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qualificativi aggiungono elementi di carattere semantico-concettuale al significato
del nome reggente senzausciredall’ambitodelle conoscenze lessicali relative ai due
segni; si ottengono così i gruppi N+Agg. oAgg. +N che permettono di restringere
la classe degli oggetti denotati dal nome reggente, come, per es.
bón^putén
“buon
bambino”, che restringe laclassedegli oggetti denotati da
putén
“bambino”. Per que-
ste sue caratteristicheun aggettivo collocato alla sinistradel nome reggente tende ad
essere più vicino ad esso di eventuali specificatori; esempi:
la noóva^cà
“la nuova
casa”,
tùt^i bón^putén
“tutti i buoni bambini”.
Gli aggettivi qualificativi possono, a loro volta, fungere da testa di strutture da
essi dipendenti: nondi rado reggonodei complementi che realizzano i ruoli semantici
attribuiti loro sullabasedel lessico; cf., per esempio:
favoreévol^aj amiìg
“favorevole
agli amici”,
contént^dal lavoór
“contentodel lavoro”. Possono reggere inoltreavverbi
di intensità in funzionedimodificatori (restrittivi), come, per es., in
pràn^breèv
“dav-
vero bravo”,
breèv^bombén
“molto bravo”,
poòc^breèv
“poco bravo”.
Genere enumero
La formadi base (riportatanellegrammaticheenei dizionari) èquelladimaschile
singolare, il cui morfema ha il medesimomorfo -
ø
dei lessemi nominali maschili.
Essa termina in consonante (a) nella quasi totalità dei lessemi primari e (b) in quelli
derivati con i suffissi
-oóz, -nt, -eèl -tìc
:
a)
cheèr
“caro”,
cùrt
“corto”,
dóls
“dolce”,
fén
“fine”,
gràn
(
d)
“grande”,
picén
“piccolo”,
espèrt
“esperto”,
leésit
“lecito”,
grotèsc
“grottesco”;
b)
gustoóz
“gustoso”,
ignorànt
“ignorante”,
foghént
“focoso”,
incaclént
“sporco
di caccole”,
fateèl
“fatale”,
fineèl
“finale”,
fantàstic
“fantastico”,
lunàtic
“lunatico”.
Gli aggettivi con forma di maschile terminante in vocale sono perlopiù ricondu-
cibili a formazioni di participio passato, come
brovè
“lessato”,
borì
“odiato”.
Esattamente come avviene per i lessemi nominali di genere maschile, la forma
del plurale è diversa dal singolare soltantonei casi in cui questa termina in
-l
, come,
per es., in
beél
“bello” ≈
beéj
,
sutiìl
“sottile” ≈
sutiìj
; tuttavia
fàcil
“facile” ha
un’unica forma.
Per ottenere la forma del femminile si aggiunge a quella del maschile il morfo
-a
258
, dinanzi al quale
n
viene realizzato talora con l’allofono
ⁿn
259
, mentre in alcuni
casi viene inserito il fonema
d
per evitareuno iatoconquellovocalicoconcui termina
258
Il suousoè statoestesoaquegli aggettivi che in latinoappartenevanoalla secondaclasse
ed avevano una forma di accusativo singolare terminante in –
em
(per es.,
dulcem
,
facilem
),
destinata a cadere nel dialetto parmigiano: forme di femminile quali
dólsa
,
fàcila
sono crea-
zioni analogiche, favorite dal fatto che tutte le forme di maschile degli aggettivi del dialetto
parmigianohanno ilmorfo–
ø
,
aprescinderedallaclasse (primao seconda) della loromatrice
latina.
259
Come si èvistonella trattazionededicata ai fonemi, la sceltadi tale allofono è limitata
ai casi nei quali il fonema
n
è preceduto da vocale
é
oppure
ó
con intonazione discendente.
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1...,76,77,78,79,80,81,82,83,84,85 87,88,89,90,91,92,93,94,95,96,...329
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