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5.1 M
ONITORAGGIO
Il patrimonio edilizio storico - artistico può manifestare stati di dissesto dovuti sia a cause naturali
innescate dal degrado dei materiali, sia a cause ambientali di tipo geologico e sismico. Quando le
strutture sono sollecitate oltre certi limiti, o quando le membrature presentano condizioni di
insufficienza in termini di resistenza dovute sia a fattori geometrici sia meccanici, si possono
verificare dissesti statici. Tale condizione si manifesta con l’apparire delle lesioni.
Le informazioni contenute nel quadro fessurativo esistente, e cioè il tipo di progressione presente,
come pure la dislocazione e la geometria delle fessure, possono essere utilizzate con duplice
finalità. Un’analisi critica di forma, estensione, posizione, ampiezza delle lesioni può fornire molte
informazioni sul cinematismo che ha prodotto lo stato di danneggiamento e, di conseguenza, sulla
sua origine
.
Tuttavia, questo non è sufficiente per valutare la gravità della situazione: è necessario
stabilire se i movimenti in atto evolvono o meno verso condizioni di equilibrio. In particolare
mediante attento monitoraggio, è possibile determinare se si rendono necessari eventuali interventi
di consolidamento strutturale.
5.2 R
IFERIMENTI NORMATIVI
Nonostante le attuali e continue dimostrazioni di interesse, il monitoraggio, è ancora poco
utilizzato nei processi costruttivi; viceversa, nella ricerca sperimentale, costituisce un solido
riferimento. In Russia, invece, è inteso come sistema e non come solo come strumento di indagine
dei dissesti pregressi. Questa esigenza è nata con la necessità di monitorare le strutture dei siti
nucleari, poi estesa a tutti gli edifici di una certa rilevanza. Infatti, di pari passo con il progetto di
un edificio si progetta anche il sistema di monitoraggio, il cui costo, rispetto a quello da sostenere
per l’edificazione, è irrisorio. In questo modo, se emergono alcune criticità strutturali, si possono
prendere delle decisioni in tempo utile e non solo in caso di emergenza.
In Italia la recente direttiva del 2011
1
inquadra il monitoraggio come: “Il principale strumento per
una consapevole conservazione, poiché consente di programmare la manutenzione e attuare in
tempo, quando realmente necessari, gli interventi di riparazione, in caso di danno strutturale, e di
consolidamento, finalizzato alla prevenzione.” E ancora “Il monitoraggio visivo, inteso come
controllo periodico dell’insorgenza di stati fessurativi, fenomeni di degrado, trasformazioni nella
struttura e nell’ambiente circostante, rappresenta il punto di partenza di tale attività. Informazioni
1 DPCM 9 febbraio 2011 - Valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle
norme tecniche per le costruzioni di cui al decreto ministeriale 14 gennaio 2008.