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POETIEPOESIE
LUIGIVICINI
Vicini, il poeta che parlava alle stelle, scomparso venerdì 23marzo 2001 a 82 anni, è
considerato l’erede di Pezzani: nelle sue liriche una “Parma da amare”. Lui che ha
sempre cantato, come pochi, la primavera, che amava per la dolcezza della sua
brezza, per il profumo dei suoi fiori, per quei "fuochi di rose rosse e papaveri, per le
timide serenelle”. La poesia parmigiana ha perso uno dei suoi più autentici
rappresentanti.
A 15 anni dalla sua scomparsa, lo ricordiamo con struggente pensiero tramite uno
scritto che il nostropoeta ci ha lasciato.
“Quando gli amici non mi vedranno più in giro per le strade d
i Parma in sella alla
mia inseparabile bicicletta, allora vorrà dire che, dopo un lungo peregrinare, avrò
trovato la sistemazione definitiva in quel terreno a sud della città cosparso di croci
bianche e con le lucine perpetue accese sui petali disordinati dei crisantemi. E là nel
giorno dei Defunti, la mia anima sognerà splendidi mazzolini di violette e limpidi
ruscelli risuonanti inni di nevi. Intanto fuori, l’ultimo sole del giorno, ribelle alla
malinconia della nostra valle nebbiosa, avvamperà di giallo vermiglio le foglie degli
ippocastani, ancoramorbide sullaampie fronde”.
La vióla äd l’amicissja
ACarloFantoni (acrostico)
Cór cme la fiama, ch'a desfà lagiasa,
alma ch’l’é pura pu che ‘na sorzìa;
réva la porta, quanda t’ vèdd ch'apasa
la luza äd l'amicissjapar la strada!
Oa vót
ch’ la s’ pèrda in cél, ch’ la vóla via?
Ferma l’arlój, s’a t’ cat 'n amigh sincér;
al témp ch’ a t’ pas con lu l’é ‘na fortón’na!
'N amighdabón l’é rär cme un rag’
äd lón'na:
T’al cat in
-t-il gramèssi e in-t-i piazér.
Ormäi lanostra viólaa l’ èmm
catäda,
nasuda in-t-j ärzondi zardéndal cór.
Inméza a l’alma, a pól
spontär un fjór?