PAR0559686_0001_d.pdf - page 156

7.41
7.42
7.41
Giuseppe Carmigncmi
(1871-1943),
Piazza della Ghit1iC1.
Acquerello su carta.
1930.
La
veduta, solare e luminosa, L'ivida
di colori e di movimento, coglie
il
canto del cigno della piazza Cl
poche settimane dalla demolizione dell'edificio del Belloli
(GNPR,
1169-
GAL).
7.42
La Piazzc1 della Ghiaia in una foto stereoscopica scalltlfCI
nella seco11da metà dell'Ottocento. Si nota11o
i
bcmcbi e le barac-
che trtlsjerlte 11el
1851
dalla Piazza Grande (BPPJ?, Micheli-
Mariolli - GAL).
e per la relativa vicinanza con la piazza del mer-
cato era molto frequentata dagli agricoltori del
contado che, entrati in città alle prime luci dell'al-
ba e caricate le proprie mercanzie in Ghiaia,
venivano a '·parcheggiare·· qui i loro carri e i loro
cavalli. Così che la strada presentava una curiosa
e singolare distesa di carri e carretti: vi si poteva-
no osservare le
Pistoiesi,
ad un solo asse, utilizza-
te per lo spostamento delle persone; le
Bare,
a
due sponde, per le merci più svariate; i carri a
due assi, impiegati per i lavori agricoli, servivano
anche per i frequenti
sanmartino;
i carri coperti,
infine, si usavano per
il
trasporto delle derrate ali-
mentari, che venivano così meglio protette. Al ter-
mine delle contrattazioni, verso il mezzogiorno, ·la
strada, che era stata incontrastato regno dei caval-
li in riposo, si animava di voci e di gente c si
svuotava rapidamente, così come si era popolata
di prima mattina.
La
Ghiaia era divenuta
il
cuore commerciale della
città, anche in seguito allo spo tamento del mer-
cato della Piazza Grande, stabilito nel 1851. el
1856. allo copo di superare
il
dislivello esis[Cnte
tra la platea delle vendite e il Ponte di Pietra veni-
va realizzata a spese del Comune un'ampia scali-
nata in granito e biancone di Verona.
el 1880
il
Consiglio Comunale delibera
·cbe sia
autorizzato l'impianto, nel pubblico Macello,
della macellazione della carne equina·
e nel 1883
viene intrapresa la costruzione di due lunghe tet-
7.43
toie metalliche a protezione dei pescivendoli, in
7.44
sostituzione delle precedenti, ormai logore.
Vengono alJora alJestiti, secondo il disegno realiz-
zato da Sante Bergamaschi, Ingegnere Capo del
7.45
Comune, 16 banchi in marmo rosa di Verona, ese-
guiti dalla ditta Pellegrini e Ceresini di
ant'Ambrogio Veronese, mentre le fonderie
Paolo Rocchetti di Padova provvidero alla forni-
tura delle colonne esagonali in ghisa fusa, ai sup-
porti
e alle parti di sostegno del tetto, chiuso da
un tavolato in legno di abete rivestito in lamiera.
L'opera, di cui rimane memoria nei disegni di
progetto e in una antica fotografia della piazza,
ebbe un costo, calcolato al 20 febbraio 1883 di
.l)
1.248. Una di queste tettoie, smontata nel 1928,
veniva impiegata a San.Lazzaro per la copertura
di un lavatoio pubblico, tuttora esistente in strada
San Bruno, alimentato dal canale di Beneceto.
In seguito ai lavori di completamento del
Lungoparma dal Ponte di Mezzo al Ponte Verdi
(>
Volume I, Capitolo 5, pp 212-215) e di parziale
sistemazione di Piazza della Ghiaia con boneghe
sonostanti al viale stesso,
-nel
1928
il Comune
veniva nella determinazione di demolire tullo
l 'intero edificio delle Beccherie per erigervi un
grandioso (sic) Mercato Coper1o·
.Con la scusa di completare l'ultimo tratto di Lungo
Parma. secondo
il
piano già predisposto dal Sindaco
Giovanni Mariotti. il Podestà Mario Mantovan.i
(1888-1972)
trovò modo, nel clima dei tempi, di con-
durre a termine i vecchi idealipicconieri.
Nei ca.ffè del centro l'argomento venne dibattuto
per mesi. Gli artisti più noti di Parma soffiavano
.
da tempo sulfuoco nel tentativo di rinviare l'inu-
tile distruzione, ormai in via d 'attuazione. Sollo
l'insistente pressione di Paolo Barai/a
(/874-
1940),
Latino Baritli
(1883-1961),
Aristide Foà
(1876-1965),
don Giovanni Drei
(1887-1950)
ed
155
1...,146,147,148,149,150,151,152,153,154,155 157,158,159,160,161,162,163,164,165,166,...252
Powered by FlippingBook