lnohre, poiché con l'erezione del grande edificio,
oggi noto come Palazzo Medioli, era stato elemi-
nato
il
raccordo viario direno fra
il
Lungoparma e
la piazza, ceduto alla ACEJ\il come "reliuo strada-
le",
il
18
luglio
1931
il
Comune deliberava di acqui-
stare per 35.000 lire, dopo le favorevoli tranative
concluse con
il
Ministero delle Finanze,
il
piccolo
fabbricato adiacente la Cavallerizza e l'area anti-
stante
il
Museo di Antichità per tracciarvi, dopo gli
oppo1tuni lavori di demolizione, una nuova strada,
che verrà intitolata a Luigi Pigorini
(1842-1925),
archeologo e paleontologo di fama mondiale,
diretLOre del Museo fra
il
1867
ed
il
1875.
7.49
7.50
7.48 Una immagine del mercato con i banchi mobili in
Piazza Ghiaia, databile dai primi del Novecento ripresa dal
lato Nord. ul flcmco delle Beccherie.
be11e
in t•ista 11ella foto.
si aprit•a la gbictcciaia. rifornita d'inverno con le lastre gelate
della Parma e dellagbeuo del Parco Ducale (CBAT- GAL).
7.49 Al limite Nord della piazza si trovava, a fianco della
Cat,allerizzct, il deposito dei combustibili della Corte
(ASCPR- P/ili).
7.50 Nel
1928,
allo scopo di completare l'ultimo tratto del viale
Lungopamw,
il
Comune veniva nella determinazione di
demolire l'edificio delle Becche1ie. Nel generale disinteresse solo
pochi illte/lettuali si oppollevano alla distruzione dell'edi}lclo.
Così l'architetto J'v/ario Bacciocchi studiò in una notte, tra le
paretifumose del Caffè Centrale, 1111 progeuo di ripristino della
piazza basCtto
SII
presupposti monumento/i (CP- GAL).
·La
vecchia Ghiaia, devastata da/l'hmtile e arbi-
trario ctbballimento delle Beccherie, ritrOt.'auauna
sua misura ed un suo contenuto nel riassetto pro-
posto dal Leoni, la cui sostanziale validità non
veniva dirninuita dalla povertà del rnaleriale
irnpiegato, il cemento martellato; soprattutto nei
collegarnenti verticali, che con minimo ingombro
superavano il dislivello di sei metrifra
il
piano dei
negozi e quello stradaleN.
Il progetto di Ettore Leoni, focalizzato su una
lunga prospettiva scandita da pilastri, abbandona
il
modulo del porticato benoliano per collocare a
filo della facciata gli accessi delle botteghe, impre-
ziositi da incorniciature di differente importanza
sormontate da altorilievi raffiguranti le cornucopie
dell'abbondanza o
il
teschio del becco.
La
fuga
prospenica. scandita da alte semicolonne, viene
interrotta da due elementi emergenti: una doppia
scalinata semicircolare che permette di collegare il
livello del viale a quello della piazza, al cui imer-
no
è
ricavato un locale di servizio e una piccola
fontana addossata ad un breve porticheno, carat-
terizzata dalla testa di caprone
(il ..
becco" da cui
traevano nome le Beccherie) a memoria dell'atti-
vità che si svolgeva un tempo in quell'area.
La
fon-
tana, colpita da una granata durante
il
secondo
conflitto mondiale sarebbe stata ripristinata in
marmo rosa di Verona, con
il
contributo dei com-
mercianti della piazza, nel
1993.
Il progetto originale, in realtà, prevedeva che nella
pa1te centrale venisse collocata una rnonumentale
7.57
fontana sovrastante
il
livello stradale. Ma la sua
opprimente imponenza spingerà ad eliminarla e a
preferire la pitl semplice soluzione col piccolo
"becco" ancor oggi esistente. empre secondo
il
progetto, nella parte ord, oltre la doppia scala
emicircolare. doveva sorgere la centrale del latte.
Ma questO secondo stralcio non venne realizzato
perché lo spazio fu ritenuto insufficiente e la cen-
trale del lane sarebbe stata così costruita su un'a-
rea più ampia, oltre lo Stradone, ove tutt'ora si
trova, lasciando così alla SACEM la possibilità di
costruire
il
Palazzo Medioli.
Al
termine dei lavori la Ghiaia veniva riconquista-
ta dalle bancarelle dei commercianti che andaro-
no, in parte, a collocarsi sotto le vaste tettoie
metalliche erette dalla SACEM al centro della piaz-
za, facendo così sparire il variopinto e pittoresco
disordine delle vendite "a cielo aperto".
Poi vennero gli impianti fissi dei negozi con le loro
Stnltture prefabbricate, inaugurate
il
26
settembre
7.59
7.60
7.64
7.65
158
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