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costì. Infarti. a fronte di un preventivo di
presentato da Cusani di 190.000 lire per l'esedra a
cui andavano sommate 50.000 lire per l'am dello
Ximenes, alla fine del 1913 erano già state pagate
216.659,70 lire mentre restavano da pagare per
lavori già eseguiti 90.832,84 lire e, secondo le
rimanevano da completare opere per un
importo pari ad 89.000 lire.
Non pochi si chiesero se fosse lecito, ad una città
con ben piì:1 urgenti problemi sociali, sanitari cd
infrastrutturali permettersi tale "spreco". La pole-
mica finanziaria - a fondo investigata da Roberto
pocci in un suo saggio - si svolgerà soprattutto
sui banchi del Consiglio Comunale, imbarazzato
dal "pasticcio istituzionale" confezionato da
Mariorti:
il
monumento era promosso da un appo-
sito Comitato e non dal Comune. Lo taro aveva
concesso un finanziamento per
il
monumento,
ma al Comune. Il Comune l'aveva accettato.
La
ge tione delle pratiche e dei finanziamenti, tutta-
via, era stata condona con criteri privatistici, senza
concorsi o gare ed
il
Comune più volte dovr-j
imervenire a sanare i
deficit
di bilancio per la
colossale costruzione, con procedure al limite
della liceità.
Ma la determinazione di Mariotti pretendeva di
concludere quanto intrapreso con entusiasmo.
L'Architerto Cusani avrebbe fano pervenire
all'Amministrazione
il
15 marzo 1915
il
riassunto
definitivo dei lavori e delle spese dalle quali risul-
tava una spesa complessiva per
il
monumenlO
pari a 600.000 lire delle quali 281.287 già liquida-
te, 237.527 per lavori già eseguiti ma ancora da
liquidare ed un preventivo di spesa superiore alle
80.000 lire per
il
completamento del monumento.
Per pagare i debiti sarebbe stato necessario ema-
nare la legge 26 luglio 1917, n. 1183 con gli appo-
siti capitoli di spesa.
L'inaugurazione non avverrà che nel febbraio del1920.
L
}inaugurazione
A dieci anni dalla posa della prima pietra l'im-
mensa opera si poteva dire conclusa e in una
fredda giornata invernale, il 22 febbraio 1920, con
6.163
una cerimonia solenne e sentita,
il
monumento
veniva solennemente inaugurato alla presenza
dell'Onorevole Agostino Berenini (1858-1939) in
rappresentanza del Ministro della ·Pubblica
Istruzione, dell'oratore ufficiale onorevole Luigi
Rava (1860-1938), di numerose altre personalità
della cultura e detrarre e di quasi cinquantamila
cinaclini che affollavano
il
piazzale, le strade adia-
centi e le due terrazze dell'esedra.
Prendendo in consegna
il
monumento,
il
enatore
Giovanni Mariotti. che per primo ne aveva auspi-
cata l'erezione, pronunciò uno dei suoi più nobi-
li discorsi. L'Onorevole Rava tesseva una
proj017-
da commemorazione dell'opera artistica e cioile
dell'insigne Maestro•.
Allo scoprimemo deli'Ar.t
venne suonata dalla Banda
Paer
la marcia
deii'·Aida»
e cantati dai coristi del Hegio brani del
•Nabucco»
e dei
•Lombardi».
La sera, al Teatro
Regio aveva luogo un grande spettacolo diretto
dal Maestro Tullio Serafin (1878-1968).
Lo Ximenes, rattristato di non poter essere pre-
sente alla inaugurazione a causa dei suoi impegni
oltre oceano e rappresentato dalla moglie, al suo
rientro a Parma, si vide offrire dalla cittadinanza
per mano dell'On.le Emilio Faelli (1866-19-IJ) una
medaglia in bronzo coniata per l'occasione,
6.164
riproducente l'altorilievo dell'ara con la dedica
·Ad Elfore Ximenes che con mirabile magistero il
Genio di Verdi nel bronzo rievocò, Parma rico-
noscente•.
L'opera si inseriva con equilibrio nel tessuto
urbano, ormai privato del ··naturale" limite delle
mura, ampliandolo con garbo verso nuovi spazi
di espansione, e la zona, disegnata dagli alberi e
dal verde e dai profili dei due monumenti conti-
gui di Bottego e di Verdi - stilisticameme affini -
veniva acl assumere un nuovo significativo
aspetto, ben lontano dallo squallore periferico d i
pochi anni prima.
Marco Pellegri nota come
il
monumento accor-
dasse quasi una restaurazione di stile classico,
rotta nei pa11icolari e nelle decorazioni, da motivi
floreali, in voga in quel momento, trattati solita-
mente con gusto e sobrietà, ma non evitando
•Un
certo distclccoformale tra/a patte archi/e/fonica e
/a figurativa, soprattutto nella seque12za di statue,
semplicemente appoggiate co/loro basamento alle
pilastrate•,
senza un maggiore e più coerenre
inserimento. · Concorde invece il giudizio sulla
validità artistica della stele centrale e dei bassori-
lievi in bronzo, considerata una magistrale testi-
monianza delle capacità dello scultore.
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L'opera di Ximenes resta plasticamente valida, e a
distanza di oltre ottant'anni ancora attuale e viva
sua vigoria compositiva. I bozzetti in gesso,
modellati per il qepe11orfo operistico verdiano,
attestano anche una certa modernità di concezio-
ne, meritevole di considerazione critica, anche se