Lessemi numerali che hanno un’unica forma:
cuaàtor
“quattro”,
sìnc
“cinque”,
seéz
304
“sei”,
sèt
“sette”,
oòt
“otto”,
noóv
“nove”,
deéz
“dieci”,
vùndoz
“undici”
, dòdoz
“dodici”,
trèdoz
“tredici”,
cuatòrdoz
“quattor-
dici”
, cuìndoz
“quindici”,
sèdoz
“sedici”,
darsèt
305
“diciassette”
, dezdoòt
306
“diciotto”
,
deznoóv
307
“diciannove”
, vìnt
308
“venti”
, trénta
309
“trenta”
, cuarànta
310
“quaranta”
,
sincuànta
“cinquanta”
, ssànta
“sessanta”
, stànta
“settanta”
, otànta
“ottanta”
, novànta
“novanta”,
sént
“cento”
, miljón
“milione”
, miljèrd
“miliardo”
.
Aquesti si possono aggiungere i composti irregolari
dozént
“duecento”,
tarzént
“trecento”,
sesént
“seicento”.
In alternativa a taluni numerali cardinali si possono usare particolari lessemi no-
minali (detti “collettivi”) che mettono in primo piano la consistenza dell’insieme
stesso “reificandola”, come
dozéⁿna
“dozzina”,
quindzéⁿna
“quindicina”,
vintéⁿna
“ventina”,
cinquantéⁿna
“cinquantina”,
sentoneèr
“centinaio”,
mjeèr
“migliaio”; essi
reggononomi comuni introdotti da
ed
“di”, che fungonoda loromodificatori.Esempi:
nadozéⁿna
^
d’oóv
“unadozzinad’uova”,
un sentoneèr^’dviìdi
“uncentinaiodi viti”.
§ 2. I numerali ordinali
Sono lessemi aggettivali che esprimono l’ordine nell’ambito di una data succes-
sione.
Ordinali da “primo” a “decimo”:
prìm
“primo”,
secónd
“secondo”,
tèrs
“terzo”,
cuèrt
“quarto”,
cuìnt
“quinto”,
sést
“sesto”,
sétim
“settimo”,
oteèv
“ottavo”,
noòn
“nono”,
décim
“decimo”.
Tra gli altri ordinali hanno una formazione irregolare, che riflette i modelli della
lingua italiana:
undicézim
“undicesimo”,
dodicézim
“dodicesimo”,
tredicézim
“tre-
dicesimo”,
cuatordicézim
“quattordicesimo”,
cuindicézim
“quindicesimo”,
sedicézim
304
E’ riconducibile a *
ses
, continuazione di lat.
sex
(cf. Rohlfs, op. cit., vol. 1°, p. 432).
305
Si deve partire nonda lat.
septendecim
,ma dalla variante
decem
(
et
)
septem
del latino
volgare (cf.Tekavčič, op. cit., vol. 2°, p. 206), che sta allabasepuredi it.
diaciassette
.Atten-
deremmo
dezsèt
,ma inquestocontesto la spirante
z
si èdissimilata in
r
,mentre
a
dellaprima
sillaba potrebbe essere dovuta ad analogia su
tarzént
“trecento”.
306
Si deve partire non da lat.
duodeviginti
, ma dalla variante
decem
(
et
)
octo
del latino
volgare.
307
Si deve partire non da lat.
undeviginti
, ma dalla variante
decem
(
et
)
novem
del latino
volgare.
308
Il punto di partenza è la forma tardo latina
vìnti
, derivata da
viginti
in seguito alla pa-
latalizzazione di
g
tra due vocali di timbro
i
(cf. Lausberg, op. cit., vol 2°, p. 170).
309
Il puntodi partenza è la forma tardo latina
trìnta,
derivata da
triginta
per lamedesima
evoluzione fonetica di
viginti.
310
Il punto di partenza è la forma tardo latina
quadrànta
, creata da
quadraginta
per ana-
logia su“venti”e“trenta” (cf.Lausberg, op. cit., vol 2°, p. 171).Allo stessomodo si spiegano
i punti di partenza dei numeri delle decine da
sincuànta
a
novànta.
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