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Come si èdetto, diversi pronomi indefiniti possonoessereusati come specificatori:
socuànt
,
poòc, tànt
284
(/
parèć
)
, tùt
285
,
troòp
,
eètor
(concui alterna lavariante
èltor
286
),
medézim
.Ad eccezionedi
medézim
, cheverrà esaminato aparte, essimantengono le
peculiarità semantiche essenziali attribuite loronella trattazione dei pronomi indefi-
niti
287
: l’unica differenza sta nel fatto che il nome che li regge condiziona il riferi-
mento, limitandolo al tipo da esso denotato. Esempi:
dàa’m socuànt^pòm!
“dammi
alcune mele!”,
a’s vèda^poòc^ragaàs
“si vedono pochi ragazzi”,
a
maàgn^poòca^mneéstra
“mangiopocaminestra”,
tànt^òmi i’ngh’eèvon^miìg’^al ca-
peél
“tanti uomini nonavevano il cappello”,
parèci^ragaàsi j én^boⁿni^’dcuziìr
“pa-
recchie ragazze sanno cucire”,
tùt^i càn j én^scapè
“tutti i cani sono scappati”,
l’à^bvù^tùt^al vén
“(lui)habevuto tutto il vino”,
l’à^faàt^troòp^zbaàli
“ha fatto troppi
errori”,
a veén^chj^eètor^ragaàs
“vengono gli altri ragazzi”,
i cómpron^n’eètra^cà
“comprano un’altra casa”; a questi si possono aggiungere frasi quali
a’gh
voól^tànta^vlontè
“serve tanta volontà”,
at gh’è^troòpa^présja
“hai troppa fretta”,
che si costruiscono equiparando le reificazioni
vlontè
“volontà” e
présja
“fretta” a
unamassa indistinta.Quando il nomeaventecome specificatore l’indefinito funziona
come soggetto nelle frasi con verbo intransitivo o come complemento oggetto in
quelle converbo transitivo, nonpuòdipendere da esso il clitico
ni
. E’ tuttavia possi-
bile scegliereunacostruzionealternativacon il clitico
ni,
acondizioneche l’indefinito
abbia la funzione referenziale anzichéquella secondariadi specificatore: il nomedi-
venta un elemento prenucleare (introdotto dalla preposizione
ed
) che si ricollega al
clitico
ni
usatonell’ambitodel nucleo,mentre l’indefinitopostverbale, che è il rema
della frase, regge
ni
come suomodificatore; cf., per es.,
ed ragaàs a’s nin vèda^poòc
“di ragazzi se ne vedono pochi”,
ed zbaàli al n’à^faàt^troòp
“di errori ne ha fatti
troppi”.
Vanotatoche l’indefinito
tànt
(/
parèć
) èusatocome specificatorepiùdi radodel-
l’equivalente italiano, in quanto subisce la “concorrenza” di due codificazioni alter-
native: (a) il gruppo idiomatico, tipicodel parmigiano,
dal gràn
(plur.
di gràn
, femm.
dlagràn
dil gràn
), che significa “tanto”, (b) le costruzioni aventi come testa nomi
“collettivi”quali
sflageél
“granquantità” [significatometaforico],
zbartaveél
,
mùcia
“mucchio”. Esempi:
al gh’à^avù dal gràn^coraàǵ
“ha avutomolto coraggio”,
a’gh
284
Quando
tànt
funziona come specificatore, la forma di maschile plurale è
tànt
anziché
tànti
.
285
Quando
tùt
funzionacome specificatore, si usa
tùt
(anziché
tùti
) siaalmaschileplurale,
sia al femminile plurale dinanzi alla forma
il
(/
ilj
) dell’articolo determinativo.
286
Ha lamedesima origine di
eètor
.
287
Riguardoa
tùt
usatocome specificatore, si notacheessopuòavere inoltre il significato
“da cima a fondo” nella costruzione
tùt
+ articolo indeterminativo + nome; esempi:
còl^vjeèl^chì l’é tùt^nabuùza
“questoviale è tuttouna buca”,
al^tò^cómpit l’é^tùt^un zbaàli
“il tuo compito è tutto un errore”. Ha poi un significato ancora diverso in frasi idiomatiche
come
l’é^tùt^neèz
“è tutto naso”,
l’é^tùta^pànsa
“è tutta pancia”.
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