rnternamente l'immagine delrambiente
è
assai
mutata per le continue sostituzioni e nuove cumu-
lazioni, ma immobile
è
la filosofia che sovrinten-
de alla loro collocazione.
"Grandi impianti simmetrici e ordinalì, in cui
tu/lo
è
costruito, previsto ed immobile, si articola-
no in percorsi e ripartizioni che non fanno altro
che ribadire le gerarchie sociali ed il principio
secondo cui il diritto ad emergere dalla memoria
collettiva
è
stabilito dalla stirpe, dal ruolo e,
soprattutto, dal censo.
Da qui la divisione storica tra i morti ·comuni•,
generalmente inumati nell'ampio spazio centrale
del recinto, e gli altri ceti:
i
ricchi,
i
nobili,
i
pre-
lati.
A
costoro
è
riservata una sepoltura distinta, e
generalmente non a contatto con la terra"
negli
archi perimetrali o nelle Gallerie.
e la struttura degli archi perimetrali non ha subì-
to modifiche,
è
tuttavia mutato il loro aspetto •cro-
matico- ed estetico. Dai pochi esemplari supersti-
ti,
è
possibile immaginare che molti di que ti
archi, oggi per lo più di colore giallo, 'moltipli-
cassero' un tempo lo spazio del porticato con
!rompe l'oeìl
di tipo architettonico.
Contrariamente ad oggi, erano, quelle degli archi,
le sepolrure più nobili e ricche. Ce lo ricorda un
articolo sulla storia della Villetta comparso sul
Corriere Emiliano nel 1928:
·Sotto
le
ar·cate e
le
Gallerie (costruite recentemente) sono i mo11i della
borghesia, delle confraternite e comunità religiose e
di altri enti mo-rali; nel campo, salvo
i
non molti
monumenti, gruppi, cippi e urne, solo le fosse
comuni, la popolazione anonima. Passando dal-
l'una all'altra ar·cata ci si affaccia nelle epigrajì
come la cronistoria della città eprovincia nelleper-
sone illustri per il sangue, i titoli, le cariche occu-
pate, le ricchezze, la virtù, la scienza.
il
lavoro•.
Chi non poteva acquistare un'arcata e non voleva
però nemmeno fmire nelle fosse del campo,
aveva due possibilità ·intermedie': o acquistare un
avello nelle arcate del Comune oppure acquistare
il terreno necessario alla costruzione di un cippo,
un monumento o quant'altro, lungo i due viali. ·
el primo caso molte lapidi sono ancora presen-
ti e riempiono le pareti di fondo degli archi comu-
nali; nel secondo i monumenti sono andati in
gran parte perduti, sostituiti mano a mano che le
vecchie concessioni scadevano.
Le tombe più antiche ancor oggi visibili i1el
campo risalgono al terzo decennio dell'Ottocento
6.63
6.62-63 Una veduta interna ed
1111
esterno del vasto complesso di
gusto eclellico della Galleria Nord, innalzcua tra
il
1898 ed
il
1900 (AGG- GOG).
e presentano le stesse tipologie: dalla stele classi-
cheggiante in cui
il
profilo del defunto
è
inserito
in un medaglione ornato di nastri, alle colonne
spezzare in cui gli epitaffi sono inscritti in ghir-
lande di fiori. I morivi simbolici e decorativi sono
di derivazione classica: le torce capovolte, il ser-
pente che si morde la coda, urne velate, giovani
efebi che contemplano tristemente il ritratto del
defunto, ghirlande di fiori.
I monumenti sepolcrali, disposti lungo i viali del
campo, circondavano i quattro settori destinati alle
inumazioni comuni. Con gli anni
i"
campi sono
stati suddivisi con nuove strade, ai cui lati si sono
allineate altre tombe: durante l'Ottocenro si trana
quasi sempre di tombe dalle dimensioni piutto ro
contenute (ben lontane dagli esempi dei cimiteri
. di Milano o di Genova della stessa epoca), dato
fino ai primi anni del Novecento le tombe più
'prestigiose' continuano ad essere considerare
quelle dei portici dell'ottagono
e
successivamente
anche nelle cappelle delle due gallerie.
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