativa della
committenza imponeva capitelli compositi. La scelta deve essere poi stata quella di
rispettare tale ordine per tutti i capitelli.
Esaurita l’analisi delle colonne, è sembrato opportuno verificare se il proporzionamento
della campana dei capitelli e delle sue articolazioni corrispondesse ai canoni classici. La
ricerca ha portato ad una risposta affermativa, ma è da notare come il modulo che regola le
parti dei capitelli non sia dato dalla misura dell’imoscapo ma da una grandezza che vi
differisce a volte addirittura di cm 6 ( tavola 1.1 ). Notato quindi che il diametro alla base
del fusto della colonna non regola la struttura del capitello, si è ricercato un “nuovo
modulo” seguendo la lezione dei trattatisti, esposta nel paragrafo precedente.
Si è partiti dalla considerazione secondo la quale l’ordine composito vede la campana del
capitello suddivisa in tre parti uguali, ciascuna delle quali è occupata da foglie d’acanto o
caulicoli. Costruendo un primo sottomultiplo del modulo attorno alla prima foglia,
riportandolo in altezza tre volte e dimezzandolo in corrispondenza dell’abaco, si è verificato
come, in linea di massima, i capitelli del Chiostro di Sant’ Uldarico corrispondano ad una
logica di composizione classica, ma staccata dal contesto proporzionale della loro colonna (
tavola 3.2 ).
Posta questa particolarità del modulo, si sono riscontrati alcuni esempi in cui le dimensioni
del capitello sembrano corrispondere all’insegnamento di Vitruvio, il quale fa rientrare nel
modulo l’abaco ( tavola 5.1 ), ed altri che invece si avvicinano maggiormente allo scritto di
Palladio, secondo il quale la dimensione dell’abaco sovrasta della sesta parte la
modulazione unitaria della campana del capitello (tavola 4.4 ) .
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