Il
modo imperativo
, limitato alla 2a persona del singolare e alla 1a e 2a del plu-
rale, prevedeche il soggetto rimanga inespressoevada identificatocon il destinatario
o i destinatari dell’attocomunicativo.La sua semanticaèmoltopiù semplicedi quella
dell’indicativo: le formeverbali di imperativo sonoutilizzate inprimo luogoper espri-
mere richiesteadagire (chenella terminologiamoderna sonochiamateobbligazioni);
esempi:
veén^conmì!
“vieni conme!”,
andèma^acà!
“andiamoacasa!”,
dzì^lavritè!
“dite la verità!”.
Quando la forma verbale di imperativo regge una frase secondaria introdotta
permezzodella congiunzione
se
“se”, si hapiuttostoun’istruzione (ovvero “obbli-
gazione pragmatica”); esempi:
stùdja, s’at voól^ésor^promoòs!
“studia se vuoi es-
sere promosso!”,
s’a pjoóva, pòrta^con tì l’ombreéla!
“se piove, porta con te
l’ombrello!”.
Una formadi imperativopuò infinecombinarsi con ilmodificatore restrittivo
pùr
“pure”: in tal caso essa esprime piuttosto un permesso o autorizzazione, come, per
es., nella frase
và^puùr^a cà!
“và pure a casa!”.
Nel dialettoparmigiano l’imperativonon è l’unicomezzoper esprimere richieste
ad agire.A tal fine si possono utilizzare, per es., le costruzioni
aveéro’gh da
“avere
da (dovere)” + infinito, che, come la forma verbale di imperativo, focalizza l’atten-
zione sul destinatario (/sui destinatari) dell’atto comunicativo, e
vreér
“volere”
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+
che
+ congiuntivo, che sposta l’attenzione sulla volontà del parlante; esempi:
at
gh’è^da feèr^i cómpit
“devi fare i compiti”,
a’gh’avì^dapartiìr^subìta
“dovetepartire
subito”,
a voój ch’at faàg^i cómpit
“voglio che tu faccia i compiti”,
a voój ch’a
partì^subìta
“voglio che partiate subito”.
Il
modo congiuntivo
è usato piuttosto raramente nelle frasi principali.
Le formedi 3apersona (singolare eplurale) di congiuntivopresente introdotteda
che
“che” sono usate con le stesse funzioni semantiche dell’imperativo, chemanca
di forme di 3a persona; esempi:
ch’al veéna^con mì!
“che venga con me!”,
ch’i
vaàgn’^acà!
“chevadanoacasa!”,
ch’i dìgon^lavritè!
“chedicano laverità!”,
ch’al
vaàga^puùracà!
“chevadapureacasa!”,
ch’al stùdja, s’al voòl^esór^promoòs!
“che
studi se vuole essere promosso!”.
Le formedi congiuntivo imperfettoe trapassatovengonousate inveceperesprimere
desideri concernenti, rispettivamente, il presente-futuro e il passato; se la frase com-
prende un pronome clitico in funzione di soggetto
321
, questo viene collocato dopo il
verbo (l’ausiliarenelle formeperifrastichedi trapassato); esempi:
andìso’l^vìa^dmàn!
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Il verbo
vreér
funziona inoltre come ausiliare in una struttura con il participio passato
passivo chepuò essereusatapureper esprimere richieste ad agire: èuna strategiadi tipopas-
sivante in quanto permette di porre in primo piano il TEMA, lasciando l’AGENTE sullo
sfondo. Cf., per es.,
còl^lavoór^chì al voól^faàt
“questo lavoro va fatto”.
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Come si è accennato sopra trattando dei pronomi clitici, non si usano quelli di 1a e 2a
persona del plurale.
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