6.232
6.233
6.232-233-234 La colonna
della Vìttoria alfa jìne degli
anni Cinquanta. dopo
la
costmzione della stazione delle
corriere,
COil
le
aiuole ordinate
e gran
IJia vai di torpedoui
(CBON- GAL).
tradotta in regolare contratto
il
30
giugno
1928 -
di assumersi la cura della costntzione, garantendo
da parte dello Stato un contributo equivalente a
quello destinato a qualsiasi impresa privata.
La
oluzione, però, non convinceva e persisteva
l'intendimento di non alterare la struttura dell'an-
tico Parco Ducale. La colonna della Vittoria dove-
va essere innalzata altrove. el Giardino veniva
invece collocata una piccola fontana monumen-
tale, ornata da una statua opera di Emilio
Trombara,
·dono degli Ufficiali della Scuola di
Applicazione»,
purtroppo distruna dalle bombe
della seconda guerra mondiale.
Non era stato ancora posto mano ai lavori di
scavo delle fondazioni che per iniziativa del
Generale Giannuzzi Savelli, direttore generale del
Genio presso il Ministero della Guerra, la posi-
zione scelta veniva, ancora una volta abbandona-
ta, per approdare, in via defmitiva que ta volta,
6:.?2Bsull'area triangolare all'incrocio di viale Toschi
con viale Zanardelli.
Questo viale, tracciato nel contesto del più ampio
progetto di realizzazione del Lungoparma
(>
Volume
J,
Capitolo 5, pp
208, 211, 218, 219),
era
stato intitolato
il
31
dicembre
1903
al giurista e
uomo politico Giuseppe ZanardeUi
(1826-1903). ·
PiLt volte ministro nei Governi Depretis e Crispi,
fu autore del primo codice penale dell'Italia unita,
(approvato
il
l
o
gennaio del
1890
e rimasto in
vigore ftno alla pubblicazione del Codice Rocco)
in cui era abolita la pena di morte e garantito un,
seppur minimo, diritto eli sciopero.
·
La zona finalmente prescelta per il Monumento,
risultava così relativamente prossima alla cuoia,
ma di grande impatto scenografico e di pubblica
fruibilità e permetteva la visione della colonna da
più punti prospettici.
Il Comune però, in virtù dei risultati ottenuti con
l'esedra del Monumento a Verdi
(>
Volume Il,
Capitolo
6,
p 88), costruita
in
cemento e matmiglia,
decideva di variare la struttura esterna della colon-
na, rivestendola
in
marmo biancone di Verona,
sebbene questo portasse ad un'aumento conside-
revole dei costi, sia per.
il
materiale che per le
modifiche strutturali all'armatura della colonna.
Ottenuta dal Ministero l'approvazione per quella
sostituzione senza pretendere ulteriori compensi,
il
Comune, messo a punto
il
nuovo progetto tecnico,
affidava l'esecuzione dell'opera all'impresa Azzali,
Ravaglia e Saccani che iniziava i lavori nel maggio
1930
e li concludeva nei primi giorni dell'ottobre
successivo, dopo che
il
Comune aveva provvedu-
to a realizzare alcuni elementi ornamentali in
marmo o
in
bronzo mancanti o non previsti.
Finalmente l'opera poteva essere collaudata
il "'
giugno
1931
dal Generale Gonella, capo del
Genio Militare del Corpo d'Armata di Milano ed
inaugurata solennemente
il
27
settembre
1931
con il lancio di un migliaio di colombi alla pre-
senza di Vittorio Emanuele
m,
chiamato quello
stesso giorno anche a tagliare il nastro del Museo
Risorgimento e della Scuola professionale di
Avviamento al Lavoro costruita sullo Stradone
(anualmente in corso di ristrutturazione per dive-
nire sede dell'Amministrazione Provinciale).
TI Monumento alla Vittoria, magistralmente ambien-
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tato nella prospettiva di viale Toschi, poteva fina!-
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