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7.85 Guido C(lrmignani, Mercato in Pilotta schizzo a malìla,
1858
C(l. Lo schizzo, databile, come l'intero quaderno consen•a-
to dal Museo Lombardi, al
1858.
presenta
i
padiglioni del mer-
cato dei Bozzoli nel cortile grande della Pilotta, prima della
costruzione del Teatro Reyllach
(1866-1871)
(MLPR- GAL).
7.86. E'nrico Sartori, Il Mercato dei Bozzoli in Pìlotta. Olio su
tela, 1869. Il c/im(l campagnolo e festoso ad un tempo dì que-
sto merc(ltOspecializzclto, viene descritto con semplicità e fre-
schezza d(IIICI tela di Sartori, che inquadra l 'angolo Nord-
orientale del cortile grande della Pi/otta, con gli arcbi che
Immettono al piazzale della Prefettura e, alfondo,
il
retro del
Reynacb, costruito su progetto di Pancrazio Soncini
tra
il
1866
ed
il
1871
e, sulla sinistra, uno scorcio del
dei Ministeri (CP- GAL).
acquisti doveva iscriversi nell'albo dei comprato-
ri, posto all'ingresso, ricevendone una cartella
contrassegnata da un apposito numero di proto-
collo. Doveva altresì ritirare i moduli prestampati
e rimbrati - detti
polizzine
e
viglielli
-
che sareb-
bero stati consegnati, una volta concluso l'affare,
i primi al venditore e i secondi alla Commissione,
per
il
calcolo delle imposte e delle spese dovute.
Chi,
invece, voleva vendere i suoi bozzoli, dove-
va innanzi tutto presentarsi ad uno dei numerosi
impiegati addetti alle bilance, che rilasciavano
loro una
bulletta
con riportati i dati anagrafici, il
numero di colli portati
al
mercato ed
il
loro peso
approssimativo.
La
bulletta
poi veniva consegna-
ta, una volta concluse le trartative, al comprato-
re,
il
quale doveva consegnare al venditore una
poltzzina
con riportati
il
suo nome e cognome e
la indicazione
chiara e se-nza cancellalw·e del
prezzo convenuto.
Era fatto divieto assoluto di toccare, stringere
e
fru-
gare nelle ceste dei venditori. I bozzoli, però,
dovevano essere
sceverati dalle faloppe, dai dop-
pioni e dagli affetti da ruggine.
I materiali di scar-
Lo, se non ritirati, venivano venduti a prezzi mini-
mi ed il ricavato devoluto in pubblica beneficenza.
l bozzoli erano pesati da persone
specialmente
incaricate, coadiuvate da computisti, mediante
pubbliche bilance.
Il
computista doveva rilasciare
una
bulletta
con riportati i dati del compratore, il
quantitativo del peso. del prezzo e dell'importo
dei bozzoli pesati.
Il
Comune, per ftnanziare la complessa organiz-
zazione del mercato, esigeva
il
pagamento di sei
centesimi per ogni pesata e una tassa di tre cen-
tesimi per ogni chilogrammo di bozzoli, da pagar-
si in patti uguali dai due contraenti.
Un Commissario
e
numerose Guardie Comunali
erano incaricate della sorveglianza e del control-
lo ad
impedire che niuno pratichi raggiri o
maneggi dolosi tendenti ad alterare l'andamen-
to naturctle dei prezzi.
Oltre ai componenti la Commissione Camerale e le
Guardie Comunali, prestavano la loro opera al mer-
cato 5 ispettori, 10 ricevitori, 10 computisti, 10 pesa-
tori e 3 inservienti. Un bilanciaio, poi, era chiamato
alla verifica giornaliera delle bilance utilizzate.
TI prezzo di vendita dei bozzoli variava di anno
in anno, in funzione dell'andamento dell'annata
e della qualità di semenre: i bozzoli
Nostrani
e
/siriani
erano i più ricercati e costosi, i
Gialli
diversi,
e i
Giapponesi annuali
si collocavano
nella zona bassa del listino, mentre i
polivollini
ed altri bozzoli leggeri avevano quotazioni infe-
riori della metà. Tutte le cinà sedi di un mercato
dei bozzoli inviavano ai vari Comuni il bolletti-
no ufficiale dei prezzi aggiornato in base all'an-
damento del mercato.
Il mercato dei bozzoli, come s'è detto, si teneva
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nel cortile della Pilotta, che veniva concesso
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all'uopo dall'Intendenza di Finanza. Alla
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Biblioteca Patatina - ed il Bibliotecario Pezzana se
ne lamentava - veniva richiesto di mettere a
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