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Con il condizionale si possonousare duedei sei tempi: presente epassato
Con il primo si usano forme verbali semplici affini a quelle del presente del con-
dizionale italiano,mentrecon il secondo formeperifrastiche, che sonoaffini aquelle
del passato del condizionale italiano, componendosi dell’ausiliare
ésor
“essere” o
aveér
“avere” e di una forma di participio passato.
Il presenteèusatonell’apodosi dei periodi ipotetici con i quali si presentanoeven-
tualità irrealizzabili o improbabili situate inun tempocontemporaneooposteriore ri-
spetto all’atto comunicativo, come, per es.,
seZvaàn^al fùs^chì, almedarìs^namàn
“seGiovanni fosse qui, mi darebbe unamano [= aiuterebbe]”. Rientrano qui anche
frasi come
atmepodrìs^deèr^namàn!
“potresti darmi unamano”, interpretabili come
apodosi di un periodo ipotetico con protasi inespressa.
In frase secondaria è usato in particolare nelle frasi dipendenti da
diìr
“dire” per
segnalare che si riportano informazioni fornite da altri: esprime un rapporto di con-
temporaneità rispettoal verbo reggente; esempi:
al diìz ch’at sarìs^unbagolón
“dice
che saresti una persona non di parola”,
l’à^dìt ch’at sarìs^un bagolón
“ha detto che
saresti una persona non di parola”.
Il passato esprime eventualità non realizzate in un intervallo temporale anteriore
all’atto comunicativo; è usato inparticolare nell’apodosi dei periodi ipotetici, come,
per es., nella sequenza
seZvaànal fùs^gnù, alm’arìs^dè^namàn
“seGiovanni fosse
venuto,mi avrebbedatounamano”.Analogamenteal presente, sonoammessi periodi
ipotetici con laprotasi inespressa, come, per es.,
atm’arìs^podù^deèrnamàn!
“avre-
sti potuto darmi unamano”.
In frase secondaria viene usato per la congruenza dei tempi in luogo del futuro
indicativoquando si deve esprimereun rapportodi posteriorità rispetto al verbo reg-
gente codificato permezzo di una forma di imperfetto o passato; scegliendo il con-
dizionale passato, si propende per l’eventualità che la vicenda denotata dalla frase
principalenon si sia (ancora) realizzata.Esempi:
al spereèvach’at arìs^faàt^i cómpit
“speravacheavresti fatto i compiti” (cf. con
al speérach’at farè^i cómpit
“sperache
tu faccia i compiti”),
l’à^dìt ch’al sarìs^partì
“ha detto che sarebbe partito” (cf. con
al diìz ch’al partirà
“dice che partirà”). E’ tuttavia possibile, specie quando la frase
secondaria contiene unmodificatore di tempo che situa la vicenda in un tempo po-
steriore all’atto comunicativo, usare l’alternativa del futuro indicativo; cf, per es.,
l’à^dìt ch’al partirà^dmàn
“ha detto che partirà domani”.
Con l’imperativo si usa soltanto il presente
Con essa si usano formeverbali semplici affini aquelledel presentedell’impera-
tivo italiano.
E’ limitata alle frasi principali ed esprime un rapporto di posteriorità rispetto al-
l’atto comunicativo; cf., per es.,
reéva^la pòrta!
“apri la porta!”.
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