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7. 13 Giulio Carmignani. La Piazza di Parma in un giorno di
mercato. Olio su tela, 1850. 11 mercato cilladino richiamal'a
1111
cospicuo numero di persone anche dal contado così che la
piazza offriL'a 110n di rado una immagine variopinta e pullu-
lame di umanità e di mestieri, come ben descrillo da/noto dip-
illlo di Giulio Carmignani (1813-1890) oggi nella Collezione
Ferr(lmola (CP- GAL).
7. 14 Paolo Baratta, La Piazza Grande ne/1851. Acquerello su
carta, 1851. Già
il
grosso del mercato era stato trasferito in
Piazza GI:Jiala. Le bancarelle dei limoni avrebbero resistito
ancora per qualche anno (da G. CAPEW, Botteghe di Parma.
Parma, PPS, 7993. p 45).
7.15
7.15 Luigi Marchesi, La Piazza di Pamttt nel 1852. Olio su tela,
1852. AIICOI'CI la piazza, inquadrata co11 l'Ara dell'Amicizia in
primo piano mentre una processione parte dalla chiesa di San
Pietro. Ali
'i
ntomo b(lncarelle e contadi
n
i
co11 i poveri
frulli
della
terra sono ciò che resta dell'animato rnercato di piazza, ormai
spostato in Ghiaia (GNPR 991
-
GAL).
L )organizzazione del mer cato in
Piazza Grande
La disposizione dei mercati, che si svolgevano tra
il palazzo del Comune, quello del Governatore e
la chiesa di an Pietro era rigidameme fissata da
norme e regolamenti emanati dall'Autorità comu-
nale e lo spazio deiJe bancarelle - come s'è visto
- era determinato per mezzo dei riquadri in cui
era suddivisa la pavimentazione.
Diverse - come accennato - sono le mappe e le
planimetrie conservate nei nostri archivi che
testimoniano nel tempo tale complessa consue-
tltdine. Una di queste, di particolare inLeresse, è
pr(!sumibilmente databile ai primi anni dell'Ouo-
cento, durante
U
periodo della dominazione
francese, perché le annotazioni sono faue,
appunto, in quella lingua.
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